Al cinema con… filosofia è una nuova proposta culturale che permette al pubblico di trovare punti di contatto tra filosofia e cinema attraverso la visione di tre film italiani e il relativo commento a cura di un filosofo e di un critico cinematografico. Lo spettatore avrà la possibilità di immergersi nella magia della proiezione filmica, di viverla emotivamente e di ritrovare in essa, con nuove chiavi interpretative, la profondità della “prospettiva filosofica”. In particolare, il dibattito tra il filosofo e il critico offrirà spunti di riflessione sull’idea guida che anima le storie, sulla condizione di inquietudine e fragilità della condizione umana che la ricerca di senso comporta e sullo spessore stilistico di ogni film. In Morte a Venezia il valore della bellezza è l’idea guida che accompagna la vita del protagonista, è il senso della sua esistenza. In relazione a ciò, pensieri, azioni, emozioni sono orientati alla ricerca del bello, del vero, della perfezione formale e morale, di contro si rifugge il brutto, il corrotto, l’ingiusto, il male. La fine della storia è la morte di un ideale e di chi ha creduto in esso sullo sfondo di una Venezia che da bellissima e vitale si trasforma in pestilente e mortale. Ne Le conseguenze dell’amore si racconta la storia di una vita di solitudine, di prigionia civile e pericolo di morte. L’emergere di spazi di “philia” permette di schiarire il senso della propria esistenza e di intravedere uno spiraglio di libertà. Sono i momenti in cui non ci sono dubbi, ma si ha la certezza di placare l’inquietudine della ricerca, anche giocando una partita in cui si è consapevoli di essere perdenti. Ne Il vento fa il suo giro è il valore dell’identità l’idea che guida la vita di una piccola comunità. Pur in una apparente disponibilità ad accogliere il nuovo e il diverso, la salvaguardia dei propri usi e costumi di fronte alla minaccia di un cambiamento comporta una serie di reazioni a catena, fino all’emarginazione nei confronti dell'”Altro”, che spingono lo straniero ad abbandonare il campo per lasciare spazio a chi, nella fragilità della condizione umana, pur di dare continuità alle proprie idee, è disposto a fare del male al proprio simile.
La rassegna è curata da “Vivere con filosofia”, associazione culturale per la promozione della cultura filosofica. All’incontro partecipano: Rosanna Buquicchio, Presidente di “Vivere con filosofia”, Mario De Caro, docente di Filosofia Morale all’Università Roma Tre, e Giorgio De Vincenti, Direttore del Dipartimento Comunicazione e Spettacolo – Università Roma Tre.
ore 17.00
Morte a Venezia (1971)
Regia: Luchino Visconti; soggetto: dal romanzo Der Tod in Venedig di Thomas Mann; sceneggiatura: L. Visconti, Nicola Badalucco; fotografia: Pasqualino De Santis; scenografia: Ferdinando Scarfiotti; costumi: Piero Tosi; musica: Franco Mannino; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Dirk Bogarde, Silvana Mangano, Björn Andresen, Mark Burns, Romolo Valli, Nora Ricci; origine: Italia; produzione: Alfa Cinematografica; durata: 130′
«Aschenbach, nel racconto uno scrittore, nel film un musicista (per raccogliere la probabile ipotesi che Mann si sia ispirato a Mahler), […] lascia la Germania, dove qualche malore si è accompagnato all’insuccesso professionale, e viene a trascorrere una vacanza di riposo al Lido di Venezia. Nell’albergo di lusso in cui alloggia incontra Tadzio, un luminoso ed enigmatico giovinetto polacco, il maggiore di quattro fratelli, che gli turba i sensi e gli commuove la fantasia. Simbolo vivente della misura classica che Aschenbach ha perseguito con la propria opera e non è riuscito a conseguire, Tadzio diviene ben presto una ossessione» (Grazzini). Un mito raccontato trasversalmente da varie arti e in molteplici forme, il romanzo di Thomas Mann racchiude una moltitudine di chiavi di lettura che ci parlano di bellezza, passione amorosa, contemplazione, solitudine, sfumature sottili dell’animo umano. Nello splendido film di Luchino Visconti, lo straordinario temperamento dei protagonisti di questa vicenda, sullo sfondo di una città dall’aria allo stesso tempo algida e ricca di passione, restituisce con una pienezza di senso fuori dal comune i travagli fisici e metafisici che contendono l’animo umano eternamente in bilico tra l’istinto e il raziocinio.
ore 19.15
Il vento fa il suo giro (2005)
Regia: Giorgio Diritti; soggetto: Fredo Valla; sceneggiatura: G. Diritti, F. Valla; fotografia: Roberto Cimatti; musica: Marco Biscarini, Daniele Furlati; montaggio: Edu Crespo, G. Diritti; interpreti: Thierry Toscan, Alessandra Agosti, Dario Anghilante, Giovanni Foresti, Emma Giusiano, Sergio Piasco; origine: Italia; produzione: Arancia Film, Imago Orbis Audiovisivi; durata: 110′
«Nel cuore di una valle che porta al Monviso, resiste, a Chersogno, una piccola comunità di cultura occitana che va progressivamente perdendo i suoi abitanti. Tanti emigrano e un po’ di vita la recano solo i villeggianti estivi. Almeno fin quando non arriva un francese (è in fuga dai Pirenei dove stanno costruendo una centrale nucleare) che si propone di trasferirsi con la famiglia, di pascolare capre e produrre formaggi. Inizialmente è accolto con titubanza e cordialità; per i più aperti, vicesindaco in testa, potrebbe essere una occasione di rinnovamento. Col tempo esplodono i contrasti» (Lastrucci). Il ciclo si chiude con un ritorno alla realtà, alla terra, alle tradizioni, a ciò che di indimenticabile sopravvive nel profondo dell’animo umano e che pone l’individui dinanzi al rapporto con le proprie radici. Le vicende che legano i personaggi di Chersogno risuonano nel quotidiano con una grande forza apologetica e ci rendono partecipi dell’eterno gioco tra i sentimenti umani, tra l’odio e l’accettazione, tra l’integrazione e la disintegrazione.
ore 21.15
Incontro con Rosanna Buquicchio, Mario De Caro, Giorgio De Vincenti
a seguire
Le conseguenze dell’amore (2004)
Regia: Paolo Sorrentino; soggetto e sceneggiatura: P. Sorrentino; fotografia: Luca Bigazzi; scenografia: Lino Fiorito; costumi: Ortensia De Francesco; musica: Pasquale Catalano; montaggio: Giogiò Franchini; interpreti: Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini, Diego Ribon, Angela Goodwin, Raffaele Pisu; origine: Italia; produzione: Fandango, Indigo Film, in collaborazione con Medusa; durata: 105′
«Il silenzioso signore con la faccia da ragioniere (uno strepitoso Toni Servillo) vive troppo lentamente nella triste pace di un albergo svizzero: deve avere terribili segreti alle spalle. Il mantenimento di un cauto equilibrio è per lui una necessità; ma basterà il sorriso di una giovane donna (l’inquieta Olivia Magnani) a spezzare l’ordine» (Carabba). Un apologo morale di rara pregnanza, un’invettiva politica minimalista, coniugati con un’elaborazione formale di grande spessore. Un’impronta stilistica forte, consapevole, quella di Paolo Sorrentino. Film che vive della potenza espressiva che deriva dal gran lavoro di costruzione dell’immagine, un’immagine tesa tra l’ossessione della ricerca scenografica e cinematografica dello spazio e la scarna quotidianità di gesti e di espressioni del protagonista.
Ingresso gratuito