Home > Cinema Trevi: Immagini di una cultura in viaggio. Incontri con il cinema croato
Cinema Trevi: Immagini di una cultura in viaggio. Incontri con il cinema croato
11 Novembre 2010 - 14 Novembre 2010
Una rassegna di cinema croato a Roma è un vero evento. Ancor più importante se si tiene conto che si tratta della prima a essere realizzata con l’ausilio delle istituzioni ufficiali e con l’obiettivo di promuovere il cinema croato in Italia, favorendo al tempo stesso lo scambio culturale tra i due paesi. Per il pubblico di una delle città più “cinematografiche” del mondo, dunque, abbiamo pensato a una manifestazione gratuita che non solo fosse in grado di variare sugli oltre sessant’anni della produzione cinematografica del paese, ma che fosse anche in grado di orientarsi su più fronti e su diverse linee. Alla necessità di mostrare alcune delle opere fondamentali della storia della cinematografia croata, infatti, sono stati affiancati alcuni dei titoli più emblematici del cinema recente di fiction, ma anche dato rilievo a una realtà estremamente significativa come il documentario. Una rassegna che ha dunque radici storiche (Lisinski, realizzato durante l’occupazione nazista, è da considerarsi il primo lungometraggio sonoro croato) e che spazia attraverso opere di snodo estetico, presentando alcuni dei film più apprezzati del cinema d’autore dei decenni successivi. Come quelli degli anni Sessanta, periodo in cui la lobby delle grandi produzioni s’indebolisce e fioriscono personalità autoriali (come Berković e Papić) capaci di animare la grande stagione della New Wave jugoslava. Proprio agli anni Sessanta si fanno risalire anche i risultati più importanti della “scuola di animazione zagabrese”, i cui primi passi sono già del periodo antecedente la seconda guerra mondiale, e che nel 1961 viene insignita dell’Oscar (ad oggi ancora l’unico della storia del cinema croato) grazie a Surogat di Dusan Vukotić. Alla fine di questo periodo estremamente fecondo, viene realizzata la commedia musicale Tko Pjeva zlo ne misli di Krešo Golik, uno dei film più amati dal pubblico croato di tutti i tempi.
Nei due successivi decenni si dissolve il controllo ideologico, ma con esso viene meno anche la Jugoslavia. Gli anni Novanta sono segnati dalle distruzioni e dalle rovine, il territorio viene sconvolto dalla guerra e i paesi che la costituivano si dividono proclamando la propria indipendenza. L’inizio del conflitto viene raccontato in chiave comica da Vinko Brešan nel suo Kako je počeo rat na mom otoku.
Con la fine della guerra, alla fine dello scorso decennio, emergono una serie di giovani autori (come i multipremiati Goran Dević, Zvonimir Jurić, Dalibor Matanić, Arsen Anton Ostojić) che affascinano sempre di più anche il pubblico d’oltreconfine, fiorisce la produzione nazionale e si sviluppa quella indipendente. La (nuova) stagione del cinema croato è appena iniziata, questa è solo una piccola parte… a voi ora il piacere di condividerla.
La rassegna è a cura di Tina Hajon ed è patrocinata dall’Ambasciata della Repubblica di Croazia e Associazione Italo Croata a Roma con il sostegno del Centro Audiovisivo Croato, Croatia Airlines e Deseo Home. Organizzazione in Croazia: Hrvoje Juvančić. Selezione dei film a cura di Carmen Lhotka, Francesco Crispino e Tina Hajon. Si ringraziano per la collaborazione Cineteca Croata, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Jadran Film, Hrvatska radiotelevizija.
Retrospettiva a ingresso gratuito
 
giovedì 11
ore 17.00
H-8… (id., 1958)
Regia: Nikola Tanhofer; soggetto: Zvonimir Berković; sceneggiatura: Z. Berković, Tomislav Butorac; fotografia: Slavko Zalar; scenografia: Zdravko Gmajer; costumi; Olga Maruševski; musica: Dragutin Savin; montaggio: Radojka Ivančević; interpreti: Boris Buzančić, Đurđa Ivezić, Antun Vrdoljak, Vanja Drach, Stane Sever, Marija Kohn; origine: Jugoslavija; produzione: Jadran film; durata: 107′
L’autista di una macchina sconosciuta, che scapperà immediatamente dal luogo dell’incidente, provoca lo scontro tra un autobus e un furgone in cui perdono la vita otto persone. All’inizio il narratore ci immerge nell’intreccio indicandoci i posti che si riveleranno “mortali” nell’autobus. Lo spettatore però non sa chi li occuperà e rimarrà nell’incertezza fino alla fine. La pianista Alma, spiegando la forma musicale della “fuga” al compagno di viaggio Boris, svela il principio della costruzione del film: nella “fuga”, dice, ci sono motivi che s’intrecciano e che hanno uno scopo comune; nello stesso modo, i passeggeri dell’autobus, le diverse persone che viaggiano, vanno verso una stessa meta. Il film ha vinto tutti i principali premi (miglior regia, sceneggiatura e premio del pubblico) al Pola Film Festival e ha ricevuto un riconoscimento anche al festival di Londra.
 
ore 19.00
Prljavi mali mjehurići (Bollicine sporche, 2008)
Regia: Ivan Livaković; sceneggiatura: I. Livaković; fotografia: Marko Jerbić; musica: Martian War Machine; montaggio: Borna Buljević; interpreti: Goran Bogdan, Ana Maras, Nera Stipičević, Iva Visković, Mirjana Ţepek; origine: Croazia; produzione: Akademija dramske umjetnosti Sveučilišta u Zagrebu; durata: 12′
Un cortometraggio che tematizza rapporti interpersonali e tradimenti, emozioni di gelosia e rabbia, e dove i diversi ruoli (marito, moglie, amante) alla fine risultano troppo simili, quando sono percepiti da diversi punti di vista. Con questo film Livaković ha vinto il premio Jelena Rajković (premio per il miglior film realizzato da
un regista con meno di trent’anni). La sperimentazione è a diversi livelli: dalla sceneggiatura alla fotografia, alla scenografia (le insolite inquadrature, il colore) e al montaggio (i veloci cambiamenti del ritmo, il gioco con il tempo). La linea tra la realtà e la finzione è molto sottile e a momenti lascia perplessi. L’autore dice di essersi ispirato a Woody Allen, quando sostiene che «la vita non imita l’arte, ma la TV di cattivo gusto».
 
a seguire
Kako je počeo rat na mom otoku (Com’è iniziata la guerra sulla mia isola, 1996) Regia: Vinko Brešan; sceneggiatura: Ivo Brešan, V. Brešan; fotografia: Živko Zalar; scenografia: Ivica Trpčić; costumi: Vanda Ninić; musica: Mate Matišić; montaggio: Sandra Botica-Brešan; interpreti: Vlatko Dulić, Ljubomir Kerekeš, Ivan Brkić, Predrag Vušović Pređo, Boţidar Orešković, Ivica Vidović; origine: Croazia; produzione: HRT – Hrvatska radiotelevizija; durata: 101′
Nel 1991 Blaž Gajski arriva su una piccola isola dell’Adriatico per liberare il figlio dalla caserma. In quegli anni, infatti, le caserme croate erano ancora sotto il controllo dell’esercito jugoslavo che non riconosceva la Croazia come nuovo stato. Aleksa, il capo della caserma, ha i depositi pieni di esplosivo e minaccia tutta l’isola. La popolazione locale e la nuova amministrazione pensano che la cosa migliore da fare sia cercare di convincere lui e il suo esercito ad arrendersi. Aleksa, però, vive sull’isola da dieci anni ed è parte integrante della comunità locale che, per convincerlo a desistere, organizza una serie di eventi musicali e teatrali. Commedia vincitrice al Pola Film Festival nel 1996, ha avuto uno straordinario successo nelle sale cinematografiche croate (350 mila spettatori nei primi mesi, che è un ottimo risultato se paragonato ai film distribuiti negli ultimi decenni).
 
ore 21.00
La strada (id., 2004)
Regia: Damir Čučić; sceneggiatura: D. Čučić, Leon Rizmaul; fotografia: Boris Poljak; musica: Goran Štrbac; montaggio: Slaven Zečević; origine: Croazia; produzione: Hrvatski Filmski Savez; durata: 29′
La strada principale di Vodnjan nella società contemporanea è il paradigma del quasi dimenticato ritmo di vita tipico delle città mediterranee. Tutte le cose importanti si svolgono in strada: gli abitanti osservano, parlano, stanno insieme, cantano e ballano. Si incrociano i diversi strati sociali, le culture, i periodi storici, la mentalità mediterranea e quella slava. Anche se tutto è diverso, sembra che tutto abbia la stessa cadenza. Nel 2004 alle Giornate del cinema croato a Zagabria ha vinto il premio per la migliore fotografia.
 
a seguire
Volim te (Ti amo, 2005)
Regia: Dalibor Matanić; sceneggiatura: D. Matanić; fotografia: Branko Linta; scenografia: Željka Burić; costumi: Ana Savić Gecan; musica: Jura Ferina, Pavle Miholjević (Svadbas); montaggio: Tomislav Pavlić; interpreti: Krešimir Mikić, Nataša Janjić, Leon Lučev, Ivana Roščić, Zrinka Cvitešić, Ivana Krizmanić; origine: Croazia; produzione: HRT – Hrvatska radiotelevizija; durata: 82′
Un giovane diventa sieropositivo per caso, in seguito a una trasfusione. La sua vita cambia completamente, da un giorno all’altro. Lui che faceva parte della “gioventù d’oro”, lavorando come copywriter e fidanzato con una bella ragazza in carriera, viene licenziato. Tutti lo abbandonano e così lui decide di vendicarsi. Inizia a disseminare il virus finché un incontro non cambierà tutto…
 
venerdì 12
ore 17.00
Lisinski (id., 1944)
Regia: Oktavijan Miletić; sceneggiatura: Milan Katić; fotografia: O. Miletić, Ivan Zettlinger; scenografia: Marijan Kopajtić, Vladimir Žedrinski; costumi: V. Žedrinski; musica: Boris Papandopulo; montaggio: Branko Marjanović; interpreti: Branko Špoljar, Lidija Dominković, Srebrenka Jurinac, Veljko Maričić, Tomislav Tanhofer, Hinko Nučić; origine: NDH – Stato Indipendente di Croazia; produzione: Hrvatski slikopis; durata: 90′
Un giovane e talentuoso insegnante di pianoforte, con il supporto di amici patrioti, cerca di farsi largo come compositore, malgrado l’ambiente ostile e la debole salute. S’innamora della bella Hedviga, ma pensa di non esserne all’altezza. Spronato da un amico, Striga, scrive la canzone patriottica e la prima opera croata. La composizione di quest’ultima sarà però acclamata e utilizzata come strumento di educazione musicale solo dopo la sua morte, perché nella cerchia musicale del suo paese non sarà mai pienamente accettato. Primo lungometraggio sonoro della cinematografia croata, realizzato durante il periodo dello Stato Indipendente della Croazia (NDH) con chiaro intento propagandistico. Miletić cerca di evitare il dettato ideologico, riuscendovi in buona parte.
 
ore 19.00
Rondo (Rondò, 1966)
Regia: Zvonimir Berković; sceneggiatura: Z. Berković; fotografia: Tomislav Pinter; scenografia: Željko Senečić; costumi: Ljubica Wagner; montaggio: Radojka Tahhofer: interpreti: Stevo Žigon, Milena Dravić, Relja Bašić, Zvonimir Rogoz, Rudolf Kukić, Boris Festini; origine: Jugoslavija; produzione: Jadran film; durata: 94′
Ogni domenica pomeriggio il giudice Mladen gioca a scacchi dall’amico Fedja e sua moglie Neda. Tra Mladen e Neda nasce l’attrazione che porta allo sconvolgimento della routine domenicale e alla necessità d’instaurare di nuovo, in qualche modo, l’equilibrio tra i tre. Pinter, noto direttore della fotografia, grazie anche all’apporto di attori famosi (M. Dravić, R. Bašić, S. Žigon), crea interessanti profili psicologici dei tre protagonisti, ritratti nel triangolo matrimoniale. Questo film “da camera” (quasi interamente ambientato in un solo ambiente), con un’interessante struttura cinematografica, afferma una nuova moderna sensibilità nella cinematografia croata ed è sicuramente una delle opere chiave del periodo. È anche uno dei pochi film croati che è stato inserito nella regolare programmazione cinematografica di molti paesi europei.
 
ore 21.00
Maestro Koko (id., 1968)
Regia: Zlatko Grgić, Boris Kolar, Ante Zaninović; sceneggiatura: Z. Grgić, B. Kolar, A. Zaninović; animazioni: Z. Grgić, B. Kolar, A. Zaninović; scenografia: Z. Bourek, B. Varadin, S. Matić; musica: Tomica Simović; origine: Jugoslavija; produzione: Zagreb Film, Windrose Film; durata: 9′
Nella città del Professor Balthazar vive un famoso musicista: il Maestro Koko. Oltre alla musica, la sua passione sono i gelati. Un giorno ne mangia talmente tanti da ammalarsi, e non riesce più a suonare. Sconfortato, il Maestro Koko si allontana dalla città e Balthazar parte alla sua ricerca. Professor Baltazar è una serie d’animazione composta da 59 episodi. Fino ad oggi è il progetto della scuola d’animazione di Zagabria che ha avuto più successo in assoluto. L’insolito inventore Baltazar ha girato il mondo facendo divertire i piccoli e i grandi.
 
a seguire
Ta divna Splitska noć (Quella bella notte a Spalato, 2004)
Regia: Arsen Anton Ostojić; sceneggiatura: A. A. Ostojić; fotografia: Mirko Pivčević; scenografia: Velimir Domitrović; costumi: Branka Tkalčec; musica: Mate Matišić; montaggio: Dubravko Slunjski; interpreti: Mladen Vulić, Nives Ivanković, Mariko Prga, Marija Škaričić, Vicko Bilandžić, Ivana Roščić; origine: Croazia; produzione: Alka film; durata: 100′
La città di Spalato è descritta attraverso tre storie divise dal tempo (tutto succede due ore prima del capodanno), dallo spazio (il Palazzo di Diocleziano), dall’ambiente (il mondo dei tossici, piccoli e grandi spacciatori). La festa di capodanno nella piazza centrale della città è il punto che lega tutti i protagonisti. «Era emozionante vedere come Ostojić (in collaborazione con il brillante operatore Mirko Pivčević) usasse cinematograficamente il Palazzo di Diocleziano. Il film è in bianco e nero e con questa scelta sono meravigliosamente pronunciate le tessiture in pietra e il “chiaroscuro” notturno. Usando una grande gru e precise prospettive d’uccello, Pivčević e Ostojić hanno esaltato la verticalità della città mediterranea e hanno dato al film un timbro magico e fiabesco» (Jurica Pavičić). Al Pola Film Festival ha vinto i premi per miglior fotografia, montaggio e opera prima. Al Sarajevo Film Festival ha vinto il premio speciale della giuria.
 
sabato 13
ore 17.00
Lisice (Le manette, 1969)
Regia: Krsto Papić; sceneggiatura: Mirko Kovač, K. Papić; fotografia: Vjenceslav Orešković; costumi: Tonka Duplančić; musica: Miljenko Prohaska; Silvije Glojnarić, Boško Petrović; montaggio: Lida Braniš; interpreti: Fabijan Šovagović, Adem Čejvan, Jagoda Kaloper, Ilija Ivezić, Fahro Konjhodžić; origine: Jugoslavija; produzione: Jadran film; durata: 77′
In Jugoslavia, nel 1948, in seguito al conflitto e alla divisione tra Tito e Stalin, vengono promosse delle “purghe” all’interno delle strutture di potere. In quest’atmosfera di paura e di violenza apparentemente soppressa, in un villaggio sperduto di Dinara si svolge una festa di nozze. Il film affronta un grosso tabù della storia jugoslava: il periodo successivo alla risoluzione dell'”Informbiro”. Nel paesaggio rurale carsico di Dinara, Papić ritrova tutti gli elementi chiave tipici della tragedia classica, a cominciare dalla struttura. Da un lato dimostra la ripetitività e l’atemporalità degli avvenimenti politici e dall’altro la loro crudeltà, ristabilendo alla fine lo stesso ritmo universale iniziale. Alla sua uscita il film causò molte polemiche di natura politica. Non piaceva né ai comunisti, né alle correnti politiche opposte. La commissione di Stato che rilasciava i permessi per la partecipazione ai festival internazionali ne proibì la partecipazione a Cannes. Nonostante ciò, il film ha riscosso molto successo all’estero.
 
ore 19.00
Dečko kojem se žurilo (Il ragazzo che aveva fretta, 2001)
Regia: Biljana Čakić Veselić; soggetto e sceneggiatura: B. Č. Veselić; fotografia: B. Č. Veselić, Boris Krstinić, Nebojša Slijepčević, Predrag Vekić, Tomislav Škaro; musica: Stampedo; montaggio: Uja Irgolić; origine: Croazia; produzione: Factum – Dokumentarni Filmski Projekt; durata: 52′
Ivan, il fratello dell’autrice, è scomparso all’inizio della guerra e la madre ha dedicato la propria vita alla sua ricerca. Nella prima parte del film, Veselić ripercorre la propria infanzia e il passato della propria famiglia, le storie di sua nonna e del nonno, scomparso nel 1945, il ritorno del quale la donna ha atteso per tutta la vita. Il film racconta l’inizio della guerra e segue l’intera ricerca delle due donne. Fino a quando vengono ritrovate le persone con le quali Ivan ha passato i suoi ultimi giorni. «La forte catarsi del finale […] dà un senso completamente diverso alle premesse iniziali del documentario. Per questo motivo, il film deve essere visto più volte» (Petar Krelja). Il film è stato proiettato in molti festival e premiato a Zagabria, Dubrovnik, Toronto e Stoccolma. È stato inoltre il candidato croato agli Oscar nella categoria dei documentari.
 
a seguire
Žuti mjesec (Luna gialla, 2009)
Regia: Zvonimir Jurić; sceneggiatura: Z. Jurić; fotografia: Jakov Lerotić; montaggio: Vladimir Gojun; interpreti: Lana Barić, Marija Škaričić; origine: Croazia; produzione: Propeler film; durata: 17′
Il campanello suona e Lana apre la porta. C’è la sua nuova vicina Marija che è venuta a salutarla. Dopo una breve conversazione, Marija sta per andarsene quando Lana le chiede di rimanere ancora un po’… Una trama molto semplice, con ottimi dialoghi e fine umorismo. Il film ha vinto molti premi: a Drama in Grecia, al Festroia festival in Portogallo, a Sarajevo Film Festival e a Vukovar ed è stato anche il primo cortometraggio croato in concorso alla Berlinale dopo la dichiarazione d’indipendenza del Paese. Vince il Cuore di Sarajevo per il miglior cortometraggio.
 
a seguire
Poplava (L’alluvione, 2010)
Regia: Goran Dević; sceneggiatura: G. Dević; fotografia: Jure Černec, Tamara Cesarec; musica: Pavao Miholjević, Jura Ferina; montaggio: Vanja Siruček; origine: Croazia; produzione: Petnaesta umjetnost, Centar za mirovne studije; durata: 40′
Kosinj e i villaggi intorno, tutti situati nella Lika, una regione poco urbanizzata e trascurata da tutti governi, vengono inondati con regolarità dalle acque del fiume omonimo. All’incirca ogni vent’anni, però, gli allagamenti sono straordinari. Tanto che anche i villaggi a distanza di diversi chilometri dal fiume rimangono sott’acqua. L’intera regione diventa così un enorme lago, all’interno del quale si può comunicare solo usando le barche. Il film racconta l’esperienza di due volontari che, per le loro rispettive comunità, quella croata e quella serba, diventano l’unica via di comunicazione con il resto del mondo. Il film lascia raccontare la vicenda ai suoi protagonisti. Solo alla fine, quando ormai i media sono entrati in scena e arrivano in visita i rappresentanti del governo e della chiesa, i due vengono intervistati e “costretti” a entrare in uno spazio pubblico, tanto da perdere il controllo sul proprio… Al Sarajevo Film Festival vince il prestigioso premio Talent Grant di European Documentary Network. «Dević ritrae il fenomeno […] mostrando un grande senso del racconto per immagini (qui ancora più maturo rispetto ai lavori precedenti) senza perdere né il punto di vista, né la sottile ironia che riesce a far emergere dalle situazioni (come l’intervento dell’istituzione religiosa e politica, pronta a promettere interventi a cui il popolo ha ormai imparato a non dar credito) e che caratterizza i suoi lavori migliori» (Crispino).
 
ore 21.00
Incontro moderato da Francesco Crispino con Goran Dević (regista), Sanja Ravlic (Responsabile Sviluppo, Centro Audiovisivo Croato), Carmen Lhotka (direttrice della Cineteca croata), Sergio Grmek Germani (critico e storico cinematografico)
 
a seguire
Surogat (Surrogato, 1961)
Regia: Dusan Vukotić; sceneggiatura: Rudolf Sremec; fotografia: Zlatko Sačer; musica Tomislav Simović; montaggio: Tea Brunšmid; animazione: Leo Fabiani, Rudolf Mudrovčić; origine: Jugoslavija; produzione: Zagreb film; durata: 10′
Disegnato, animato e diretto da Dušan Vukotić, è una visione comica dell’alienazione dell’uomo contemporaneo, che sostituisce ogni cosa con i surrogati, perfino i rapporti emotivi. Qui Vukotić porta alla perfezione la tecnica dell’animazione ridotta, che ha reso celebre la Scuola d’animazione di Zagabria, liberandosi degli elementi superflui: i caratteri sono costruiti dalle combinazioni dei semplici elementi geometrici, la scenografia ridotta al minimo. Vincitore dell’Oscar (è, tra l’altro, il primo film d’animazione non-americano a riceverlo), ha ricevuto anche il primo premio al Film Festival di San Francisco e premi speciali a Cork, Bergamo e Oberhausen.
 
a seguire
Crnci (I neri, 2009)
Regia: Goran Dević e Zvonimir Jurić; soggetto e sceneggiatura: G. Dević, Zvonimir Jurić; fotografia: Branko Linta; scenografia: Mladen Ožbolt; costumi: Ivana Zozoli; montaggio: Vanja Siruček; interpreti: Ivo Gregurević, Emir Hadžihafizbegović, Rakan Rushaidat, Krešimir Mikić, Franjo Dijak; origine: Croazia; produzione: Kinorama, HRT – Hrvatska radiotelevizija; durata: 78′
È il tempo della guerra. Un’unità speciale dell’esercito chiamata Crnci (i neri) sarà sciolta perché è stata dichiarata la tregua. Ivo è il comandante che ha appena perso i tre uomini in un’azione e, prima di sciogliere l’unità, vuole riprendere i loro corpi e far esplodere una diga per vendicarsi con il nemico. Quelli che sono sopravvissuti vengono catapultati nell’azione, ognuno con i propri traumi e i propri dubbi. Ritroveranno il vero nemico, dove meno se lo aspettano, in se stessi… Il film tocca un altro tabù della storia recente croata. Ha partecipato a diversi festival europei, vincendo tre premi al Pola Film Festival e al Film Festival di Cottbus il premio Fipresci e quello per la regia.
 
domenica 14
ore 17.00
Tko pjeva zlo ne misli (Chi canta mal non pensa, 1970)
Regia: Krešo Golik; soggetto: Vjekoslav Majer; sceneggiatura: K. Golik; fotografia: Ivica Rajković; scenografia: Željko Senečić; costumi: Ljubica Wagner; musica: Živan Cvitković; montaggio: Katja Majer; interpreti: Relja Bašić, Mia Oremović, Mirjana Bohanec, Franjo Majetić, Tomislav Žganec, Vida Jerman; origine: Jugoslavija; produzione: Croatia film, Radna zajednica filma; durata: 93′
Il piccolo Perica vive con la madre Ana, casalinga e accanita lettrice di romanzi d’amore, e con il padre Franjo, che spesso beve qualche bicchierino di troppo. Quasi tutte le domeniche, senza essere invitata, si unisce a loro anche la sorella nubile della madre, Mina. La sua presenza innervosisce Franjo, al punto che i pranzi si concludono spesso con dei litigi. L’incontro casuale con il tenero ed elegante signor Fulir cambierà la routine giornaliera. In un’atmosfera d’autore, Krešo Golik “coraggiosamente” decide di girare una commedia musicale che mostra la vita della piccola borghesia a Zagabria prima della seconda guerra mondiale. Titolo molto apprezzato dal pubblico e apparentemente molto popolare, in realtà è una sottile critica della vita piccolo-borghese, di cui nasconde il vuoto e le frustrazioni.
 
a seguire
Drama oko cvijeća (Le api di Pino, 1977)
Regia: Ante Zaninović; sceneggiatura: A. Zaninović; animazioni: Vjekoslav Radilović, A. Zaninović, Janez Japl; scenografia: Z. Bourek, B. Varadin, S. Matić; musica: Tomica Simović; montaggio: Tea Brunšmid; origine: Jugoslavija; produzione: Zagreb Film, Windrose Film; durata: 10′
Anche la città del Professor Balthazar deve affrontare il problema dell’inquinamento. L’apicoltore Pino è costretto ad abbandonare la città per salvare le sue amate api e il miele che producono. Riuscirà anche questa volta il Professor Balthazar a risolvere il problema e a far tornare Pino in città?
 
ore 19.00
Trg 20 stoljeće na filmu (La piazza. Il XX° secolo sulla pellicola, 2009)
Regia: Hrvoje Juvančić; in collaborazione con Ivan Vidić, Ognjen Čaldarović, Davorka Feller, Ivan Marušić Klif, Joško Juvančić; sceneggiatura: Hrvoje Juvančić, I. Vidić, I. M. Klif, Davorka Feller, O. Čaldarović, J. Juvančić, Lala Raščić; montaggio: Hrvoje Juvančić, Davorka Feller, Damir Čučić, I. M. Klif; origine: Croazia; produzione: Hrvatska radiotelevizija; durata: 27′
Un esperimento documentaristico nel quale l’autore sceglie solo i materiali d’archivio girati in 16mm che hanno come tema Ban Jelačić, la piazza principale di Zagabria. Il materiale è stato poi “ripulito” da tutte le sequenze legate alla politica o con connotazioni ideologiche, quindi montato e commentato da diversi autori. Il materiale d’archivio sulla pellicola è quindi messo a confronto con il materiale digitale, rivelando come la pellicola mantenga una sorta di autenticità.
 
a seguire
Ritam zločina (Il ritmo del crimine, 1981)
Regia: Zoran Tadić; soggetto: Pavao Pavličić; sceneggiatura: P. Pavličić; fotografia: Goran Trbuljak; scenografia: Ante Nola; musica: Hrvoje Hegedušić; montaggio: Jasna Fulgosi; interpreti: Ivica Vidović, Fabijan Šovagović, Božidarka Frajt, Dragutin Klobučar, Zdenka Trach; origine: Jugoslavija; produzione: Televizija Zagreb, Centar film, RTV Beograd; durata: 90′
Ivica abita da solo nella casa ereditata da suo padre e suo nonno, a Trnje, un antico quartiere di Zagabria. Un pomeriggio gli fa visita un uomo particolare, Fabijan, che vorrebbe affittare una stanza. È appassionato di statistica, in particolare quella riferita ai crimini avvenuti a Trnje e in altri quartieri di Zagabria. Nello stesso tempo Zdenka, la donna amata da Ivica ai tempi della scuola, torna nel quartiere… «La tematica dell’ipotesi scientifica non viene rappresentata attraverso gli stereotipi dei film di fantascienza, ma si realizza in immagini oniriche capaci di abolire il limite tra sogno e realtà. È un’opera che è riuscita a superare i limiti del genere cinematografico di allora, senza cadere nella trappola dei tabù che censuravano i commenti critico-sociali cari al regista» (Ante Peterlić). Il ritmo del crimine è la chiave del cinema di genere e dalla critica è considerato il miglior film croato del decennio.
 
ore 21.15
Tri ljubavne priče (Tre storie d’amore, 2007)
Regia: Snjeţana Tribuson; sceneggiatura: S. Tribuson; fotografia: Branko Linta; scenografia: Željka Burić; costumi: Ivana Zozoli; musica: Jura Ferina, Pavao Miholjević; montaggio: Marina Barac; interpreti: Judita Franković, Ljiljana Bogojević, Dragica Srećković; origine: Croazia; produzione: Kinorama; durata: 25′
Tre storie sulla violenza domestica, il cui filo conduttore è un piccolo cane nero. Le statistiche dicono che i violentatori in famiglia sono recidivi nel 100% dei casi, ma in queste storie un caso su tre non è conforme ai dati statistici. Un film che mostra le diverse concezioni del rapporto amoroso e la maniera in cui esse impediscano di vedere la realtà. Il film è stato proiettato in molti festival internazionali e nel 2007, alle Giornate del cinema croato (a Zagabria), ha vinto il premio della critica per il miglior film. «La regista costruisce il film con lo stile del documentario di ricerca, usando il suo tipico, e riconoscibile, “humour nero”» (Goran Kovac).
 
a seguire
Metastaze (Le metastasi, 2009)
Regia: Branko Schmidt; sceneggiatura: Ognjen Sviličić; fotografia: Dragan Ruljančić; scenografia: Mladen Ožbolt; costumi: Željka Franulović; musica: Goran Bare; montaggio: Hrvoje Mršić, Vesna Lazeta; interpreti: Rene Bitorajac, Franjo Dijak, Robert Ugrina, Rakan Rushaidat, Jadranka Đokić; origine: Croazia; produzione: Telefilm e HRT – Hrvatska radiotelevizija; durata: 77′
Filip è appena tornato dalla Spagna dove era in una comunità per tossicodipendenti e incontra i vecchi amici del quartiere. Dejo è un tossicodipendente serbo spesso molestato da Krpa. Krpa è aggressivo, quotidianamente picchia a sangue sua moglie, tifa Dinamo e si considera il più intelligente del gruppo. Costruisce la propria posizione dominante molestando Kizo, un alcolizzato sensibile e emotivo, che cerca sempre di conciliare le situazioni tese create da Krpa e di fermarlo prima che inizia a malmenare qualcuno. Il film ci porta dentro un quartiere della periferia di Zagabria, mostrandoci le conseguenze della guerra e di vent’anni di corruzione, di criminalità e di violenza in tutti i livelli della società.

 

Date di programmazione