Christian De Sica, segni particolari: bravissimo
10 Dicembre 2013 - 13 Dicembre 2013
«In questi diciotto anni il Roma Film Festival si è dato il compito di creare un appuntamento fisso con un omaggio a un regista di spicco del cinema Italiano, iniziando da Roberto Rossellini, per poi proseguire con autori come Marco Ferreri, Mario Monicelli, Ettore Scola, Carlo Lizzani, Francesco Rosi, Lina Wertmüller, Pupi Avati, Franco Zeffirelli. Nel caso degli attori era d’obbligo celebrare Alberto Sordi, per poi proseguire con Marcello Mastroianni, Giancarlo Giannini, fino all’omaggio della scorsa edizione a Stefania Sandrelli.
Quest’anno, in occasione del XVIII Roma Film Festival, ho voluto fortemente dedicare questa nuova edizione a un attore che stimo molto e che oltretutto è anche un mio amico d’infanzia: Christian De Sica.
Parlare di Christian è come parlare di un “fratello più piccolo”: infatti il Collegio Nazareno ci ha visto compagni di scuola insieme a suo fratello Manuel, il compositore, e a Carlo Verdone. Ognuno di noi ha fatto il suo percorso professionale, ma poi ci siamo frequentati in varie occasioni di lavoro e private, a tempi alterni, in questi ultimi vent’anni.
Christian è un animale da palcoscenico, i suoi registri d’attore sono infiniti, può essere comico e drammatico, può usare con enorme facilità vari dialetti, credo sia l’unico attore italiano in grado di cantare e ballare con grande professionalità, come testimoniano i film da lui interpretati e gli innumerevoli spettacoli a cui ha partecipato. Christian è stato infatti protagonista di grandi spettacoli teatrali di successo, come Un americano a Parigi tributo a George Gershwin, fino al più recente musical autobiografico Parlami di me e l’imminente Cinecittà.
Nella sua brillante e variegata carriera non mancano numerose apparizioni televisive, tutte di grande successo.
Attore brillante, serissimo professionista, showman, cantante, regista (al Cinema Trevi verranno proposti tutti i film da lui diretti), Christian a buon diritto può essere oggi considerato tra i più popolari personaggi nel panorama dello spettacolo italiano per la sua grande professionalità e per la cura e l’attenzione, quasi maniacale, che mette in tutte le sue interpretazioni».
Adriano Pintaldi, Presidente del Roma Film Festival
martedì 10
ore 17.00 Incontro moderato da Adriano Pintaldi con Christian De Sica
a seguire Parlami di me di Brando De Sica (2008, 87′)
«Parlami di me è la trasposizione cinematografica dell’omonimo musical teatrale scritto da Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime e andato in scena nei teatri di tutta Italia, per due stagioni consecutive, con grande successo di critica e di pubblico. È un omaggio al teatro e, allo stesso tempo, un’occasione per Christian De Sica per raccontarsi come artista e come figlio d’arte. […] Il musical si snoda lungo il filo della memoria di Christian De Sica, tra i ricordi della sua infanzia, il rapporto con il padre, la sua volontà d’intraprendere il mestiere dell’attore, i suoi successi e le difficoltà di una carriera vissuta con grande passione» (Mario Patané).
Ingresso gratuito
ore 19.45 Faccione di Christian De Sica (1991, 89′)
«Faccione è il primo film che ho fatto da regista con Nadia Rinaldi. Mi piaceva raccontare la storia di questa cicciona, allegra ed esuberante, che racconta bugie a se stessa e agli altri perché ha capito che questa è l’unica medicina per evadere da una vita triste, da una sorte squallida. La facevo camminare come la Loren camminava, per strada. Era carino quel film, forse una delle cose più carine che ho fatto. Lei insegue senza scoraggiarsi i suoi sogni d’amore. […]. Il mio esordio alla regia» (De Sica).
ore 21.30 Il conte Max di Christian De Sica(1991, 90′)
Alfredo (De Sica), per seguire Isabella (Ornella Muti), una top-model e mantenuta di lusso conosciuta per caso, si reca a Parigi. Ma prima si fa dare lezioni di etichetta e di francese da un nobiluomo spiantato, il Conte Max (Galeazzo Benti), di cui assume pure l’identità. «Va […] riconosciuto a Christian De Sica un tratto garbato, l’aver trovato il suo giusto respiro, finalmente sfrondato da tante smanie imitative e caciarone, in una leggerezza non tanto dissimile da quella che portò in trionfo suo padre nel cinema d’anteguerra» (D’Agostini).
mercoledì 11
ore 17.00 Ricky & Barabba di Christian De Sica (1992, 83′)
Il ricco Ricky (Renato Pozzetto) tenta il suicidio in una discarica, il barbone Barabba (De Sica) lo salva. Da quel momento le sorti si capovolgono. «Con Ricky & Barabba (1992) De Sica cerca nuove soluzioni registiche: costruisce una vicenda dai pur tenui risvolti sociali (una variazione sul tema del povero ricco), si affida alla collaborazione di ben cinque personaggi per la stesura della sceneggiatura (fra cui Benvenuti e De Bernardi), divide la scena con Renato Pozzetto, comico di provenienza cabarettistica come l’amico Boldi. Il risultato conferma Christian de Sica autore interessante e atipico nella sua elaborazione dei registri meno farseschi della commedia all’italiana» (Bertolino & Ridola).
ore 19.00 Uomini uomini uomini di Christian De Sica (1995, 88′)
«In Uomini uomini uomini avevo rappresentato i gay in maniera non convenzionale, non li avevo resi effeminati né li avevo fatti recitare con le mossette. C’erano Massimo Ghini, Alessandro Haber, Paolo Conticini e Leo Gullotta. Erano come i quattro gay dell’Apocalisse, giravano con un pulmino e andavano a menare la gente, mi piaceva vederli così, come degli “amici miei” di monicelliana memoria. Andavano a fare gli scherzi agli eterosessuali, a menarli, a prenderli per il culo. Anche con una certa “virile” violenza. Rovesciavo insomma lo stereotipo, seguendo proprio lo schema narrativo delle goliardate di Amici miei» (De Sica).
ore 20.45 3 di Christian De Sica (1996, 89′)
«Toscana fine Settecento. Il barone e la baronessa del Serchio, adottano un aitante servo per un ménage a tre. Il primo a cedere è il servo (ripulito) che vorrebbe portarsi via le bella signora, che però non accetta. Il servo se ne va. La baronessa è incinta, del servo. Nasce il figlio e dopo alcuni anni torna il fuggiasco, ora tenente. […]. Strano film italiano di cospicuo investimento, di ottima ricostruzione, per una volta lontano dai nostri tristi “instant-movie”, che riesce a non essere molto lontano da certe produzioni alla Frears o alla francese. Davvero una bella sorpresa. Soprattutto per il testo fuori campo e i dialoghi, misurati e di alto livello, scritti da Giovanni Veronesi» (Farinotti).
giovedì 12
ore 17.00 Simpatici & antipatici di Christian De Sica (1998, 91′)
«A Roma un gruppo di amici frequenta lo stesso esclusivo circolo di tennis, il Tiber. Qui, sorvegliato da Gigetto, il custode che da anni vive nel circolo, e sopporta gli scherzi dei soci di cui è il bersaglio preferito, c’è Alberto, che diventerà presidente del circolo, palazzinaro, sbruffone, megalomane, sempre dedito a dimostrare il proprio potere agli amici che si umiliano davanti a lui» (Mario Patanè). «Nel 1998 De Sica gira il suo sesto titolo da regista, Simpatici & antipatici, commedia sulle sguaiate volgarità morali e verbali del “generone” romano di fine secolo non priva di inusitata cattiveria» (Bertolino & Ridola).
ore 19.00 The Clan di Christian De Sica (2005, 98′)
«Il progetto di The Clan nasce per il teatro. Garinei, infatti, propone a De Sica di portare in scena la vita di Sinatra; l’attore romano, che ritiene la biografia, anche se in forma musicale, un passo presuntuoso, sceglie una soluzione più ossequiosa del mito: la vicenda di uno che vuole essere Sinatra e non lo è. Così nasce The Clan, la storia di due meccanici di Harley Davidson che vanno in America e diventano Frank Sinatra e Dean Martin, o almeno così pare…» (Bertolino & Ridola).
ore 20.45 Giovannino di Paolo Nuzzi (1976, 107′)
La “prima volta” di Giovannino avviene fra le braccia di una fresca servetta. Attraverso le sue avventure amorose il film percorre l’itinerario della borghesia italiana fra le due guerre, dal ’20 al ’38, con le sue insidiose lusinghe, i suoi fatui furori, il suo peccaminoso erotismo, il suo vitellonismo inguaribile. Premio David Speciale 1976 a Christian De Sica.
venerdì 13
ore 17.00 S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa di Carlo Vanzina (1994, 103′)
«Classico stracult vanziniano degli anni ’90, al centro di complesse polemiche per la sua volgarità, anche ideologica. Ma anche grande successo del Natale ’94, unico film, seppur comico, su mani pulite. Boldi è una sorta di Di Pietro, giudice che si sposta nella Roma di 2000 anni fa e si trova a indagare il correttissimo e romanissimo De Sica. Trionfo di latino maccheronico e di adattamento della Roma di oggi a quella storica con effetto Flinstone. […]Boldi e De Sica sono scatenati, Anna Falchi è una grande Poppea, mignottissima adescatrice del giudice Boldi in fuga dalla grassa moglie Nadia Rinaldi» (Giusti).
ore 19.00 Il figlio più piccolo di Pupi Avati (2009, 105′)
«Dopo La cena per farli conoscere (2007) e Il papà di Giovanna (2008), Avati chiude la trilogia sulla figura paterna. Inadempiente il 1°, troppo presente il 2°, il cinico immobiliarista Luciano Baietti, faccendiere corruttore ed evasore fiscale, è il peggiore dei 3. Torna a Bologna dopo 16 anni per intestare la sua società sull’orlo del tracollo a Baldo, il figlio minore. Nel firmare la sua 40ª regia in meno di 40 anni, Avati ha fatto una commedia di denuncia, uno dei suoi film più impietosi sull’Italia del 2000, nel cui Nord e specialmente in Emilia – dice lui – “conti per quel che hai, quel che possiedi è la misura di quanto vali”. […] Tenuto a briglia corta, De Sica è bravo quanto la Morante in un ruolo per lei insolito e il giovane Nocella se la cava» (Morandini). Nastro d’Argento a Christian De Sica come miglior attore protagonista.
ore 21.00 Christian De Sica, segni particolari: bellissimo di Adriano Pintaldi (2013, 30′)
a seguire Vacanze di Natale di Carlo Vanzina (1983, 91′)
«Sapore di mare in versione alpina e spostato ai tempi attuali. Non cambia molto, a parte le canzonette. Primo di una fortunata serie di film vacanzieri sbanca botteghino, è anche tra i migliori. Calà non esagera, Claudio Amendola è notevole come giovane romano un po’ burino figlio di Mario Brega e Rossana Di Lorenzo (grandissimi), […]. Ma soprattutto c’è la prima grande gag di Christian De Sica in versione post-sordiana gay» (Giusti). «Questo film, Vacanze di Natale, è la mia fortuna. Con questo io svolto. Siamo nel cuore degli anni Ottanta. C’hanno fatto un fan club. Poi c’hanno fatto un libro, un sito, abbiamo proiettato tre anni fa il film al cinema Adriano in una serata memorabile in cui tutto il fan club cantava le canzoni» (De Sica).