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Cinema e psicoanalisi: Le forme della violenza
15 Febbraio 2014 - 15 Febbraio 2014
La Società Psicoanalitica Italiana e il Centro Sperimentale di Cinematografia hanno avviato da alcuni anni delle iniziative comuni, tra le quali il ciclo “Cinema e psicoanalisi”, articolato con delle proiezioni mensili al Cinema Trevi. Il tema della programmazione di questa stagione è quello della violenza, argomento di drammatica attualità, che verrà affrontato da diverse prospettive: intrapsichiche, interpersonali, ma anche con uno sguardo collettivo e sociale. Gli aspetti aggressivi della nostra personalità, insieme a quelli sessuali, sono stati considerati dalla psicoanalisi elementi fondanti della nostra parte istintuale e inconscia: quando e perché tali livelli possano esprimersi in maniera violenta e distruttiva è uno dei fenomeni psichici più dibattuti. Parteciperanno agli incontri, introdotti e coordinati da Fabio Castriota, Membro Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana, registi, critici e psicoanalisti della SPI.
Il tema del terzo appuntamento è “Genitori violenti: il fallimento della funzione genitoriale”. 
 
ore 17.00 Cuore di mamma di Salvatore Samperi (1969, 92′)
Lorenza, separata dal marito, vive con tre figli molto particolari: il primogenito, aiutato dalla sorella, annega il fratello minore, poi uccide la ragazzina asfissiandola col gas. La madre è troppo apatica per avere una qualsiasi reazione. Forse il film più sperimentale di Salvatore Samperi, con una Carla Gravina nella parte di una madre che non parla mai e un montaggio debitore del cinema di Godard.
 
ore 19.00 Padre padrone di Paolo e Vittorio Taviani (1977, 113′)
«Tratto da un libro autobiografico (1975) di Gavino Ledda. Pastore di Siligo (Sassari), Gavino vive fino a vent’anni con il gregge tra i monti, strappato alla scuola, separato dalla lingua, escluso dalla collettività. Durante il servizio militare in continente, studia e prende la licenza liceale. Esplode allora la ribellione contro il padre che, di fatto e per necessità, è stato lo strumento della sua separazione. […] Pur con durezze didattiche e scorie intellettualistiche, è un film razionale e lucido che assomiglia al paesaggio sardo: ventoso e scabro, enigmatico e violento, soffuso di una luce che gli dà la nobiltà maestosa di un quadro antico. Un intenso O. Antonutti e un duttile S. Marconi nella parte di Gavino sono i protagonisti» (Morandini).
 
ore 20.45 Incontro moderato da Fabio Castriota con Fabrizio Rocchetto
 
a seguire Io non ho paura di Gabriele Salvatores (2003, 110′)
«Allarmante come una favola nera, teso come un thriller, curioso come un gioco, Io non ho paura, che Gabriele Salvatores ha tratto quasi fedelmente dal romanzo di Niccolò Ammaniti, è davvero un bel film: forte, ben strutturato e girato, semplice ed estremamente raffinato, con bravi interpreti bambini e non, con un forte senso della Natura, senza patetismi né moralismi. […] I bambini non vengono eletti a simboli d’innocenza: i loro giochi sono prepotenti e crudeli quanto gli affari sporchi degli adulti; nel bambino salvifico, curiosità e spirito d’avventura sono forti quanto la bontà; quando capisce cosa stiano facendo i propri genitori, il bambino non li giudica ma disobbedisce e per contraddizione rimedia alle loro colpe» (Tornabuoni).
Ingresso gratuito
 
Date di programmazione