Home > Calibro 70 – Festival del cinema poliziesco
Calibro 70 – Festival del cinema poliziesco
20 Febbraio 2019 - 26 Febbraio 2019
Calibro 70, il primo festival interamente dedicato al cinema poliziesco italiano anni Settanta, si articola in tre sezioni: occhi puntati su un attore, un regista e una città che hanno reso grande questo genere, profondamento radicato nel cuore della società italiana dell’epoca. Philippe Leroy, un parigino a Roma, Umberto Lenzi, maestro dell’action movie all’italiana, e Roma, metropoli del crimine, sono i protagonisti di questa prima edizione.
In occasione del festival verrà conferito il Premio Umberto Lenzi, che la figlia Alessandra ha deciso di istituire per tenere viva la memoria del padre, ex allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia. Un premio nel segno del cinema e della letteratura, le due passioni di Umberto, che negli ultimi anni della sua vita si è rivelato un fine giallista.
A cura di Rodolfo Rossi in collaborazione con la Cineteca Nazionale
 
mercoledì 20
Philippe Leroy, un parigino a Roma
ore 17.00 La mano spietata della legge di Mario Gariazzo (1975, 95′)
«Philippe Leroy è un commissario che ha il vizio di picchiare, lo sa e ne è contento. Scopre che c’è una talpa nella questura. La trova e scopre un giro troppo grande per lui. […] “Sono molto soddisfatto di quella pellicola e penso sia una delle migliori da me realizzata” (Mario Gariazzo)» (Giusti). Con Philippe Leroy, Klaus Kinski, Silvia Monti, Cyril Cusack, Sergio Fantoni, Marino Masè.
 
ore 18.45 Fatevi vivi la polizia non interverrà di Giovanni Fago (1974, 90′)
«Il rapimento di una bambina, figlia di un ingegnere, coinvolge un capo mafia che, secondo il commissario che indaga al caso, non dovrebbe esserne estraneo. Sarà proprio il mafioso, invece, a mettere la polizia sulle tracce dei veri rapitori (non per collaborazionismo, bensì perché intendeva far proprio l’ingente riscatto)» (Poppi-Pecorari). Con Henry Silva, Rada Rassimov, Philippe Leroy, Gabriele Ferzetti.
 
ore 20.30 Incontro moderato da Rodolfo Rossi con Philippe Leroy e Giovanni Fago
 
a seguire Milano calibro 9 di Fernando Di Leo (1972, 100′)
«Il primo grande noir di Fernando Di Leo, tratto da un romanzo di Giorgio Scerbanenco con un cast straordinario di attori che vede in testa a tutti Gastone Moschin e Mario Adorf. Moschin è un malavitoso appena uscito dalla galera che il suo capo pensa responsabile di una serie di ammanchi. […] “Moschin non aveva fatto film che non fossero comici, Adorf me lo inventai, Leroy aderì subito al personaggio e la Bouchet ebbe l’ambiguità necessaria” […]. Per Stelvio Massi Milano calibro 9 “rappresenta il vero e degno capostipite di tutto il filone del poliziesco all’italiana”» (Giusti).
 
giovedì 21
Umberto Lenzi, sfida alla città
ore 17.00 Il giustiziere sfida la città di Umberto Lenzi (1975, 94′)
Rambo prima di Stallone. «Milian arriva in città su una rombante moto come un cavaliere solitario d’altri tempi, mette uno contro l’altro, il vecchio boss Joseph Cotten e l’emergente Luciano Catenacci, in rapida ascesa nel ramo droga e sequestri […]. Se il Rambo di Milian è la versione metropolitana dell’eroe solitario ed errabondo, il copione di Vincenzo Mannino ripropone la rissa nel saloon (Rambo che mette fuori combattimento due gorilla in un bar, servendosi di una stecca da biliardo), il bambino che idolatra l’eroe come in Il cavaliere della valle solitaria, la battona dal cuore d’oro (Femi Benussi) che finisce ammazzata di botte dai cattivi. Anche i caratteristi, Luciano Pigozzi su tutti, sono utilizzati come in un western; non bastasse, Milian si permette una scoperta di autocitazione (“Corri, uomo, corri…”)» (Curti).
 
ore 19.00 Il trucido e lo sbirro di Umberto Lenzi (1976, 95′)
«Grande inizio teorico. Stiamo vedendo un bel western all’italiana, paesaggi e musicona come un tempo. Ma in realtà chi guarda il film non siamo noi, ma un gruppo di carcerati a Regina Coeli. Fra loro “Monnezza”, ladro romano interpretato da Tomas Milian, già Tepepa e Provvidenza nel mondo del western italiano. […] Notevolissima la sequenza, completamente gratuita, di una banda di terroristi che liquida un politico mentre i protagonisti stanno pedinando la donna di un bandito» (Giusti). L’inedita coppia Tomas Milian-Claudio Cassinelli, alleati per liberare una bambina sequestrata, funziona benissimo, grazie anche alla presenza dei massimi caratteristi del genere: Biagio Pelligra, Robert Hundar e Giuseppe Castellano.
 
ore 20.45 Roma a mano armata di Umberto Lenzi(1976, 90′)
«Poliziottesco di Lenzi che vede la nascita ufficiale del Gobbo interpretato da Tomas Milian, strano miscuglio del gobbo di Notre Dame e di quello romanissimo del Quarticciolo. […] Il film, però, era costruito per Merli, che dopo aver interpretato il commissario Betti qui interpreta l’identico commissario Tanzi» (Giusti). Con Giampiero Albertini, Arthur Kennedy, Maria Rosaria Omaggio, Ivan Rassimov.
 
venerdì 22
Premio Umberto Lenzi
ore 18.00 Romanzo criminale di Michele Placido (2005, 153′)
Tre giovani della malavita romana, il Freddo, il Libanese e Dandi, conquistano a colpi di mitra la Roma degli anni Settanta, stringendo alleanze con la mafia e godendo della copertura dei servizi segreti. La storia della banda della Magliana, dal celebre romanzo del magistrato De Cataldo: i giovani divi del cinema italiano si dividono onori e premi (8 David di Donatello e 5 Nastri d’argento). «Giallo atipico e cinico in cui Placido (al suo miglior film) non rende romantici i banditi, anche se ciascuno pecca per le ragioni del cuore» (Porro).
 
ore 20.45 – Premio Umberto Lenzi conferito a Giancarlo De Cataldo e  Damiano  e Fabio D’Innocenzo. Conduce Steve Della Casa. Saranno presenti Martine Brochard, Enzo G. Castellari, Alessandra Lenzi, Sergio Martino, Marino Masè, Franco Micalizzi, Ugo Tucci.
 
 a seguire La terra dell’abbastanza di Damiano e Fabio D’Innocenzo (2018, 95′)
«Storia di Mirko e Manolo, due giovani amici della periferia romana. Bravi ragazzi fino al momento in cui, guidando a tarda notte, investono un uomo e decidono di scappare. La tragedia si trasforma in un apparente colpo di fortuna: l’uomo che hanno ucciso è il pentito di un clan criminale di zona e facendolo fuori i due ragazzi si sono guadagnati un ruolo, il rispetto ed il denaro che non hanno mai avuto. Un biglietto d’entrata per l’inferno che scambiano per un lasciapassare verso il paradiso» (cinematografo.it). «È film poeticamente, leggi sociologicamente, scomodo; straordinariamente girato, per essere un esordio; assai perfettibile, per drammaturgia. Pertanto, ancor più prezioso: ne sentiremo parlare, di questi D’Innocenzo, perché mettono in scena con una sicurezza, anche negli errori, una assertività e una lucidità ammirevoli. Soprattutto, declinano pistola alla mano il ritratto di una gioventù che sa andare oltre, superarsi, negarsi in un movimento da fermo, un surplace, molto preciso, molto sintomatico. Si capisce qui, e bene, il perché della diversità poetica, della non addomesticabilità al genere, dello scarto tra quel che appare e quel che è: sotto le mentite spoglie del romanzo, pardon, saggio criminale, c’è molto di più, c’è un’idea di cinema ambiziosa, una tensione formale non doma, un anelito di libertà in catene. Vedere per credere» (Pontiggia).
Per gentile concessione di Pepito Produzioni
 
sabato 23
Umberto Lenzi, sfida alla città
ore 17.00 Il cinico, l’infame, il violento di Umberto Lenzi (1977, 100′)
«Dopo aver messo dentro il perfido “Cinese”, cioè Milian, il commissario Merli, abbandonata la polizia, scappa in Svizzera, poi torna deciso a farla finita una volta che il cinese è fuori. Si allea con il capo di un’altra banda e lo scontro comincia» (Giusti). Con John Saxon e Renzo Palmer.
 
ore 19.00 La banda del gobbo di Umberto Lenzi (1977, 107′)
Tomas Milian si sdoppia in due ruoli cardini del poliziesco all’italiana, il Gobbo e il Monnezza, qui due fratelli gemelli dai caratteri e i modi completamente diversi. Tutto ruota attorno alle imprese criminali del gobbo e al tentativo del commissario Sarti di usare il Monnezza per catturarlo. Il personaggio del gobbo rivela un’umanità inaspettata rispetto a Roma a mano armata, mentre il personaggio del Monnezza anticipa la stagione più trucida (ma meno efferata) del poliziesco all’italiana.
 
Proiezione speciale
ore 21.00 Calibro 70 di Alessandro Rota (2008, 40′)
Torino, anni Settanta: la città è in preda al terrore! Leonardo Morra (Ivan Fabio Perna), spietato criminale meglio noto come lo Svizzero, mette a punto i suoi sporchi piani criminali lasciando dietro di sé numerose vittime. Silvio Dal Piaz (Silvio Arduino), figlio del direttore della più importante banca cittadina, si mette in contatto con il criminale proponendogli un piano scellerato per una grande rapina nella banca del padre. Nel frattempo lo Svizzero dovrà fare i conti con alcuni traditori e con il suo acerrimo nemico, l’Inglese (Luca Ward), con cui lotta da anni per il dominio della città. Calibro 70, scritto da Alessandro Rota e Ivan Fabio Perna, non si limita al semplice omaggio, ma reinterpreta, anche con la giusta ironia, la fortunata stagione del poliziesco all’italiana. Camei di Carlo Ausino, il regista di Torino violenta, e Johnson Righeira, uno dei fratelli Righeira.
 
domenica 24
Roma, le panoramiche del crimine
ore 17.00 Roma come Chicago (Banditi a Roma) di Alberto De Martino (1968, 104′)
«Cultissimo spaghetti-noir con John Cassavetes protagonista. […] Qui siamo proprio nel gangster basso, scalcinata replica di Alberto De Martino al Banditi a Milano di Carlo Lizzani. […] Cassavetes evade di prigione per vendicarsi dello stupro e della morte della moglie, Anita Sanders. […] Visto oggi ha una fotografia (di Aldo Tonti) e un’ambientazione strepitose, qualcosa di pre-tarantiniano, di Hollywood alle prese con il nostro cinema delle pratiche basse. Fantastico» (Giusti).
 
ore 19.00 La polizia ringrazia di Steno (1972, 94′)
«Primo poliziottesco italiano e anche primo film che Steno firma con il suo vero nome, Stefano Vanzina. Successo pauroso, un miliardo e settecento milioni di incasso. “Il prototipo industriale che ci vuole” (Giovanni Buttafava) e che darà vita a decine di prodotti simili con la storia più o meno identica […]. Il commissario Bertone di Salerno, con parrucchino grigiotopo fantastico, è uno che va per le spicce, ma sono molto peggio i suoi colleghi che liquidano i banditi a suon di schioppettate e si fanno chiamare “i giustizieri”. Li guida un ex questore, Cyril Cusack. Notevole la presenza di Mariangela Melato, poi diretta da Steno nella parodia, di gran successo, La poliziotta, che darà il via a un altro sotto-genere» (Giusti).
Per gentile concessione di Movietime
 
ore 20.45 Roma violenta di Franco Martinelli [Marino Girolami] (1975, 90′)
«Cultissimo poliziottesco. È anche il primo film di successo di Maurizio Merli e il suo film d’esordio come sbrigativo commissario Betti, protagonista di una celebre serie in gran parte diretta da Marino Girolami [che si firma Franco Martinelli, n.d.r.]. L’idea del film è del produttore Amati che aveva ottenuto due anni prima un grande successo con La polizia incrimina la legge assolve diretto da Enzo G. Castellari, figlio di Marino, con Franco Nero protagonista. Cercando un Franco Nero, dopo aver escluso Richard Harrison, troppo americano e poco duttile, si finì con l’individuare in Maurizio Merli, appena uscito dal successo televisivo del Garibaldi di Franco Rossi, il candidato ideale» (Giusti).
 
martedì 26
Roma, le panoramiche del crimine
ore 17.30 A tutte le auto della polizia… di Mario Caiano (1975, 99′)
«L’assassinio della giovane figlia di un chirurgo romano porta la polizia a scoprire un criminoso traffico di minorenni, organizzato da un olandese in combutta con un ex ministro. Dell’omicidio è invece accusato uno squallido guardone» (Poppi-Pecorari). Con Antonio Sabato, Luciana Paluzzi, Enrico Maria Salerno, Gabriele Ferzetti, Elio Zamuto, Marino Masè.
 
ore 19.30 Poliziotto sprint di Stelvio Massi (1977, 102′)                                          
«Lasciate le pistole nelle rispettive fondine, la sfida tra delinquenti e sbirri avviene a colpi di acceleratore. Marco Palma, soprannominato “il matto”, è un agente della Mobile di Roma fissato con le macchine e la velocità. Se ne infischia degli ordini dei superiori e provoca disastri quando fa servizio mettendosi al volante. Corre, insegue i malviventi anche quando non dovrebbe con la sua Giulia Alfa Romeo. […] Strepitosi gli stuntmen del gruppo di Remy Julienne con le loro esibizioni dentro la città: macchine che si inseguono percorrendo vicoli e scalinate (memorabile la discesa sulla scalinata di Trinità dei Monti), sorpassi mozzafiato, testacoda, crash e cappottamenti come fossero reali» (Fulvi).
Date di programmazione