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Cineteca Classic: Ken Loach
09 Aprile 2017 - 09 Aprile 2017
Sicuramente il padre di tutto un certo cinema indipendente e “arrabbiato”, da sempre attento nel rappresentare i più deboli e gli oppressi, Ken Loach iniziò la propria attività in televisione, specializzandosi nella realizzazione di documentari a soggetto. Come scrive giustamente Emanuela Martini, «lo stile piano e incisivo proprio del mezzo televisivo, trasferito da Loach al cinema, conferisce ai suoi film quel realismo polemico, ma non sopra tono, tanto ambito dal “free cinema”, di cui egli è un tardo epigono». L’omaggio della Cineteca Nazionale al grande cineasta è indirizzato a tre film degli anni Duemila, uno più diverso dall’altro. Si comincia da una delle opere più sentimentali e “gentili” del regista, Un bacio appassionato, delicata storia d’amore immersa nell’ambiente pakistano di Glasgow, per poi proseguire con il manifesto polemico di controinformazione storica Il vento che accarezza l’erba, per poi concludersi con In questo mondo libero… In questo caso la soggettiva del regista, “polemicamente” come il titolo del film, sembrerebbe dalla parte dell’oppressore. Ma è solo un’illusione…
 
ore 17.00 Un bacio appassionato di Ken Loach (2004, 104′)
«Glasgow, Scozia: un pakistano musulmano (Yaqub) e un’irlandese cattolica (Birthistle) si amano alla follia, mentre intorno a loro si consuma lo scontro tra famiglie, istituzioni e religioni avverse. Ce la faranno a non cedere? Se la domanda di fondo (chi sono i veri integralisti?) è retorica, quella acidissima che nasce come corollario è intelligentemente provocatoria (cattolicesimo e islamismo sono zavorre per la libertà?)» (Mereghetti).
 
ore 19.00 Il vento che accarezza l’erba di Ken Loach (2006, 127′)
«Ottimo film di controinformazione storica con radici nel passato remoto: dal XIII sec. l’Irlanda fu la prima colonia inglese. Fallita l’insurrezione armata nel 1916, nel 1920 reparti mal armati dell’IRA (Irish Republican Army) appoggiati dal partito di Sinn Fein, cominciano azioni di guerriglia contro le truppe britanniche e i Black and Tans (polizia ausiliaria) che reagiscono con una feroce repressione sui civili. Il 6-12-1921, grazie a Michael Collins, si firma un trattato che concede l’indipendenza e una sovranità limitata per 26 delle 32 contee dell’isola. Scritto da Paul Laverty, da 10 anni collaboratore di Loach, il racconto affronta la spaccatura tra riformisti e rivoluzionari (nel film: utopisti e realisti) che si condensa nel conflitto letale tra i fratelli Damien e Teddy O’Donovan. Evidenti sono le qualità che gli valsero la Palma d’oro a Cannes. Come in ogni opera valida del passato, ha palesi agganci col presente. Coniuga l’energia del cinema d’azione con l’approfondimento psicologico dei personaggi. […] Restituisce l’aria del tempo […] e riassume con efficacia l’intricato retroterra sociopolitico. Sposa l’emozione con la lucidità, il pessimismo con la volontà di lotta. Infine ha una qualità rara, una dimensione drammatica: nella 2° parte diventa una tragedia moderna in cui la storia sostituisce il fato. Tra i due fratelli chi è Abele e chi Caino? Entrambi sono l’uno e l’altro. Loach e Laverty lasciano libero lo spettatore di scegliere e di schierarsi, se ci riesce. Titolo preso dal poeta irlandese Robert Dwyer Joyce» (Morandini).
 
ore 21.15 In questo mondo libero… di Ken Loach (2007, 96′)
«Impetuoso, rigoroso, polemico, le sue storie ce le ha quasi sempre raccontate dalla parte degli oppressi, ora, con In questo mondo libero, continua a difendere gli oppressi ma analizza, con durezza, il punto di vista degli oppressori, una donna, per nulla fragile, che specula a Londra sulla tratta degli immigrati, meglio se clandestini, perché pagati poco e tenuti più a freno. Una donna analizzata anche nei suoi dubbi, sollecitati da un padre onesto e da una sosia cui ripugnano i suoi modi spietati, ma pronta a tirar dritto per la propria strada, incurante del male che fa, dei soprusi che commette, degli inganni cinici che ordisce. Un ritratto dal vivo che, come sempre in Loach, diventa anche il ritratto della società senza remore che l’attornia. Con ritmi affannati e tecniche decise. Un’opera maggiore» (Rondi).
Date di programmazione