Cinema Trevi: “Eccentrico italiano: il caso Augusto Tretti”
01 Novembre 2009 - 01 Novembre 2009
«Lo si può, volendo, liquidare con due definizioni: goliardico, naïf. Alcuni lo fanno. Ma sono definizioni sbagliate. I gogliardi e i naïfs non hanno rigore, si fermano alle prime osterie, si divertono, riempiono le domeniche. Tretti non si diverte, benché sia difficile non divertirsi anche, vedendo i suoi film» (Ennio Flaiano)
«Do un consiglio a tutti i miei amici produttori: acchiappate Tretti, fategli firmare subito un contratto, e lasciategli girare tutto quello che gli passa per la testa. Soprattutto non tentate di fargli riacquistare la ragione; Tretti è il matto di cui ha bisogno il cinema italiano». Parola di Federico Fellini, uno dei grandi maestri del cinema italiano che salutò con ammirazione l’esordio, assolutamente autarchico (prima di Moretti…), di Augusto Tretti, il più originale e stravagante regista italiano.
La sua carriera, racchiusa in un pugno di film (3 e ½: La legge della tromba, Il potere, il film su commissione Alcool e il cortometraggio per la Rai Mediatori e carrozze), si dispiega in un lasso di tempo molto ampio, 25 anni (e anche oltre, se consideriamo i progetti non realizzati). Tutto ha inizio nel 1960, quando il giovane regista, con la copia del suo primo film in mano, La legge della tromba, cala a Roma e organizza una proiezione per la critica. Riceve giudizi per una volta unanimi, ovviamente negativi, ma per sua fortuna Moravia lo invita a far vedere il film ai registi, non ai critici. Grazie a questa intuizione dello scrittore esplode a Roma il caso Tretti, un marziano sceso dal Veneto (Tretti è nato a Verona nel 1924) nel mondo dei cinematografari e subito adottato da Fellini, Flaiano, Antonioni, Tonino Guerra e molti altri, che si prodigano per consentirgli di girare un film con una struttura produttiva alle spalle. La Titanus addirittura, grazie a Goffredo Lombardo, che dopo aver accettato di distribuire La legge della tromba («Questo film lo piglio io, lo mando a Milano e se non vogliono compro il locale»), fa firmare al regista un contratto per un nuovo film. Ha inizio da questo momento una delle più lunghe avventure produttive del cinema italiano, perché il secondo film di Tretti, Il potere, vedrà la luce solo dieci anni dopo, a causa del fallimento della Titanus e ad altre vicissitudini. Inizio e fine di una carriera, ispirata da una passione sfrenata per il cinema e da un talento che solo i geni del cinema italiano hanno saputo veramente apprezzare. L’invito alla visione è questa volta rivolto proprio ai critici e agli storici, affinché il nome di Tretti possa trovare il posto che merita nella storia del cinema italiano.
ore 17.00
Alcool (1979)
Regia: Augusto Tretti; soggetto e sceneggiatura: A. Tretti; musica: Eugenia Manzoni Tretti; interpreti: Mario Graziosi e attori non professionisti; origine: Italia; produzione: A. Tretti per l’Amministrazione Provinciale di Milano; durata: 100′
«L’idea di un film sull’alcoolismo nacque da un mio colloquio col professor Dario De Martis [Direttore dell’Istituto Psichiatrico di Pavia]. […] Scartai subito l’idea del film-inchiesta perché troppo facile e insoddisfacente dal punto di vista artistico, sforzandomi di filtrare i vari aspetti del problema in un film d’autore. Ho cercato di affrontare il tema con la maggior chiarezza e semplicità possibile, senza nascondermi dietro l’intellettualismo a ogni costo. […] Trattandosi di un film culturale, mi sono sforzato di conciliare la mia natura satirica con gli aspetti più apertamente didascalici del tema» (Tretti). «È un film, che si impernia sul personaggio di un fattorino che a furia di vedersi offrire il classico “bianchino” da ogni cliente, finisce per diventare un alcolizzato impenitente, è spesso francamente spassoso, soprattutto quando il regista parte dal “discorso sull’alcool” per disegnare quadri satirici di incredibile efficacia» (Crespi).
ore 19.00
Il potere (1971)
Regia: Augusto Tretti; soggetto e sceneggiatura: A. Tretti; scenografia: Giuseppe Raineri; musica: Eugenia Manzoni Tretti; montaggio: Giancarlo Raineri; interpreti: Paola Tosi, Massimo Campostrini, Ferruccio Maliga, Giovanni Moretto, Diego Peres, A. Tretti; origine: Italia; produzione: Aquarius Audiovisual; durata: 83′
«Il potere è una rappresentazione didattica e grottesca della tirannia attraverso i secoli, dall’età della pietra a oggi: rivisita l’antica Roma, gli stermini perpetrati a danno dei pellerossa, il fascismo e gli anni che prelusero alla dittatura mussoliniana. Non c’è trama e non è il caso di dolersene. Sono ricchi a tener banco e a menar randellate sulla povera gente e sui suoi difensori […]. Il potere è un’opera di poesia, che dell’assunto politico fa la base per la realizzazione di una straordinaria “commedia dell’arte” cinematografica, la prima, forse, commedia dell’arte che possa ricordarsi nella storia del cinema italiano» (Bendazzi).
ore 20.45
Augusto Tretti: ritratto (1985)
Regia: Maurizio Zaccaro; durata: 18′
«Augusto Tretti, più di 60 anni. Intelligente, ironico, fantasioso, simpatico, pungente, autore di cinema forse troppo pungente forse un po’ scomodo. Quattro film in tutto. Vive da solo nella sua casa sul Lago di Garda: quasi nessuno lo conosce. Eppure…» (dalla presentazione del documentario).
a seguire
La legge della tromba (1960)
Regia: Augusto Tretti; soggetto e sceneggiatura: A. Tretti; musica: Angelo Paccagnini, Eugenia Manzoni Tretti; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Maria Boto, A. Paccagnini, E. Manzoni Tretti; origine: Italia; produzione: A. Tretti; durata: 75′
Un gruppo di amici tentano di compiere una rapina, ma vengono arrestati. Amnistiati, ottengono un poso di lavoro in una fabbrica di trombe… «La legge della tromba è il film più strabiliante che abbia mai visto, il più fuori dal comune» (Vancini); «Vengono in mente le fantasie di Charlot, i films di Tati, intere sequenze sono rette da un miracoloso equilibrio di ironia e di lirismo» (Zurlini); «In questo giovane e nel suo film c’è estro da vendere» (Antonioni); «È una piccola lezione di cui ammiro il candore e l’astuzia» (Flaiano).
a seguire
Mediatori e carrozze (1985)
Regia: Augusto Tretti; soggetto e sceneggiatura: A. Tretti; fotografia: Maurizio Zaccaro; montaggio: M. Zaccaro; produzione: Società Editoriale G.B. Verci di Bassano per Rai 1; durata: 18′
Un insegnante di provincia si rivolge a un agente immobiliare per acquistare una casa, ma a causa al boom edilizio molti si sono improvvisati mediatori e non sempre i consigli sono quelli giusti… Il film è stato realizzato per la serie televisiva Di paesi e città.
Copia proveniente da Rai Teche – Per gentile concessione del Comune di Bassano del Grappa – Ingresso gratuito