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Cinema Trevi: Giornata dedicata al cinema di Liliana Cavani. Alle 21.00 incontro con la regista
25 Settembre 2010 - 25 Settembre 2010

Psicoanalisi e Cinema hanno molto in comune: sono nate nello stesso periodo, hanno avuto nel secolo appena finito un enorme sviluppo e diffusione continuando ad influenzare, con la loro ricerca sull’uomo e le sue dinamiche profonde, il mondo della cultura, della scienza e dell’arte. Anche se il cinema non ha alcun presupposto terapeutico, alcuni aspetti della sua indagine e la sua capacità di stimolare e portare alla coscienza, all’interno di un contenitore artistico, dei nuclei attivi nel profondo della psiche fanno sì che sviluppare un confronto su alcuni temi può essere utile e stimolante. I film hanno d’altronde modalità espressive affini a quelle dei sogni e dell’immaginario, utilizzando quel registro iconico su cui la Psicoanalisi indaga come livello di simbolizzazione sulla strada della rappresentazione e della pensabilità. Partendo da questo interesse, il Centro Sperimentale di Cinematografia organizza, col patrocinio della SPI (Società Psicoanalitica Italiana) una serie d’incontri mensili, nella giornata di sabato, centrati sul rapporto tra il Cinema e la Psicoanalisi e sugli aspetti che la visione di un film può approfondire. In queste serate di volta in volta uno psicoanalista proporrà una breve relazione, dopo la proiezione dell’ultimo film selezionato, aperta alla discussione con autori/attori/critici cinematografici e col pubblico. Nel 2010 i film presentati e gli spunti di riflessione proposti vertono intorno ad un percorso che attraversa il tema della femminilità, sia sul versante cinematografico che su quello psicoanalitico e, più in generale, culturale.

 
ore 16.45
Al di là del bene e del male (1977)
Regia: Liliana Cavani; soggetto: L. Cavani; sceneggiatura: Franco Arcalli, Italo Moscati; fotografia: Armando Nannuzzi; costumi: Piero Tosi; musica: Daniele Paris; montaggio: F. Arcalli; interpreti: Dominique Sanda, Erland Josephson, Robert Powell, Virna Lisi, Philippe Leroy, Carmen Scarpitta; origine: Italia/Francia/Germania; produzione: Clesi Cinematografica, Lotar Film, Les Artistes Associés, Artemis; durata: 127′
«Liberamente ispirato alla realtà storica, è il romanzo di una donna e due uomini – Lou Von Salomé, Friedrich Nietzsche, Paul Rée – che verso la fine dell’Ottocento cercano di attuare una trinità sentimentale. Chi conduce il gioco sovversivo del desiderio – la cui logica si scontra con quella del potere – è la donna e suo (della regista) il punto di vista sugli avvenimenti. Scritto con Italo Moscati e Franco (Kim) Arcalli e sostenuto da un apparato figurativo di sfarzo viscontiano, è un film denso, ambizioso, fin troppo esplicativo, un po’ raffazzonato nelle plurime ispirazioni letterarie, compiaciuto nel suo indugio sul tema dell'”andare fino in fondo”» (Morandini).
Vietato ai minori di anni 14
 
ore 19.00
Interno berlinese (1985)
Regia: Liliana Cavani; soggetto: liberamente tratto dal romanzo La croce buddista di Junichiro Tanizaki; sceneggiatura: L. Cavani, Roberta Mazzoni; fotografia: Dante Spinotti; scenografia: Luciano Ricceri; costumi: Alberto Verso; musica: Pino Donaggio; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Gudrun Landgrebe, Kevin McNally, Mio Takaki, Massimo Girotti, Philippe Leroy, William Berger; origine: Italia/Germania; produzione: Cannon; durata: 118′
Nella Berlino del 1938, proprio mentre il regime nazista intensifica le sue campagne di moralizzazione, Louise von Hollendorf e suo marito Heinz vengono entrambi sedotti da Mitsuko, figlia dell’ambasciatore giapponese: dall’incontro nasce un triangolo morboso. Con uno stile decadente e raffinato, a cui contribuiscono gli eccellenti Spinotti e Donaggio per la fotografia e la colonna sonora, Liliana Cavani trapianta nella Germania nazista l’erotismo di Junichiro Tanizaki, con effetti suggestivi. «Quell’angelo demonio [Mitsuko] Liliana Cavani lo ha trascritto con molta finezza, andando a fondo nella sua psicologia irta di enigmi e conducendo avanti il suo incontro-scontro con gli altri due, mettendo in vellutata evidenza il suo ruolo di perfido ma segretissimo di carnefice i cui moventi, visti solo dalle sue vittime, attraverso i suoi gesti, non sono mai chiariti del tutto, rimanendo – come spesso i personaggi di Tanizaki – confinati in limbi misteriosi, all’insegna soprattutto dell’ambiguità» (Rondi).
Vietato ai minori di anni 14
 
ore 21.05
Relazione della psicanalista Manuela Fraire e incontro moderato da Fabio Castriota con Liliana Cavani
 
a seguire
Il portiere di notte (1974)
Regia: Liliana Cavani; soggetto e sceneggiatura: Barbara Alberti, L. Cavani, Italo Moscati, Amedeo Pagani; fotografia: Alfio Contini; scenografia: Nedo Azzini, Jean Marie Simon; costumi: Piero Tosi; musica: Daniele Paris; montaggio: Franco Arcalli; interpreti: Dirk Bogarde, Charlotte Rampling, Philippe Leroy, Gabriele Ferzetti, Giuseppe Addobbati, Isa Miranda; origine: Italia; produzione: Lotar Film; durata: 118′
In un albergo di Vienna, nel 1957, una sopravvissuta alla tragedia dei campi di concentramento, Lucia Atherton, ritrova il suo aguzzino, con cui riallaccia un rapporto schiavo-padrone. Trasferitasi a casa dell’uomo, mentre un gruppo di sicari nazisti le sta dando la caccia, Lucia spinge la relazione fino all’annientamento reciproco. Uno dei lungometraggi più discussi degli anni Settanta, diretto da una regista in stato di grazia e causa di un dibattito che all’epoca fece il giro del mondo. Raramente nella storia del cinema il rapporto vittima-carnefice è stato esplorato con tanta lucidità, e i due protagonisti, la Rampling e Bogarde, sono indimenticabili. «Sequestrato, assolto, risequestrato e bloccato per un anno, rimane un film straziante, atroce testimonianza del nazismo. Con questo film, impensabile senza l’analisi materiale e psicologica del nazismo vagliata durante gli anni dell’apprendistato documentaristico, la Cavani sposa sul piano artistico la complicità delle immagini con una pulsione voyeuristica. Lo spazio dell’esperienza si identifica ora con il dominio dello sguardo, metafora di violazione e di potere» (Gaetana Marrone).
Ristampa a cura della Cineteca Nazionale
Vietato ai minori di anni 14 – Ingresso gratuito

 

 

Date di programmazione