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Cinema muto, che passione! ore 21.00
20 Maggio 2012 - 20 Maggio 2012

La Cineteca Nazionale dedica un appuntamento mensile al cinema muto con la proposta di grandi classici, spesso in copie restaurate, così da allargare i confini della visione e tornare alle origini, alla sintassi. Per riscoprire la magia del cinema allo stato puro, l’essenza della creazione artistica, quando ogni soluzione equivaleva a un’invenzione. Parafrasando il pensiero di Gino De Dominicis sull’arte contemporanea – «Oggi, tra i tanti “rovesciamenti” si perpetua anche nell’arte una percezione del tempo rovesciata; l’arte e gli artisti contemporanei infatti si considerano e sono considerati moderni, mentre venendo dopo tutto ciò che li precede, dovrebbero sapere di essere più antichi» -, la vera modernità, intesa come scoperta e innovazione, risiede proprio nelle origini.

 
ore 21.00
Der letzte Mann (L’ultima risata, 1924)
Regia: Friedrich Wilhelm Murnau; soggetto e sceneggiatura: Carl Mayer; fotografia: Karl Freund; interpreti: Emil Jannings, Maly Delschaft, Max Hiller, Emilie Kurz, Hans Unterkirchen, Georg John; origine: Germania; produzione: Decla Film/Ufa; durata: 91′
«Degradato a custode dei gabinetti perché non ha più la forza per portare i bagagli dei clienti, il portiere dell’albergo Atalantic (Jennings) perde così il diritto a portare la sua livrea gallonata: lui continua a metterla la sera quando torna a casa e così vestito partecipa alle nozze della figlia (Delschaft), ma quando i suoi vicini scopriranno la retrocessione, il genero (Hiller) lo scaccerà di casa costringendolo a passare la notte nei gabinetti dell’hotel. […]. Pietra miliare del cinema muto e capolavoro del cosiddetto Kammerspiel (teatro di camera), questo film […] utilizza in maniera innovativa la possibilità di movimento offerto da una macchina da presa montata su un carrello, mobile a tal punto da “diventare un personaggio del dramma che partecipa all’azione” […]. In questo modo Murnau riesce a equilibrare perfettamente l’illustrazione della vecchiaia e la sofferenza di un essere umano […] con l’analisi delle illusioni che condizionano il giudizio degli altri – accentuate e ingigantite dalle angolazioni della macchina da presa – fino a trasformare il portiere in un simbolo della Germania “degradata” dal disarmo dopo la Grande Guerra e incapace di accettare questa situazione» (Mereghetti).
Didascalie in inglese
Accompagnamento musicale del M° Antonio Coppola

 

 

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