Cinema Trevi: “Un ‘idolo’ in controluce: Enzo Battaglia”
24 Gennaio 2010 - 26 Gennaio 2010
All’inizio del 2009, in tre appuntamenti di (In)visibile italiano (a febbraio, marzo e aprile), la Cineteca Nazionale ha reso omaggio a tre registi prematuramente scomparsi, Enzo Battaglia, Sergio Capogna e Franco Indovina, “tre autori ingiustamente dimenticati», come scrivemmo in quell’occasione. Almeno per il primo (ma la speranza è che accada lo stesso anche per gli altri due) la rassegna ha suscitato interesse e curiosità, tanto da ispirare una serie di eventi e di stimoli per il futuro. Dal 10 al 13 dicembre 2009 la città natale del regista, Ragusa, ha ospitato la XIII edizione del Costaiblea Film Festival, diretto da Francesco Calogero e Vito Zagarrio, che ha dedicato a Battaglia una retrospettiva completa delle sue opere, a cura della Cineteca Nazionale, che ora viene riproposta al Cinema Trevi, a chiudere il cerchio di mesi di lavoro attorno a una figura assolutamente da riscoprire. Come si evince anche dal volume Un “idolo” controluce: Enzo Battaglia, a cura di Andrea Guastella, Domenico Monetti e Luca Pallanch, pubblicato in occasione del Festival, nel quale, attraverso le testimonianze di amici e colleghi, emergono nuovi particolari sulla parabola del regista, emblematica di una crisi generale del cinema italiano, dai fasti e le speranze dei primi anni Sessanta alla crisi di idee e di prospettive del decennio successivo. Come ha scritto Vito Zagarrio nel volume: «La figura e l’opera di Battaglia meritano senz’altro una revisione critica. Genio precoce, poeta, cineasta, scrittore, la figura minuta ma snella che assomigliava a Frank Sinatra, un “vincente” che sembrava destinato a lasciare il segno nel cinema italiano. Collaboratore di registi come Rosi e Germi, in parte responsabile della “scoperta” della zona iblea come location importante. Autore di un film in anticipo sui tempi come Gli arcangeli: si pensi che siamo nel ’62, quando Bertolucci non ha ancora girato il suo Prima della rivoluzione (il film del ’64 che in qualche modo fa pensare alla figura dell’intellettuale su cui riflette Battaglia), Bellocchio non ha ancora concepito I pugni in tasca (’65), cui vorrei simbolicamente contrapporre Le mani tese di Battaglia. […] Di certo, Battaglia è un Autore, se autore vuol dire un regista con un suo universo riconoscibile, con una sua precisa visione del mondo. Tanto che il suo cinema è spesso autocitatorio, una sorta di continuo autoritratto: così è quando il personaggio del suo romanzo dichiara di non saper giocare a scacchi, così è quando cita Catullo, che canta la decadenza dell’impero romano come lui canta la decadenza della borghesia (romana e siciliana). I suoi film sono “autoriflessivi”, cioè riflettono metalinguisticamente sul cinema stesso, sulla letteratura e sui loro apparati».
Un regista in controluce, nella cui opera si riflette l’ombra dell’amato Antonioni, fonte di ispirazione del primo Battaglia e poi sempre più un lontano miraggio.Sei film (più l’inedito, da ritrovare, Happy End nero, girato contemporaneamente a Fermi tutti…! È una rapina…!) in dodici anni di carriera, dal 1963 al 1975, e poi dodici anni, fino al 1987, anno della morte, senza girare un metro di pellicola: la storia di Enzo Battaglia è, anzitutto, la storia di una passione travolgente e poi di un lento ritrarsi. Sconfitto dai suoi stessi sogni: la caduta di un arcangelo ribelle.
domenica 24
ore 16.30
Le mani tese (1960)
Regia: Enzo Battaglia; soggetto e sceneggiatura: E. Battaglia; fotografia: Vittorio Storaro; scenografia: Giorgia Baldoni; interpreti: Enzo Doria, Virma [Maria Virginia] Onorato, Raffaella Pelloni [poi Carrà], Marco Bellocchio, Antonio Bullo, Serafino Fuscagni; origine: Italia; produzione: CSC; durata: 10′
Roma, primavera. Un gruppo di amici gioca a scacchi. Sergio è distratto, perché non riesce a trovare Monica. Si reca al mare, nella speranza d’incontrarla. Trova invece un’amica che sta studiando per un esame universitario. I due chiacchierano del più e del meno. Sergio beve diverse birre, attendendo invano Monica. Mentre la gente si diverte al mare, Sergio accompagna l’amica a casa.
a seguire
Che farai quest’estate? (1961)
Regia: Enzo Battaglia; soggetto e sceneggiatura: E. Battaglia; fotografia: Guido Cosulich; scenografia: Marcello De Filippo; montaggio: E. Battaglia; interpreti: Krystyna Stypulkowska, Romano Giomini, Daniela Igliozzi, Pino Passalacqua, Maira Torcia; origine: Italia; produzione: CSC; durata: 37′
«Riflessioni in margine alla crisi di un rapporto sentimentale tra una maestrina e un medico. Dialoghi di scontato tenore esistenziale si alternano a più felici tagli ambientali. L’influenza di Antonioni – i coevi L’avventura, La notte – è palese anche in certo atteggiarsi del personaggio femminile (la Stipulkowska, poi attrice con Wajda). Curiosamente, Battaglia ricalcò se stesso un paio di anni dopo, rigirando lo stesso soggetto per un film a episodi» (Maurizio De Benedictis).
a seguire
Battaglie di carta (1963)
Regia: Enzo Battaglia; fotografia: Guido Cosulich de Pecine; musica: Sandro Brugnolini; origine: Italia; produzione: Corona Cinematografica; durata: 14′
Documentario su un esempio di campagna politica con pubblicità in tutte le forme, comizi e qualche intervista. Quanto è cambiata l’ars retorica dei politici? Moltissimo sembra suggerirci Enzo Battaglia con le immagini e con la voce ironica (Paolo Todisco). L’eleganza classica degli antichi romani è decaduta per sempre. Al suo posto c’è una cartellonistica sempre più invasiva che si confonde con la pubblicità: DC, PCI, PSI, MSI, sembrano dei loghi, delle marche di qualche prodotto alimentare da promuovere. E in questa società dello spettacolo il comizio elettorale ha perso qualsiasi fascino. L’indifferenza degli elettori completa un quadro di lucido quanto profetico disincanto.
a seguire
La vita provvisoria (1963)
Regia: Vincenzo Gamna; collaborazione artistica: Chris Broadbent; soggetto: Fabio Jegher, Giorgio Prosperi; sceneggiatura: G. Prosperi, C. Broadbent, V. Gamma, Enzo Battaglia; fotografia: Alessandro D’Eva; musica: Carlo Savina; montaggio: Roberto Cinquini; interpreti: Charles Lavialle, Paola Pitagora, Paolo Graziosi, Yves Barsacq, Vicky Ludovisi, Peter Dane; origine: Italia/Francia; produzione: Avers (Roma), Avers (Parigi); durata: 104′
«Il film è costituito da una serie di episodi: un operaio milanese è vittima di un truffatore che gli vende un lotto sulla luna. Il poveretto è portato al manicomio. Esaltate dalla pubblicità cinematografica, due zitelle sfiorite affrontano un regista, sperando di essere assunte in un film. Un giovane contadino, desideroso di evadere dalla miseria del paese, fa strage della famiglia che vuole impedirglielo. Affannosa ricerca di una bustarella smarrita in un ufficio statale. Un’aspirante suora, il giorno in cui compie diciotto anni, non resiste alla tentazione di fare un bagno in mare. Accanto all’innocente amore di due ragazzi che si incontrano su una spiaggia, vediamo la crudele beffa di un gruppo di giovani ricchi e viziosi, che maltrattano uno di loro vestito da donna. Un vecchio impiegato si diverte a giocare con supposti segnali che disturbano tutti i teleschermi vicini. L’ultimo episodio narra la caccia data da un addetto all’aeroporto ad un passeggero, fuggito per sottrarsi alla quarantena cui è destinato, in seguito ad un caso di vaiolo verificatosi sull’aereo». (www.cinematografo.it). Battaglia ha rigirato per questo film il suo saggio di diploma Che farai quest’estate sostituendo l’attore protagonista Romano Giomini con Paolo Graziosi e apportando anche ulteriori modifiche nella scenografia e nella vicenda, presentata qui in una versione ridotta.
ore 19.30
Gli arcangeli (1963)
Regia: Enzo Battaglia; soggetto e sceneggiatura: E. Battaglia; fotografia: Luciano Graffigna; musica: Sandro Brugnolini; montaggio: Franz Regard; interpreti: Roberto Bisacco, Paolo Graziosi, Virginia Onorato, Graziella Polesinanti, Stefano Satta Flores, Louis Norelli; origine: Italia; produzione: Alfredo Salvati; durata: 101′
«Anna Maria, una ragazza di provincia, fugge a Roma col fidanzato perché i suoi genitori si oppongono alle loro nozze e chiede protezione al fratello Roberto. A Roma Anna Maria conosce Diana, il difficile amore del fratello, tutta impeti, ribellione, disordine, e Paolo un amico con il quale Roberto divide oltre all’appartamento anche inquietudini e speranze. L’assoluta libertà che caratterizza la vita dei due amici porta Anna Maria alla scoperta di un modo nuovo di concepire i rapporti umani per cui lei decide di scrollarsi di dosso quelli che ritiene pregiudizi morali» (www.cinematografo.it). «Il prodotto, anche sul terreno strettamente commerciale, esiste, ed è nobilissimo. […]. Gli arcangeli ha valore anche e soprattutto per questo: nel suo essere un documento, di intenzioni e intonazioni poetiche sull’oggi […]. È un film sostanzialmente probo, cioè onesto e gentile, ma anche cattivo e pungente, con quella acerbità che era necessaria al tema » (Chiaretti).
ore 21.30
Idoli controluce (1965)
Regia: Enzo Battaglia; soggetto: E. Battaglia, da un’idea di Walter Navarra; sceneggiatura: E. Battaglia, con la collaborazione di Giorgio Prosperi; fotografia: Guido Cosulich De Pecine; arredamento costumi: Berenice Sparano; musica: Ennio Morricone; montaggio: Maria Rosada; interpreti: Enrique Omar Sivori, Massimo Girotti, Valeria Ciangottini, Johanna Shimkus, Riccardo Garrone, Gaspare Zola; origine: Italia; produzione: DIDO (Didattica Documentari); durata: 105′
«Lo scrittore Ugo Sanfelice, incaricato dal suo editore di scrivere una biografia del calciatore Omar Sivori, si reca a Torino per raccogliere gli elementi per il suo nuovo libro. Piuttosto a digiuno in materia di calcio, mentre tenta invano di avere un incontro con il calciatore, Sanfelice interpella alcune persone dell’ambiente calcistico. Tutte queste ricerche conducono Sanfelice a incontrare più volte una giovane promessa del calcio, il centravanti Moretti, il quale gli confida le sue esperienze: il tirocinio in una squadretta di provincia, il promettente esordio nella Juventus accanto al grande Sivori, l’abbandono della fidanzata e il precoce declino causato da una vita disordinata» (www.cinematografo.it). Amara disamina sul mondo calcistico e non solo, Idoli controluce vuole essere un dolente quanto rassegnato e vano attacco, simile alla cosiddetta letteratura e cinema del controboom (La vita agra, Il maestro di Vigevano), alla società dei consumi degli anni Sessanta e ai suoi “valori”.
Vietato ai minori di anni 18
lunedì 25
chiuso
martedì 26
ore 17.00
Play Boy (1967)
Regia: Enzo Battaglia; soggetto: Eduardo M. Brochero; sceneggiatura: E. M. Battaglia, E. Brochero; fotografia: Julio Ortas Plaza; arredamento: Antonio Visone, Cubero Galicia; costumista: Francesca Saitto; musica: Vibio; montaggio: Mario Salvatore; interpreti: Sergio Leonardi, Teresa Gimpera, Gaspare Zola, Daniela Giordano, Caterina Caselli, Fiorenzo Fiorentini; origine: Italia/Spagna; produzione: United Pictures, Copercines; durata: 88′
Sergio, un giovane playboy, ruba dei gioielli alla madre, ricca baronessa, la quale, conoscendo le abitudini del figlio, anziché chiamare la polizia, incarica due investigatori di ritrovare i gioielli. Sergio si imbarca a Genova su una nave per crociere, insieme all’amica Caterina Caselli e alla sua ragazza, e avendo intuito le mosse della madre nasconde i gioielli, dando così origine a una serie di peripezie, dalle quali ne usciranno tutti felici e contenti, tranne la madre.
ore 19.00
Addio, Alexandra (1969)
Regia: Enzo Battaglia; soggetto: E. Battaglia; sceneggiatura: E. Battaglia, con la collaborazione di Guido Leoni; fotografia: Elio Bisignani; musica: Piero Piccioni; montaggio: E. Battaglia; interpreti: Anna Maria Pierangeli, Glenn Saxson, Colette Descombes, Anna Perego, Filippo Perego, Margherita Simoni; origine: Italia; produzione: Intercontinental Arts; durata: 87′
Stefano ed Elisabetta sono una coppia in via di sfaldamento e tentano un recupero sentimentale con un viaggio in Olanda presso una cugina di lei, Alexandra, una bella donna sposata con un ricco assicuratore. Inizialmente Alexandra tenta in tutti i modi di ricostruire il rapporto ormai in crisi della giovane coppia. Poi lentamente la donna si sente sempre più attratta da Stefano anche perché il marito è spesso assente per impegni di lavoro. Il film è stato presentato nella Sezione Informativa al Festival di Venezia nella sezione “Tendenze del cinema italiano”. Nei titoli di testa si legge: “Dedicato a una moglie”. «Battaglia […] si volge in Addio, Alexandra, un po’ credendoci, un po’ con atteggiamento critico anche verso sé stesso, al mondo dei Patroni Griffi, dei Siciliano, della Maraini. Qui si inserisce nella vita di una giovane coppia la matura Pierangeli: breve ménage a tre. Il dialogo è però spesso fumettistico e lo stesso Battaglia in una battuta lo ammette» (Mario Verdone, «Audiovisivi»). Secondo film italiano girato in super16, dopo Le Salamandre di Alberto Cavallone.
Per gentile concessione di Surf Film – Ingresso gratuito
Vietato ai minori di anni 18
ore 20.45
Fermi tutti…! È una rapina…! (1975)
Regia: Enzo Battaglia; soggetto: Günther Heller; sceneggiatura: G. Heller, E. Battaglia; fotografia: Pasqualino Fanetti; arredamento: Alfredo De Prinzio; musica: Alfredo Baldan: montaggio: Jolanda Benvenuti; interpreti: Robert Wood, Fred Williams, Francesca Muzio, Karin Field, Rosario Borelli, Nando Marineo, Attilio Severini; origine: Italia/Germania Occidentale; produzione: International Art Film, Neue Emelka; durata: 90′
In un grande albergo una banda di ladri, travestiti da finti orchestrali, ruba gioielli preziosissimi. Ma i malviventi, durante la fuga, vengono ad uno ad uno misteriosamente eliminati, forse per mano del loro capo, Robert Breiton. Il commissario Scarfoglio sospetta di un ex galeotto, Joe Benetti, coinvolgendolo suo malgrado nelle indagini. Joe, grazie all’aiuto di una intraprendente giornalista e fotografa, riesce a trovare i gioielli e a sgominare i malfattori. Il film uscì in pochissime sale nel 1975, fu rimesso in circolazione nel 1978/79, ma con esiti trascurabili.