Cinema Trevi: (In)visibile italiano: Sergio Capogna, Enzo Battaglia, Franco Indovina. Terza parte. Alle 20.30 incontro moderato da Marco Giusti con Lorenza Indovina, Roberto Andò, Giancarlo Dettori, Angelo Guglielmi, Roberto Perpignani
09 Aprile 2009 - 09 Aprile 2009
Ultimo appuntamento di (In)visibile italiano. Questa terza parte è tutta dedicata a Franco Indovina attraverso la proiezione della versione integrale televisiva, per gentile concessione di Rai Teche, di quel piccolo gioiello chiamato Storie dell’anno mille (la versione cinematografica dalla durata molto più breve s’intitola Tre nel mille). A seguire un incontro con l’attrice, figlia del cineasta, Lorenza, e per finire, il suo esordio al lungometraggio: Ménage all’italiana (1965) con uno strepitoso Ugo Tognazzi, attorniato da magnifiche e indimenticabili attrici, da Dalida a Maria Grazia Buccella e a una giovanissima Romina Power.
Franco Indovina (Palermo, 1932-1972) s’interessa sin da giovane al teatro, collaborando con maestri come Giorgio Strehler e Luchino Visconti. Al cinema si avvicina nel 1960 in qualità di aiuto di Michelangelo Antonioni (L’avventura, La notte, L’eclisse), di Francesco Rosi (Salvatore Giuliano), di Vittorio De Sica (Matrimonio all’italiana). Come regista firma l’episodio Latin Lover de I tre volti (1964), dirigendo la principessa Soraya, che diventerà poi sua compagna. Il suo primo lungometraggio è la commedia di costume, Ménage all’italiana (1965). Il suo ultimo (in una filmografia tragicamente ridotta a soli 4 film e due episodi) è Giochi particolari (1970), film che indaga sulla crisi coniugale di una coppia. Muore appena quarantenne nel tragico incidente aereo di Punta Raisi, alle porte della sua Palermo. Sui film che ci ha lasciato, così li ricorda il suo amico Roberto Andò: «Franco Indovina è stato peraltro un regista eccentricamente non etichettabile, frequentatore di generi disparati, dalla commedia nera, al grottesco, al plot esistenziale, sino al medioevo inedito di Tre nel mille […]. Non è facile immaginare che tipo di film avrebbe fatto dopo [il] sorprendente Tre nel mille, dove il medioevo diviene l’occasione per uno squarcio da dopostoria, pervaso di pietas e humour. La sua filmografia disegna il ritratto di un intellettuale, affascinato da una varietà di toni di voce, da registri diversi, anche inediti nella nostra più comune congerie stilistica, dalle zone più impervie del raccontare e attratto dai grandi attori, da Sordi a Tognazzi a Gassmann a Mastroianni. Molte volte si è usata l’immagine della crisalide per indicare il lavoro del cineasta e mai essa ha rischiato di apparire così adatta come in questa circostanza. Come sempre, anche in modo terribile, nel cinema, si intrecciano in modo struggente e lucido, ciò che è dentro al fotogramma e ciò che è rimasto fuori. Anche in questo la parabola di Franco Indovina riverbera una luce speciale, che durerà nel tempo».
Proiezioni a ingresso gratuito
ore 17.00
Storie dell’anno mille (1971)
Regia: Franco Indovina; soggetto e sceneggiatura: Luigi Malerba, Tonino Guerra; fotografia: Giulio Albonico; musica: Egisto Macchi, Ennio Morricone, Giorgio Nataletti; montaggio: Lina Anzalone; interpreti: Franco Parenti, Carmelo Bene, Giancarlo Dettori, Luciano Lorcas, Luigi Ballista, Piero Vida; origine: Italia; produzione: Nexus Film, Rai; durata: 187′
A pochi giorni dall’arrivo dell’anno Mille – portatore secondo i profeti di terribili sventure – il cavaliere Fortunato e i due soldati Pannocchia e Carestia attraversano l’Italia tra incredibili avventure: arriverà l’anno fatidico ma l’unica disgrazia di cui ci sarà traccia sarà la scoperta da parte del cavaliere del tradimento della moglie. «Tre nel mille (1971) porta a compimento questo processo di evoluzione presentando un gruppo di personaggi umiliati dalla fortuna, calati nella cruda realtà di un medioevo nel quale sono compendiati, simbolicamente, tutti i mali, le brutture e i disinganni che la gente umile ha subito e subirà nella storia. Fu un film non troppo fortunato sotto il profilo commerciale, ma certamente indicativo di una personalità ormai considerevole, che avrebbe potuto darci opere orientate nella direzione di uno stimolante cinema psicologico. Chi sa quanti progetti aveva, povero Franco. Chi sa quanti propositi, quanto desiderio di fare sempre di più, sempre meglio, per l’affermazione di un’arte alla quale aveva dedicato tutto se stesso. I suoi sogni, purtroppo, si sono infranti su una roccia» (Napoli).
Versione televisiva integrale per gentile concessione di Rai Teche
ore 20.30
Incontro moderato da Marco Giusti con Lorenza Indovina, Roberto Andò, Giancarlo Dettori, Angelo Guglielmi, Roberto Perpignani
a seguire
Ménage all’italiana (1965)
Regia: Franco Indovina; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Sonego, F. Indovina; fotografia: Otello Martelli; musica: Ennio Morricone; montaggio: Alberto Gallitti, Pasquale Romano; interpreti: Ugo Tognazzi, Anna Moffo, Monica Silwes, Dalida, Susanna Clem, Maria Grazia Buccella; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica; durata: 107′
Alfredo, ex infermiere e commerciante di poco successo, ha un debole per le donne: quante ne avvicina, tante ne ama e desidera sposare. Falsificando i suoi documenti, riesce a sposare Giovanna, una cantante, che gli vuole veramente bene, ma la lascia per Ulla, una svedese. Sempre con documenti da scapolo, sposa, via via, Carmelina, una ricca gelosa, Stella, una minorenne, Egle, una sventata, Anna, una ambiziosa, Ester, una donna anziana, Erika, una tedesca. Dopo ogni connubio Alfredo scompare. Quando il poligamo viene inseguito dai tutori dell’ordine per ragioni finanziarie, Alfredo fiuta una soluzione molto macabra ma capace di risolvergli tutti i problemi.
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