Cinema Trevi: Indipendente italiano: Il cinema sospeso di Gianluca Colitta. Alle 21.15 incontro con l’autore
30 Aprile 2010 - 30 Aprile 2010
«Credo che La nebbia, per quel che può valere, chiuda un periodo di totale ricerca sull’immagine e sul tempo, oltreché sul tema dell’assenza e della perdita. Credo chiuda un momento estetico per aprirne un altro. Il film si chiude col nero anche per questo; come un ritorno al caos. Sento di aver finito per questa strada. Le mie cose successive saranno diverse. Ovviamente non so come, ma differenti». Sono parole di Gianluca Colitta, giovane autore cinematografico, classe 1979, che si occupa di cinema e video sin dal 1996. Ma è dal 2004 che ha inizio una nuova cifra stilistica, basata su una narrazione sospesa e su una ricerca poetica sull’assenza e sulla perdita. Parole d’amare viene realizzato con l’amara consapevolezza che l’amore è ormai finito. Nelle pietre è una drammatica storia d’amore e di pazzia. La nebbia è la fine di tutto. Parole d’amare e Nelle pietre hanno riscosso successo e vinto svariati premi in vari festival e rassegne italiane. La nebbia, ultima fatica del regista, viene presentata in anteprima al Cinema Trevi.
Proiezioni a ingresso gratuito
ore 21.15
Incontro con Gianluca Colitta
a seguire
Parole d’amare (2004)
Regia e soggetto: Gianluca Colitta; sceneggiatura: G. Colitta, Massimiliano Perrotta; fotografia: Luca Corretti; musica: Christian Chironi, Andrea Musio, o-side; montaggio: Marco Grandinetti; interpreti: Tiziana Santercole, Marco Castelli; origine: Italia; produzione: L’Autodidatta; durata: 12′
«Carmela si sveglia di primo mattino: appare stanca, triste, malinconica. È preda di un passato sereno, forse addirittura felice, quello condiviso con Pietro (Marco Castelli), un clown di provincia, una specie di prestidigitatore, di bonario maghetto senza arte né parte. M’interessava mettere a fuoco l’elemento della perdita dell’altro come parte di sé e, quindi, come perdita di se stessi, come annichilimento. M’interessava illuminare la consapevolezza della fine incombente, il momento nel quale la protagonista smette di amare per amarsi, per donarsi, per capirsi. Per capire cioè la necessità di voltar pagina. Questa fase, sentimentalmente, determinerà le sue scelte future. Ora deve decidere se restare legata ad un uomo che l’ama, ma per il quale non avverte più alcun trasporto, oppure abbandonarlo, perché incapace di amarlo come un tempo. Ma è un processo lento e difficile; e il film non ne racconta che l’inizio» (Colitta).
a seguire
Nelle pietre (2008)
Regia, soggetto e sceneggiatura: Gianluca Colitta; collaborazione alla sceneggiatura: Alessio Trabacchini; fotografia: Luca Corretti; musica: Luigi Porto; montaggio: Giuseppe Truppi; interprete: Tiziana Santercole; origine: Italia; produzione: G. Colitta, Filmaker25fps; durata: 9′
«Nelle pietre è ambientato nelle aeree archeologiche di Sperlonga (LT) e Minturno (LT). Attraverso la metafora dei luoghi e degli spazi (della villa di Tiberio, dell’antica Minturnae) il corto presenta un momento di solitudine e smarrimento e racconta le suggestioni sonore di cui è preda la giovane donna protagonista, nel rievocare i ricordi di un amore ormai finito. Fra quelle pietre d’antica bellezza riaffiorano i sentimenti vissuti tempo addietro. In quelle rovine la ragazza crede di rincontrare il suo amato; da esse si fa travolgere; con esse, nel drammatico finale, si fonderà. La pietra, dunque, come evocazione del passato: storico e esistenziale; lo spazio come luogo dell’anima; la rovina come specchio del Sé. Ecco, è questa la filosofia che tiene l’intero progetto: l’idea che l’antico possa farsi evocazione non della sua Storia ma della storia soggettiva di ciascuno. In questo modo io credo che la compenetrazione fra individuo e cultura, fra uomo e territorio, si realizzi nel modo più totale» (Colitta).
a seguire
La nebbia (2010)
Regia e soggetto: Gianluca Colitta; sceneggiatura: G. Colitta, Riccardo Papa, collaborazione alla sceneggiatura: Alessio Trabacchini; fotografia: Vincenzo Fiorini; scenografia: Valentina Malafronte; musica: Luigi Porto; montaggio: Diana De Paolis; interpreti: Marco Castelli, Tiziana Santercole; origine: Italia; produzione: G. Colitta, Omega Tech, Pi.Sa.Film, Movie Sound Editor; durata: 22′
La nebbia racconta la storia di due ex amanti che si rincontrano per dirsi addio definitivamente. Lui, un attore di provincia, e lei, una prostituta, una notte si ritrovano sotto la pioggia. Si parlano, si analizzano, cercano di fare chiarezza. Poi si separano ancora, fino al momento in cui entrambi, ormai distanti e soli, si sentiranno uniti, accomunati da uno spietato sentimento di consapevolezza. Sarà la consapevolezza della fine, del vuoto. «Mi rendo conto solo ora, a film quasi finito, del senso di sconfitta che viene fuori dal finale, del forte pessimismo che lo connota. Tutta la fiducia che mi aveva accompagnato in fase di scrittura si è perduta durante le riprese ed il montaggio, per cedere il passo ad un velato nichilismo, da cui razionalmente continuo a dire di voler fuggire. Perché vivere è difficile; ed è un impegno, incessante, che ci conferma tutti i giorni a noi stessi» (Colitta).