Home > Cinema Trevi: Printemps du cinéma français. Retrospettive su Rabah Ameur-Zaïmeche e Laurent Cantet. Sabato 18, domenica 19 e lunedì 20, dopo i film, incontri con Rabah Ameur-Zaïmeche.
Cinema Trevi: Printemps du cinéma français. Retrospettive su Rabah Ameur-Zaïmeche e Laurent Cantet. Sabato 18, domenica 19 e lunedì 20, dopo i film, incontri con Rabah Ameur-Zaïmeche.
18 Aprile 2009 - 20 Aprile 2009
Da martedì 14 aprile a giovedì 22 aprile, le Printemps du cinéma français festeggia la sua sesta edizione con tre programmazioni. Da sabato 18 a lunedì 20 il cinema Trevi ospita la retrospettiva Rosso cinema, dedicata al nuovo cinema di impegno politico e sociale, con la presenza del cineasta Rabah Ameur-Zaïmeche.
Il cinema Trevi è il cuore della Primavera del cinema francese. Esso è il suo cuore storico ma anche il suo cuore, per così dire, ideologico e militante. Sei anni fa si svolgeva in questa sala la prima edizione di questo festival, che da allora in poi è costantemente cresciuto estendendosi ad altre sale romane. Quest’anno il festival è presente anche alla sala Michel Piccoli di Villa Medici – con la rassegna Il Cinema sconfina, film in anteprima sul confine tra finzione e documentario – e al cinema Farnese – con Vive le cinéma!, selezione di film in anteprima che rispecchiano la diversità e la vitalità del cinema francese.
Al cinema Trevi la retrospettiva è stata costruita e pensata intorno al cineasta algerino Rabah Ameur-Zaïmeche. Un autore molto speciale. Per prima cosa si tratta di un cineasta politico, che con i suoi tre film ha già rivoluzionato il genere del cinema di banlieue come non avveniva da L’odio (La Haine) di Mathieu Kassovitz. In che cosa consiste questa rivoluzione? In primo luogo si tratta di un cinema estremamente esigente dal punto di vista estetico. Un cinema radicale, che si esprime attraverso una profonda ricerca formale. E al tempo stesso di un cinema personale, dove il regista si mette in gioco in prima persona, recitando il ruolo principale, raccontando una storia che non si allontana mai dalla concretezza del quotidiano. Uno sguardo doppio, formalista da un lato, realista dall’altro che non è se non un modo per esprimere un punto di vista tragico sul mondo dell’immigrazione araba in Francia. Tragico e dunque anche lirico. Ecco la rivoluzione che Rabah Ameur-Zaimeche incarna perfettamente. Un cinema politico il cui dramma è espresso con una voce lirica.
Allargando lo sguardo, il regista di Dernier Maquis interpreta anche una tendenza che, con alcune differenze, a volte molto importanti, caratterizza molti cineasti francesi contemporanei, alcuni dei quali sono già stati presentati nelle edizioni passate della Primavera. In questa edizione il pubblico ritroverà Xavier Beauvois col film, Selon Matthieu. Una storia operaia che ha molto in comune con Risorse umane (Ressources Humaines) di Laurent Cantet, di cui quest’anno siamo felicissimi di presentare un vero e proprio panorama. La sua Palma d’oro, La Classe (Entre les murs), in versione originale con i sottotitoli in Italiano (è l’altro nostro impegno militante, diffondere solo film in lingua originale), più i precedenti: Les Sanguinaires (1997), Risorse umane (2000), A tempo pieno (2001). Per finire, un cineasta scoperto recentissimamente, secondo la stampa francese uno dei autori contemporanei di maggiore talento: Tariq Teguia con il suo primo lungometraggio, il road movie, la ballata neo beat di due giovani assetati di libertà, Rome plutôt que vous.
Il Festival Primavera del cinema francese è prodotto dall’Associazione Regards/Sguardi, in collaborazione con il Servizio culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia, in partenariato con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e l’Académie de France à Rome – Villa Medici.
Il programma completo è disponibile sul sito www.france-italia.it
Proiezioni a ingresso gratuito
Film in versione originale con sottotitoli italiani
 
sabato 18
ore 17.00
Selon Matthieu (Secondo Matteo, 2000)
Regia: Xavier Beauvois; soggetto e sceneggiatura: Cédric Anger, X. Beauvois, Catherine Breillat; fotografia: Caroline Champetier; montaggio: Christophe Nowak; interpreti: Nathalie Baye, Benoît Magimel, Antoine Chappey, Fred Ulysse, Jean-Marie Winling, Françoise Bette; origine: Francia; produzione: Les Films Alain Sarde, Carello Productions, Procirep, Why Not Productions, Arte France Cinéma, Canal +, Centre National de la Cinématographie; durata: 105′
Matthieu (Benoît Magimel) decide di vendicare il padre, operaio licenziato per un nonnulla dalla fabbrica dove ha lavorato per vent’anni. Dopo aver cercato aiuto, in vano, presso i sindacati, decide di sedurre Claire (Nathalie Baye), la moglie del padrone, pensando in tal modo di «fottere la classe padrona».
Il terzo lungometraggio di Xavier Beauvois è elegante ed implacabile. All’uscita del film è stato detto che, con il personaggio di Matthieu, Beauvois abbia inventato l’età adulta del ragazzino di Ladri di Biciclette.
Il film è stato selezionato in competizione ufficiale alla Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2000.
Vietato ai minori di anni 18
 
ore 19.00
Ressources humaines (Risorse umane, 1999)
Regia: Laurent Cantet; soggetto e sceneggiatura: L. Cantet, con la collaborazione di Gilles Marchand; fotografia: Matthieu Poirot-Delpech; montaggio: Robin Campillo, Stephanie Leger; interpreti: Jalil Lespert, Jean-Claude Vallod, Chantal Barré, Véronique de Pandelaère, Michel Begnez, Lucien Longueville; origine: Francia/Gran Bretagna; produzione: Haut et Court, Bbc, La Sept Art, Procirep, Unite de Programmes Fictions Pierre Chevalier, Centre National de la Cinématographie; durata: 100′
Il film che ha fatto conoscere Laurent Cantet in Francia e consacrato definitivamente Jalil Lespert (già ne Les Sanguinaires) al mestiere d’attore. Frank arriva nella fabbrica dove il padre operaio lavora da sempre per uno stage universitario che riguarda l’applicazione della legge sulle 35 ore. Pieno di buone intenzioni, mette il suo talento al servizio della direzione, credendo di poter applicare dei principi in cui crede. In realtà, le 35 ore sono il paravento dietro il quale il padrone prepara una ristrutturazione che comprende, tra l’altro, il licenziamento del padre di Frank.
Il film è stato presentato in Selezione Ufficiale al Festival Internazionale di Torino nel 1999.
 
ore 21.00
Dernier maquis (All’ultima macchia, 2008)
Regia: Rabah Ameur-Zaïmeche; soggetto e sceneggiatura: R. Ameur-Zaïmeche, Louise Thermes; fotografia: Irina Lubtchansky; musica: Sylvain Rifflet; musica: Sylvain Rifflet; montaggio: Nicolas Bancilhon; interpreti: Christian Milia-Darmezin, Salim Ameur Zaïmeche, Abel Jafri, Sylvain Roume, Larbi Zekkour, R. Ameur-Zaïmeche; origine: Francia/Algeria; produzione: Sarrazink Productions, Unifrance Films, Centre National de la Cinématographie; durata: 93′
Mao (R. Ameur-Zaimeche), padrone di una ditta riparazioni di piattaforme per muletti, decide di allestire un luogo di preghiera per i propri operai musulmani. La buona azione nasconde l’intenzione di controllarli attraverso la religione. Quando Mao cerca di imporre un Imam di suo gradimento, scoppia il conflitto.
Il terzo film di Rabah Ameur-Zaimeche mescola con grande intelligenza estetismo e radicalità politica. Marx ha ricostruito la fenomenologia del Capitale partendo dall’elemento più semplice: la merce. Rabah radicalizza il principio. Il mattone formale del film sono le palanche di legno, su cui passano tutte le merci del mondo globalizzato. “Maquis” vuol dire arbusto, boscaglia. Durante l’occupazione tedesca, il termine indicava i rifugi di montagna dei partigiani.
Il film è stato selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2008.
Vietato ai minori di anni 18
 
a seguire
Incontro con Rabah Ameur-Zaïmeche
 
domenica 19
ore 17.00
Mafrouza – Oh la nuit! (2007)
Regia: Emmanuelle Demoris; fotografia: E. Demoris; montaggio: Claire Atherton; origine: Francia; produzione: Les Films de la Villa, La Vie Est Belle Films Associés, Le Fresnoy Studio National des Arts Contemporains; durata: 140′
Primo episodio d’un film in cinque parti che racconta la vita di alcune persone del quartiere di Mafrouza ad Alessandria durante un periodo di due anni. Mafrouza – Oh la nuit! è l’arrivo e l’emozione del primo incontro con la gente di Mafrouza, in occasione di una visita archeologica. Dopo una festa di matrimonio, il rito dell’ingresso che ci fa tuffare nella frenesia gioiosa e tesa del quartiere, scopriamo svariate persone, prendendoci il tempo di avvicinarci, per essere proprio con loro. Impegnate in una vita dura e precaria, riescono a ridere e ad avere premure nei confronti dell’altro, testimoniando un’incredibile forza di vivere ed una sorta di folle attitudine alla felicità. Il film d’Emmanuelle Demoris mostra il modo in cui la gente di Mafrouza ricorre alla fantasia per trasformare la vita quotidiana al fine di renderla sopportabile.
Vietato ai minori di anni 18
 
ore 19.30
Rome plutôt que vous(Roma piuttosto che voi, 2008)
Regia: Tariq Teguia; soggetto e sceneggiatura: T. Teguia; fotografia: Nasser Medjkane, Hacène Aît Kaci; montaggio: Andrée Davanture, Rodolphe Molla; musica: El Hachemi L’Kerfaoui Tchamba, Archie Shepp, Cheb Azzedine, Ornette Coleman; interpreti: Samira Kaddour, Rachid Amrani, Ahmed Benaissa, Kader Affak, Lali Maloufi, Moustapha Benchaïb; origine: Algeria/Francia/Germania; produzione: Flying Moon Filmproduktion, Neffa Films, Pavillon Rouge, Institut National de l’Audiovisuel; durata: 111′
L’Algeria è una prigione a cielo aperto. Tariq Teguia inscrive nel presente di un paese martoriato da una guerra civile strisciante la fuga di Kamel e Zina, due ragazzi che cercano una via d’uscita, la quale si trasforma in un’avventura “sulla strada” allucinante e gioiosa. Non c’è nulla da perdere, ogni istante di libertà è assaporato al rallentatore. Salutato con unanime entusiasmo dalla stampa francese, il primo lungometraggio di Tariq Teguia è stato uno degli eventi cinematografici del 2008.
Il film è stato selezionato alla Sezione Orizzonti della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del 2006.
Vietato ai minori di anni 18
 
ore 21.30
Wesh wesh, qu’est-ce qui se passe?(Che succede, 2002)
Regia: Rabah Ameur-Zaïmeche; soggetto e sceneggiatura: R. Ameur-Zaïmeche, Madjid Benaroudj; fotografia: Olivier Smittarello; montaggio: Nicolas Bancilhon; interpreti: R. Ameur-Zaïmeche, Ahmed Hammoudi, Brahim Ameur-Zaïmeche, Farida Mouffok, Ali Mouffok, Serpentine Teyssier; origine: Francia; produzione: Sarrazink Productions; durata: 83′
La borgata di Bosquet à Seine Saint-Denis, nell’hinterland parigino. Due fratelli: Kamel (Ameur-Zaïmeche) ha espiato una pena di cinque anni ed è rientrato in Francia da clandestino dopo esserne stato espulso; suo fratello minore Mousse sta diventando il boss locale dello spaccio di hascisc. Nel primo Rabah, c’è già tutto: il lirismo estetico, il rigore narrativo, il documento politico. Con molta semplicità Philippe Azoury ha definito il film dalle pagine di «Libération»: «necessario».
Il film è stato selezionato al Festival internazionale del Film di Berlino nel 2002.
Vietato ai minori di anni 18
 
a seguire
Incontro con Rabah Ameur-Zaïmeche
 
lunedì 20
ore 14.40
L’emploi du temps (A tempo pieno, 2001)
Regia: Laurent Cantet; soggetto e sceneggiatura: Laurent Cantet, Robin Campillo; fotografia: Pierre Millon; montaggio: R. Campillo; interpreti: Aurélien Recoing, Karin Viard, Serge Livrozet, Jean-Pierre Mangeot, Nicolas Kalsch, Marie Cantet;
origine: Francia; produzione: Rhône-Alpes Cinéma, Havas Images, Arte France Cinéma; durata: 132′
Il terzo lungometraggio di Laurent Cantet si ispira ad un fatto di cronaca: un medico che nascose per anni alla propria famiglia di aver perso il lavoro. Scoperto, uccise moglie e figli. Cantet cambia però un particolare rilevante, Vincent (eccezionale Aurélien Recoing) non è un medico, ma un uomo d’affari che finge di aver trovato lavoro in una banca svizzera e che ammazza il tempo tra le stazioni di servizio e uno chalet di montagna. La sua inedia diventa allora la metafora dei ritmi di lavoro, insieme vaghi e totalizzanti, del neo-capitalismo.
Il film è stato premiato con il Leone dell’anno nella sezione “Cinema del Presente” alla Mostra di Venezia nel 2001.
 
ore 17.00
La classe(Entre les murs, 2008)
Regia: Laurent Cantet; soggetto: dal romanzo omonimo di François Bégaudeau; sceneggiatura: F. Bégaudeau, Robin Campillo, L. Cantet; fotografia: Pierre Millon; montaggio: Robin Campillo; interpreti: F. Bégaudeau, Nassim Amrabt, Laura Baquela, Cherif Bounaïdja Rachedi, Juliette Demaille, Dalla Doucoure; origine: Francia; produzione: Haut et Court, Canal +, France 2 Cinéma, Memento Films Production, Centre National de la Cinématographie; durata: 128′
Un anno scolastico in una scuola media difficile del 19° arrondissement (rione) di Parigi. François cerca, come può, di tenere sveglia l’attenzione dei propri studenti. Incassa qualche successo, ma commette anche degli errori. Uno studente difficile, che sembrava reinserirsi nella vita scolastica, entra in conflitto aperto con il professore, quest’ultimo non riesce a gestire la situazione, il ragazzo sarà espulso. La classe è il primo film sulla scuola girato interamente tra le mura di una scuola. Gli attori sono veri professori e alunni che, dopo un laboratorio con Cantet durato un anno, hanno interpretato dei personaggi di finzione.
Il film è stato premiato al Festival di Cannes 2008 con la Palma d’oro.
 
ore 19.15
Les Sanguinaires (I sanguinari, 1997)
Regia: Laurent Cantet; soggetto: L. Cantet, con la collaborazione di Gilles Marchand; fotografia: Pierre Milon; montaggio: Robin Campillo, Stephanie Leger; interpreti: Frédéric Pierrot, Catherine Baugué, Marc Adjadj, Nathalie Bensard, Vincent Simonelli, Jalil Lespert; origine: Francia; produzione: Haut et Court, La Sept-Arte; durata: 68′
François ha un’idea: passare il capodanno del 2000 lontano dai festeggiamenti, dalle folle, dal mondo moderno. Riesce a convincere la famiglia ed alcuni amici a rifugiarsi in un’isola deserta, priva di contatti con il mondo esterno. Nel primo film di Cantet, realizzato per la televisione, c’è uno dei suoi temi più ricorrenti, e che ritroveremo nel suo ultimo film, dove il protagonista si chiama François cosi come ne Les Sanguinaires: il desiderio di radicalità e la contraddizione tra l’individuo e il gruppo.
Il film è stato selezionato alla Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 1997, nella sezione Officina Veneziana.
 
ore 21.00
Bled number one (2006)
Regia: Rabah Ameur-Zaïmeche; soggetto e sceneggiatura: R. Ameur-Zaïmeche, Louise Thermes; fotografia: Lionel Sautier, Hakim Si Ahmed, Olivier Smittarello; montaggio: Nicolas Bancilhon; musica: Rodolphe Burger; interpreti: Meryem Serbah, Abel Jafri, Rabah Ameur-Zaïmeche, Farida Ouchani, Ramzy Bedia, Sakina Dammene-Debih; origine: Francia/Algeria, produzione: Sarrazink Productions, Les Films du Losange, Centre National de la Cinématographie; durata: 97′
Il secondo film di Rabah Ameur-Zaimeche è il pre-quel di Wesh wesh. Ritroviamo Kamel in Algeria, subito dopo essere stato espulso dalla Francia, prima del suo tragico ritorno da clandestino in Francia. Attraverso lo sguardo di Kamel, ossia di Rabah che lo interpreta, lo spettatore vede dall’interno la contraddizione dell’Algeria contemporanea, paese lacerato tra il desiderio di modernità e le antiche tradizioni.
Il film è stato presentato in Selezione Ufficiale al Festival di Cannes di 2006, nella sezione Un Certain Regard.
Vietato ai minori di anni 18
 
a seguire
Incontro con Rabah Ameur-Zaïmeche

Date di programmazione