Cera una volta la Documento Film (parte seconda)
01 Febbraio 2017 - 01 Febbraio 2017
La “legge di sostegno” alla cinematografia italiana nata nel 1949 a firma dell’onorevole Giulio Andreotti, allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo spettacolo, incentiva la produzione di lungometraggi, cortometraggi e film d’attualità di nazionalità italiana. Nascono e si sviluppano nuove case di produzione specializzate nella realizzazione di cortometraggi, come la Corona Cinema, la Nexus Film, la Trans World Film, la Documento Film, la Vette Filmitalia, la S.E.D.I., la Opus Film, la Film Giada, guidate da produttori come Elio Gagliardo, Fulvio Lucisano, Giorgio Patara, Vincenzo Nasso, Giacomo Pezzali e Gianni Hecht Lucari. Tra le società che si sono distinte per la quantità e per la qualità dei film realizzati, ricopre un posto di rilievo la Documento Film s.r.l. di Gianni Hecht Lucari, che dall’inizio degli anni Cinquanta sino alla fine degli anni Settanta realizza oltre mille e duecento documentari, diverse decine di lungometraggi ed alcune centinaia di film d’attualità. Negli anni Ottanta la proprietà dei cortometraggi della Documento Film viene acquistata una parte da una società di Milano e una parte dalla Lanterna Editrice. I documentari di proprietà della Lanterna Editrice sono stati realizzati tra il 1950 e il 1974, la maggior parte con pellicole a colori (Eastmancolor e Ferraniacolor), in formato 35mm, e recentemente sono stati acquisiti dagli archivi del Centro Sperimentale di Cinematografia. La lunghezza media dei cortometraggi è di circa 300 metri (11 minuti circa). Gli argomenti trattati sono i più svariati: dai classici documentari d’arte ed etnografici alle inchieste sul mondo dello spettacolo, dai problemi delle città a temi d’attualità. Se nella prima parte si è selezionato un gruppo di documentari legati a Roma e a Lazio, questa volta si è esteso al resto dell’Italia, per (ri)vedere e comprendere meglio come eravamo.
ore 17.30 Canada del sud di Pasquale Puntieri (1954, 10′)
La Sila con i suoi primordiali boschi, terrificanti crepacci, bellissimi laghi, ci ricorda il Canada. Un Canada più vecchio, più romantico, più caldo.
a seguire Napoli borbonica di Raffaele Andreassi (1955, 9′)
La Napoli borbonica attraverso monumenti, palazzi e opere d’arte dell’epoca.
a seguire Vesuvio gigante brontolone di Vittorio Gallo (1964, 10′)
Luoghi, aspetti e vicende del napoletano, influenzate direttamente o indirettamente dalla presenza del Vesuvio, che, oltre ad essere il simbolo di Napoli, è stato protagonista di significativi fatti storici.
a seguire Due paeselli di Abruzzo di Francesco De Feo (1966, 12′)
Il documentario ripercorre i luoghi cari alla famiglia Croce e quelli che videro la prima infanzia di Benedetto, attraverso le parole del breve scritto che traccia la storia civile e umana dei borghi Montenerodomo e Pescasseroli, rispettivamente paese d’origine della famiglia Croce e luogo natio del grande filosofo.
a seguire Monte Velino di Carlo Prola (1960, 10′)
Il documentario si propone di descrivere la fauna e la flora di un ambiente geograficamente ben delimitato: quello del Monte Velino, una delle vette più alte dell’appenino abruzzese. Il Velino presenta tutti gli ambienti e gli esemplari animali e vegetali della media ed alta montagna centro-italiana.
a seguire Monte Oliveto Maggiore di Di Giacomo (1954, 12′)
In provincia di Siena nel 1319 san Bernardo Tolomei fondò la celebre abbazia benedettina. La chiesa in stile gotico, con rifacimenti barocchi, risale al 1417. I pittori Luca Signorelli e Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma, vi dipinsero intorno al Cinquecento episodi della vita di S. Benedetto.
a seguire Visioni di Romagna di Giuseppe Sala (1958, 12′)
Bassa Romagna, le sue terre ubertose, le sue spiagge, i suoi castelli e la vita operosa della sua popolazione.
a seguire Venezia dei veneziani di Alberto Passanti (1962, 10′)
Impressioni di una giovane veneziana che, una domenica d’inverno, torna a visitare la sua città in un’atmosfera intima, riservata e domestica.
a seguireLessinia di Remo Bussotti(1964, 9′)
Visita ai monti Lessini, nel veronese, un paesaggio che ha influenzato celebri artisti, una terra ricca di marmi e pietre pregiate, mentre nel fondovalle si specchiano i ricchi vigneti.
a seguire Italia a Trieste di Guido Gianni (1955, 9′)
La macchina da presa va a spasso per Trieste e riprende la vita di tutti i giorni dei cittadini e degli stranieri. Un giornalista narra la storia degli avvenimenti più importanti della città.
a seguire Lettera da Merano di Pino Belli (1955, 10′)
Il documentario presenta Merano e i suoi dintorni nel periodo della raccolta delle mele, principale attività della zona. I castelli, il folklore, le seggiovie e le filovie che collegano Merano alle montagne che la circondano, mentre il fiume Passirio divide la città con la sua fresca e canora corrente.
a seguire Piramidi bianche di Vincenzo Mariani (1955, 11′)
Il documentario illustra da un punto di vista spettacolare le cime dei più superbi monti della catena delle Alpi.
a seguire Sesto grado superiore di Giuseppe Taffarel (1960, 10′)
Il documentario approfondisce uno dei più importanti aspetti dell’attuale alpinismo in roccia: l’arrampicata “solitaria in libera”, in rapporto al sesto grado e al sesto grado superiore, considerati il limite possibile per lo scalatore.
a seguire S.O.S. sulle Dolomiti di Cai Fisi Sat (1953, 10′)
Il paesaggio di montagna invernale sotto l’infuriare del vento e della tormenta. La vita in montagna diventa difficile sia per gli uomini che per gli animali. Gli uomini si sono attrezzati per soccorrere le persone in pericolo: la squadra specializzata utilizza i mezzi più celeri, con il sostegno di cani addestrati.