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A Roma come a Hollywood. Il cinema di Alberto De Martino
19 Aprile 2014 - 23 Aprile 2014
Nell’epoca in cui il filo che legava il cinema italiano a quello americano era saldissimo, registi come Alberto De Martino sembravano nati per caso a Roma, ché il loro mestiere non aveva nulla da invidiare a quello dei colleghi a stelle e strisce. Bisognerebbe vedere i film di De Martino senza i titoli di testa (peraltro costellati da grandi star hollywoodiane) per apprezzarne veramente il ritmo e la tecnica cinematografica. Un maestro dell’azione che avrebbe meritato un pubblico meno provinciale.
 
sabato 19
ore 17.00 Gli invincibili sette di Alberto De Martino (1963, 92′)
«Il sette è un numero di moda attualmente nel mondo del cinema. Ecco ora Gli invincibili sette la cui unica nota originale è quella di svolgersi negli aridi promontori della Grecia d’Atene e di Sparta. Il solito tirannello di provincia opprime il popolo» («Corriere della Sera»). Con Tony Russel e Massimo Serato.
 
ore 19.00 100.000 dollari per Ringo di Alberto De Martino (1965, 93′)
Ringo è un eroe al servizio dei deboli e degli oppressi. Scopre che gli assassini della mamma di un ragazzino sono tre sadici banditi: i fratelli Challey. Come nella tradizione leoniana di Per un pugno di dollari, Ringo li mette l’uno contro l’altro. «Primo Ringo dopo quello ufficiale di Giuliano Gemma. E primo film di Alberto De Martino per la Fida di Edmondo Amati. “L’incasso reale”, ricorda De Martino, “è stato di un miliardo e trentasei milioni, rivalutato al 1993 fanno 42 miliardi e 229 milioni. Un successo grosso. Anche se allora i film incassavano”» (Giusti). Con Richard Harrison e Fernando Sancho.
 
ore 21.00 Roma come Chicago (Banditi a Roma) di Alberto De Martino (1968, 104′)
«Cultissimo spaghetti-noir con John Cassavetes protagonista. […] Qui siamo proprio nel gangster basso, scalcinata replica di Alberto De Martino al Banditi a Milano di Carlo Lizzani. […] Cassavetes evade di prigione per vendicarsi dello stupro e della morte della moglie, Anita Sanders. […] Visto oggi ha una fotografia (di Aldo Tonti) e un’ambientazione strepitose, qualcosa di pre-tarantiniano, di Hollywood alle prese con il nostro cinema delle pratiche basse. Fantastico» (Giusti).
 
martedì 22
ore 17.00 Dalle Ardenne all’inferno di Alberto De Martino (1967, 122′)
«Olanda, aprile 1945: tre americani e due partigiani – che da civili erano ladri provetti – progettano di rubare i diamanti custoditi dai nazisti, ricattando la moglie (Bianchi) di un generale (Jürgens) che nasconde la sua identità di ebrea. Sporche dozzine, antieroi e tedeschi buoni (contrapposti a Ss sadiche) erano ormai all’ordine del giorno» (Mereghetti).
 
ore 19.15 Ci risiamo, vero Provvidenza? di Alberto De Martino (1973, 99′)
«Secondo e ultimo episodio della piccola serie dei Provvidenza, con un Tomas Milian che tenta una carta di personaggino western bizzarro, con qualche punta chapliniana. Lo troviamo assieme al suo figlio fido servitore Chiao e all’amico Gregg Palmer […] a caccia di taglie e di soldi. Vorrebbe sposare Carole André, nobildonna messicana, figlia di Luciano Catenacci […], un losco truffatore di Hong Kong» (Giusti).
 
ore 21.00 Incontro moderato da Marco Giusti con Alberto De Martino
 
a seguire Extrasensorial di Alberto De Martino (1986, 98′)
«Il dottor Craig Mannings (Moriarty) soffre di incubi in cui vede se stesso ammazzare alcune donne: scoprirà che si tratta del fratello gemello siamese Keith. Scritto da Theodore Apstein, un thriller psicologico sull’onda di De Palma (non solo Le due sorelle, ma soprattutto Blow Out, per le visioni opache con gli occhi dell’altro). […] Bella musica melodica di Ennio Morricone» (Mereghetti).
Ingresso gratuito
 
mercoledì 23
ore 17.00 L’anticristo di Alberto De Martino (1974, 111′)
«Sulla scia dell’Esorcista. Carla Gravina, giovane nobile romana sulla sedia a rotelle, è in realtà la reincarnazione di un’antenata che ha avuto una story con il Diavolo ma aveva poi osato tradirlo baciando il Crocifisso. L’esorcista di turno è il vecchio George Coulouris» (Giusti).
 
ore 19.00 Holocaust 2000 di Alberto De Martino (1977, 107′)
«Kirk Douglas, eroe del film, è convinto di aver costruito una centrale nucleare per volere del Maligno, visto che è a nove teste e pensa che il figlio Simon Ward […] sia più o meno l’Anticristo. Così si agita come già accadde ai protagonisti dei due The Omen (Il Presagio), finisce in manicomio con Eugenio Masciari e cerca di far fuori il figlio senza riuscirvi. Per Alberto De Martino è il suo film più riuscito» (Giusti).
Date di programmazione