Home > Cinema Trevi: il mese di ottobre si apre con “89 mm dall’Europa e altri capolavori di Marcel Łoziński”, rassegna dedicata al maestro del documentario polacco. Il 2 ottobre alle 21.00 incontro con il regista.
Cinema Trevi: il mese di ottobre si apre con “89 mm dall’Europa e altri capolavori di Marcel Łoziński”, rassegna dedicata al maestro del documentario polacco. Il 2 ottobre alle 21.00 incontro con il regista.
01 Ottobre 2008 - 02 Ottobre 2008

La Cineteca Nazionale collabora alla sesta edizione del festival della cultura polacca “Corsopolonia”, organizzato dall’Istituto Polacco di Roma con The Polish Film Archive (Filmoteka Narodowa) e Kalejdoskop Film Studio. In rassegna al cinema Trevi i film di Marcel Łoziński, uno dei maggiori documentaristi polacchi, nominato all’Oscar per il suo film 89mm dall’Europa (in programma a conclusione della prima giornata). Il pubblico italiano potrà osservare il percorso del grande regista dal 1973 ad oggi. In totale saranno proiettati 16 documentari in lingua originale, consottotitoli in italiano.
 
Il regista incontrerà il pubblico giovedì 2 ottobre alle ore 21.00 dopo la proiezione del suo ultimo film E se fosse andata così.
 
Scrivono di lui  Marek Hendrykowski e Małgorzata Hendrykowska:
«Marcel Łoziński nasce a Parigi nel 1940 in una famiglia di intellettuali. I genitori, comunisti, partecipano alla Résistance. Rientrati in Polonia, partecipano alla costruzione del nuovo sistema politico. Cominciano a sentirsi delusi dal comunismo dopo il 1956 (allora il padre era corrispondente a Budapest). Marcel si laurea in telecomunicazioni al Politecnico di Varsavia. Dopo uno stage col famoso operatore Stanislaw Niedbalski, studia regia alla Scuola di Cinema di Łódź, dove stringe amicizia con Krzysztof Kieślowski. La sua passione è andare alla scoperta del mondo. Da quando è diventato cineasta vuole raccontare – girando con camera a mano – come stanno le cose. Pur occupandosi di documentari, ha sempre evitato la pura e semplice registrazione dei fatti ma non ha mai girato un film a soggetto, se si esclude il suo saggio scolastico. Non ammette i documentari a tesi, le soluzioni facili, il tutto bianco o il tutto nero. Con gli anni ha elaborato una sua teoria e pratica del documentario, poco ortodossa, che ammette l’elemento della messa in scena allo scopo di mettere in moto la realtà in esame. Marcel Łoziński è un professionista in ogni fibra del suo essere. Ha un’alta considerazione per le necessità tecniche, senza le quali l’arte non può esistere. Ma al primo posto pone l’etica del regista. Il vero autore di documentari non è chi usa la camera per cercare di scioccare lo spettattore, ma colui che crea il suo film in modo da non nuocere ai protagonisti del suo racconto.
È sempre andato per la propria strada, evitando le mode e le passeggere fascinazioni. Gli interessano le persone, i loro comportamenti, il modo di pensare, le scelte esistenziali, il tessuto sociale in cui vivono quotidianamente. Negli anni ’70 ben 9 film dei 12 da lui realizzati vennero bloccati dalla censura. Conosce il prezzo amaro chiesto a chi non vuole scendere a compromessi. Era l’unico regista di documentari dello Studio Cinematografico “X” di Andrzej Wajda, soppresso durante lo stato di guerra. Negli anni ’80 ha continuato a girare in condizioni di clandestinità. Per i suoi documentari ha vinto innumerevoli premi ai festival di Cracovia, Oberhausen, Amsterdam e tanti altri. Nel 1994 il suo 89 mm dall’Europa ha ottenuto la nomination all’Oscar. Nel 2004, a Berlino, gli è stato attribuito il Premio Libertà “Andrzej Wajda”. Continua a fare film. Gli piace insegnare. Da anni è impegnato a formare i documentaristi di domani in qualità di leader del Dragon Forum e di docente di documetario all’Accademia di Regia di Andrzej Wajda a Varsavia.
 
mercoledì 1
ore 17.00
Anni ’70

Happy End (1973)
Regia: Paweł Kędzierski, Marcel Łoziński; fotografia: Stanisław Niedbalski, Witold Stok, Jacek Petrycki; suono: Małgorzata Jaworska; montaggio: Lidia Zonn; origine: Polonia; durata: 17′.
La riunione del partito, nel corso della quale ha luogo una “purga” stile marzo ’68, si rivela essere uno psicodramma. Ufficialmente il film non è stato censurato, ma è stato proiettato solo al Festival del Cortometraggio di Cracovia e nei cineclub.
 
a seguire
La visita (Wizyta, 1974)

Regia: Marcel Łoziński; fotografia: Jacek Petrycki; suono: Małgorzata Jaworska; montaggio: Lidia Zonn; origine: Polonia; durata: 15′.
Marta Wesołowska, giornalista del settimanale «Polityka», e il fotoreporter Erazm Ciołek fanno visita a Urszula Flis, una giovane donna che gestisce da sola un’azienda agricola. A differenza degli altri agricoltori, Urszula coltiva anche degli interessi culturali ed è in rapporti epistolari con diversi scrittori. Łoziński tornerà da lei 24 anni più tardi, nel 1998, per girare Perché non faccia male.
 
a seguire
Re (Król, 1975)

Regia: Marcel Łoziński; fotografia: Jacek Petrycki; suono: Wiesława Dembińska; montaggio: Alina Siemińska; origine: Polonia; durata: 5′.
Un conformista-tipo, un uomo che durante la guerra confezionava le divise per gli ufficiali tedeschi e dopo la guerra per gli ufficiali dell’esercito popolare. Ora gestisce un caffè e vive da “re” (I° premio alla Rassegna del Cortometraggio di Rzeszów, 1978).
 
a seguire
Scontro frontale (Zderzenie czołowe, 1975)

Regia: Marcel Łoziński; fotografia: Jacek Petrycki, Witold Stok, Roman Miastowski; suono: Halina Paszkowska; montaggio: Łucja Ośko; origine: Polonia; durata: 10′.
Saggio di diploma del regista. A sei mesi dalla pensione il protagonista del film, un macchinista, causa un incidente che cancella tutti i meriti che aveva acquistato nel corso degli anni.
 
a seguire
Il tocco (Dotknięcie, 1978)

Regia: Marcel Łoziński; fotografia: Witold Stok; suono: Halina Paszkowska; montaggio: Łucja Ośko; origine: Polonia; durata: 12′.
Il film racconta il soggiorno a Varsavia del celebre guaritore Clive Harris.
 
a seguire
Esame di maturità (Egzamin dojrzałości, 1978)

Regia: Marcel Łoziński; collaborazione alla realizzazione: Andrzej Chodakowski; fotografia: Jacek Petrycki, Witold Stok; suono: Halina Paszkowska; montaggio: Łucja Ośko; origine: Polonia; durata: 16′.
È l’esame di maturità sulla cosiddetta “propedeutica delle scienze sociali e storiche”. Gli studenti vengono ripresi nell’aula, dove recitano le formulette propagandistiche, e nel corridoio, dove ne ridono.
 
ore 19.00
Anni ’70
Come vivere (Jak żyć, 1977)

Regia: Marcel Łoziński; sceneggiatura: M. Łoziński; fotografia: Jacek Petrycki; suono: Halina Paszkowska; montaggio: Łucja Ośko; origine: Polonia; durata: 83′.
Campo scuola estivo per giovani coppie iscritte all’Associazione della Gioventù Socialista Polacca. Si organizza il concorso “La famiglia modello”, i giudici sono anonimi, una telecamera registra le varie fasi. Ogni giorno viene reso noto il punteggio raggiunto dalle singole coppie. Gli esami di scienze politiche sulla dottrina marxista, gli interrogatori dei bambini, le ingerenze nelle faccende personali e la rigida disciplina organizzativa generano conflitti, smascherano i metodi della direzione del campo, mettono a nudo i veri sentimenti e i caratteri dei partecipanti.
 
ore 20.30
Inaugurazione della rassegna alla presenza di Marcel Łoziński.

 
ore 21.00
Anni ’80 e ’90
Prova microfono (Próba mikrofonu, 1980)

Regia: Marcel Łoziński; sceneggiatura: Marek Petrycki; fotografia: Jacek Petrycki; musica: Danuta Zankowska-Marucha; suono: Halina Paszkowska, Elżbieta Hetman; montaggio: Katarzyna Maciejko; origine: Polonia; durata: 18′.
Siamo nel 1979. Un giornalista della capitale svolge una serie di interviste con i lavoratori della fabbrica di cosmetici Pollena-Uroda. L’operatore della rete radiofonica interna decide di realizzare un programma serio. Domanda alle operaie se si sentano padrone della fabbrica. Le loro risposte sorprendono la direzione. La verità che emerge dal “basso” si scontra con le menzogne di quelli “in alto”.
 
a seguire
Laboratorio (Ćwiczenia warsztatowe, 1984)

Regia: Marcel Łoziński; fotografia: Jacek Petrycki; suono: Danuta Zankowska; montaggio: Katarzyna Maciejko, Katarzyna Rudnik; origine: Polonia; durata: 11′.
Come fare un uso disonesto dei metodi giornalistici per manipolare le persone. Viene svolto un sondaggio televisivo sui giovani d’oggi. Dei passanti scelti a caso rispondono alle domande della giornalista, ma in sede di montaggio il vero senso delle loro risposte sarà distorto. «Il film è stato realizzato all’insaputa e senza il consenso dei partecipanti, utilizzando il metodo di montaggio asincrono delle immagini e dell’audio» (didascalia finale).
 
a seguire
Il mio posto (Moje miejsce, 1985)

Regia: Marcel Łoziński; sceneggiatura: M. Łoziński; fotografia: Andrzej Adamczak; musica: Danuta Zankowska; suono: Małgorzata Jaworska; montaggio: Katarzyna Maciejko-Kowalczyk; origine: Polonia; durata: 15′.
Reportage metaforico sul Grand Hotel di Sopot e sul suo personale. Parlano del proprio lavoro il fuochista, le donne delle pulizie, le cameriere, i cuochi, i guardarobieri, i barman, gli addetti della lavanderia, i portieri, lo stesso direttore. Al termine una foto-ricordo ritrae tutti insieme sullo sfondo dell’edificio che richiede un’urgente opera di restauro.
 
a seguire
Testimoni (Świadkowie/ Témoins, 1986)

Regia: Marcel Łoziński; sceneggiatura: M. Łoziński, da un’idea di Jan Kofman; fotografia: Jacek Petrycki; musica: Danuta Zankowska; montaggio: M. Łoziński; origine: Polonia/Francia; durata: 26′.
È la registrazione dei racconti dei testimoni della strage di Kielce, avvenuta nel 1946 e qui illustrata coi filmati storici del Cinegiornale Polacco (Premiato al Festival Internazionale di Stoccolma, 1990).
 
a seguire
89 mm dall’Europa (89 mm od Europy, 1993)

Regia: Marcel Łoziński; sceneggiatura: M. Łoziński; fotografia: Jacek Petrycki, Arthur Reinhart; suono: Małgorzata Jaworska; montaggio: Katarzyna Maciejko-Kowalczyk; origine: Polonia; durata: 12′.
Stazione ferroviaria di Brześć, al confine tra la Polonia e la Bielorussia. La gente, stanca e imbruttita, aspetta. Una voce dall’altoparlante scuote tutti dal torpore. Arriva il treno Parigi-Mosca. Gli operai bielorussi iniziano le operazioni di cambio delle ruote, indispensabili per entrare nei territori dell’ex Unione Sovietica. In Europa, infatti, i convogli ferroviari viaggiano su binari larghi 1435 mm, nell’ex URSS i binari misurano 1524 mm. La differenza sono gli 89 mm del titolo. Gli operai bielorussi cambiano ogni giorno alcune migliaia di ruote. In questo breve documento in bianco e nero, girato e montato con vera maestria, Marcel Łoziński mostra che quei pochi millimetri di differenza tracciano il confine tra le due realtà. Il film è stato candidato al premio Oscar nella categoria “miglior cortometraggio documentario”.
 
giovedì 2
ore 17.00
Anni ’90
Tutto può accadere (Wszystko może się przytrafić, 1995)
Regia: Marcel Łoziński; sceneggiatura: M. Łoziński; fotografia: Arthur Reinhart; consulente musicale: Małgorzata Jaworska; suono: Halina Paszkowska; montaggio: Katarzyna Maciejko-Kowalczyk; origine: Polonia; durata: 39′.
Protagonista del film è Tomek, figlio del regista, all’età di sei anni. Va alla scoperta del mondo girando il parco in monopattino. Ogni tanto si ferma per annusare un fiore, inseguire una farfalla, dar da mangiare a uno scoiattolo o ai cigni. Ma il più delle volte si ferma vicino alle panchine disposte lungo i viali, a chiacchierare con gli anziani, uomini e donne. Mette a confronto il proprio sapere con le loro esperienze. Viene così a conoscere il bisogno di fede, l’ineluttabilità della morte, il valore della salute, del lavoro, della famiglia, gli acciacchi dell’età, le cause della povertà, il ruolo della memoria, l’influenza della storia e delle decisioni personali sui destini dei singoli. Si convince che la solitudine può essere una maledizione oppure qualcosa di prezioso. Non accetta di vedere scritto sul palmo della mano il proprio destino. Non accetta l’ineluttabilità. Immerso nel mondo delle illusioni infantili, è convinto che nella vita possa succedere qualsiasi cosa, per esempio si può incontrare un cucciolo di dinosauro e il signore anziano con gli occhiali può vivere fino a 120 anni e anche molto di più. La passeggiata di Tomek nel parco si trasforma pian piano in un simbolico viaggio attraverso la vita.
 
a seguire
Perché non faccia male (Żeby nie bolało, 1998)

Regia: Marcel Łoziński; sceneggiatura: M. Łoziński; collaborazione: Agnieszka Kublik, Marta Wesołowska; fotografia: Jacek Petrycki; musica: Gioacchino Rossini; suono: Małgorzata Jaworska; montaggio: Katarzyna Maciejko-Kowalczyk, Lidia Zonn; origine: Polonia; durata: 46′.
Nel 1974 la giornalista del settimanale «Polityka» Marta Wesołowska e il fotoreporter Erazm Ciołek fecero visita a Urszula Flis, una giovane donna che gestiva da sola un’azienda agricola di 13 ettari. I due erano accompagnati da Marcel Łoziński con la sua troupe. Nacquero così il reportage Rapporto sui geni e il film La visita che documentava il lavoro della giornalista. Dopo 23 anni il regista ha voluto ripetere quell’esperienza. Ha solo sostituito la giornalista di «Polityka», nel frattempo emigrata in Svezia, con una collega del quotidiano «Gazeta Wyborcza», Agnieszka Kublik. Il nuovo film si compone di due parti. La prima, mantenuta nei toni seppia, è il vecchio documentario La visita, la seconda, a colori, si riferisce al recente incontro con Urszula Flis.
 
a seguire
89 mm dall’Europa (replica)

 
ore 19.00
Anni 2000
Come si fa (Jak to się robi, 2006)

Regia: Marcel Łoziński; sceneggiatura: M. Łoziński; fotografia: Jacek Petrycki, Andrzej Adamczak, Radosław Ładczuk, Leszek Skuza; suono: Jerzy Murawski, Jarosław Roszyk; montaggio: Katarzyna Maciejko-Kowalczyk; origine: Polonia; durata: 87′.
Piotr Tymochowicz, consulente mediatico, vuole dimostrare di poter trasformare chiunque in uomo politico. Ai provini si presentano varie centinaia di persone. Circa dieci prescelti vengono inviati al corso di addestramento, uno solo arriva fino in fondo. La troupe cinematografica ha lavorato alle riprese per tre anni ed ha avuto l’opportunità più unica che rara di seguire passo passo i meccanismi che portano alla nascita e allo sviluppo di ciò che più ci disgusta nei politici polacchi. Ma la demagogia e il populismo non sono un’esclusiva polacca…
 
ore 21.00
Anni 2000
Incontro con Marcel Łoziński
 
a seguire
E se fosse andata cosi (A gdyby tak się stało, 2007)

Regia: Marcel Łoziński; collaborazione alla regia: Paweł Łoziński, Mikołaj Łoziński; sceneggiatura: M. Łoziński; fotografia: Arthur Reinhart, Jacek Bławut; consulente musicale: Małgorzata Jaworska; suono: Halina Paszkowska, Iwo Klimek, Krzysztof Jastrząb; montaggio: Katarzyna Maciejko-Kowalczyk; origine: Polonia; durata: 39′.
Tomek, figlio del regista, ora diciottenne torna nel parco dove dodici anni prima giocava col monopattino, osservava i pavoni vanitosi e interrogava gli anziani incontrati nei viali sulla vita, la morte, l’amore, la solitudine. Erano domande profonde, perspicaci, talvolta serie e altre volte divertenti per la semplicità con la quale i bambini percepiscono la realtà. Cosa ne è rimasto di quelle domande? Sono sbiadite, fanno parte ormai del passato, come l’infanzia del protagonista? Oppure riguardavano questioni eterne, universali, escatologiche? Il giovane attraversa il parco, dove abitano ormai soltanto le ombre dei suoi interlocutori e richiama alla memoria quel giorno d’estate. Quel che rivive nel ricordo sarà per lui espressione di eterna saggezza da cui trarre preziose indicazioni per il futuro. Uno degli otto migliori documentari del mondo 2007, è stato candidato per le nomination all’Oscar.
Ingresso gratuito

Date di programmazione