Alla fine del primo conflitto mondiale le autorità militari intraprendono una pietosa opera di raccolta e riconoscimento delle salme riesumate dai vari cimiteri militari e dalle innumerevoli sepolture improvvisate. Vengono riordinati circa 1.500 cimiteri e 200.000 tombe, si raccolgono oltre 70.000 salme sparse e si identificano alcune migliaia di caduti, tuttavia oltre 200.000 di essi rimangono ignoti e senza sepoltura.
Per le tante famiglie dei caduti senza nome e per l’intero Paese uscito prostrato dal conflitto, l’Italia – come del resto tutti i Paesi coinvolti nel conflitto: sono diversi milioni i caduti della Grande Guerra, molti dei quali sconosciuti – istituisce la figura del Milite Ignoto, mito religioso e civile capace di rappresentare il sacrificio e il patriottismo del popolo in armi.
Undici salme di caduti ignoti provenienti dai vari campi di battaglia vengono riunite nella basilica di Aquileia, dove attraverso un complesso rituale la madre di un volontario triestino disperso, Maria Bergamas, sceglie il caduto senza nome che simboleggia il sacrificio della Nazione intera. Caricata su un treno speciale con i simboli della vittoria, la bara prescelta viaggia lentamente da Trieste a Roma tra folle reverenti e indescrivibili scene di patriottismo e di lutto.
La più imponente manifestazione dell’Italia unita che esce dalla guerra culmina il 4 novembre 1921 a Roma, alla presenza del re Vittorio Emanuele III, con un grande corteo e con la salma del Milite Ignoto tumulata con tutti gli onori al Vittoriano, mausoleo reale inaugurato nel 1911, che diventa l’Altare della Patria di tutti gli italiani. Gli operatori della Federazione Cinematografica Italiana e dell’Unione Fototecnici Cinematografici vengono autorizzati a riprendere tutte le fasi della cerimonia. Viene montato il film Gloria (67′), poi proiettato in tutte le principali città italiane e anche all’estero, dove viene accolto con patriottico favore dalle comunità degli emigranti. I proventi del film sono destinati al Comitato Nazionale degli Orfani di Guerra.
Il restauro di Gloria è stato realizzato dalla Cineteca del Friuli a partire da materiali conservati presso la Cineteca Nazionale di Roma: tre copie e due frammenti positivi su supporto nitrato, estremamente eterogenei tra loro per lunghezza e montaggio, con didascalie in italiano, spagnolo e portoghese. Un primo intervento di restauro era stato effettuato nel 2000 a partire dall’unica copia allora disponibile. In seguito al ritrovamento di nuove copie è stato possibile integrare il primo intervento con 400 metri di inquadrature mancanti. Il montaggio è stato ricostruito secondo un criterio cronologico e in base alle informazioni storiche sullo svolgersi dell’evento. Le didascalie in lingua straniera sono state tradotte in italiano e ricostruite rispettando il cartiglio originale dell’epoca. Il restauro è stato eseguito presso il laboratorio di Bologna L’Immagine Ritrovata nel 2006-2007.