La nostra storia
L’idea di realizzare una Scuola Nazionale di Cinematografia risale al 1930 e si deve al regista Alessandro Blasetti. L’anno successivo Anton Giulio Bragaglia sottopone alla Corporazione dello Spettacolo una relazione sui fondamenti di tale organismo: vi si ipotizza un istituto politecnico dedito alla formazione di tutti i mestieri del cinema. Sulle prime viene realizzata, come branca del conservatorio di Santa Cecilia, solo la parte del progetto dedicata alla recitazione, con la direzione di Blasetti e sotto il controllo incrociato dei ministeri dell’Educazione Nazionale e delle Corporazioni.
I corsi iniziano l’1 ottobre 1935 e si dividono in cinque branche: recitazione, ottica, fonica, scenotecnica e produzione. Alcuni insegnamenti (estetica e storia del cinema, funzione sociale della cinematografia e storia dell’arte), sono in comune a tutti gli indirizzi. Il corso dura due anni, più un terzo per chi ne fa richiesta. Il Centro Sperimentale di Cinematografia si dota di una biblioteca e di una cineteca, ricca quest’ultima di molti capolavori del cinema mondiale. Altro pilastro dell’attività del Centro è la pubblicazione di “Bianco e Nero“, rivista di storia e critica cinematografica assolutamente innovativa. In quegli anni il Centro cura anche la pubblicazione di una collana di libri su tecnica ed estetica nel cinema e la produzione di film didattici sempre sulla tecnica filmica, primo fra i quali L’inquadratura di Renato May. Dal 1938 il Centro Sperimentale di Cinematografia comincia a collaborare alla creazione di lungometraggi di professionisti come L’ultima nemica di Barbaro e La peccatrice di Amleto Palermi, girato negli stessi stabilimenti del Centro. Nel 1942 autoproduce Via delle cinque lune di Chiarini, realizzato con la collaborazione di docenti, allievi ed ex allievi.
Nell’ultima fase della guerra il Centro è costretto a chiudere: viene saccheggiato dalla Wermacht e in particolar modo è saccheggiata la Cineteca, dei cui materiali si perdono definitivamente le tracce, con l’eccezione di una decina di pellicole fortunosamente nascoste da alcuni dipendenti. In questo decennio il Centro Sperimentale è il fulcro della formazione di autori che saranno i protagonisti della nuova epoca del cinema italiano: Michelangelo Antonioni, Giuseppe De Santis, Gianni Puccini, Steno, Luigi Zampa; di attori come Gianni Agus, Paolo Carlini, Andrea Checchi, Arnoldo Foà, Massimo Serato; delle “dive” Clara Calamai, Carla Del Poggio, Irasema Dilian, Mariella Lotti e Alida Valli; di scenografi e costumisti come Mario Chiari, Vittorio Nino Novarese (due Oscar nel dopoguerra), Gianni Polidori e Maria De Matteis (che negli anni a venire sbarcheranno a Hollywood); e di direttori della fotografia come Pasqualino De Santis (primo Oscar italiano per la fotografia) e Gianni Di Venanzo.
A partire dal dopoguerra la lotta politica fra cattolici e marxisti determina una continua alternanza nella gestione del Centro Sperimentale di Cinematografia. Alla riapertura nel 1946 ne prende la guida Umberto Barbaro, che diventa direttore anche di «Bianco e Nero». Il 20 gennaio 1947 si inaugura il primo biennio. Vi insegnano, fra gli altri, Michelangelo Antonioni e il direttore della fotografia Carlo Nebiolo; vi tengono seminari Visconti, De Sica, Germi, Soldati, Lattuada.
Una legge del 1949 istituisce la Cineteca Nazionale e prevede (per la prima volta in un paese occidentale) il deposito obbligatorio di tutti i film di produzione nazionale. Il 31 maggio 1955 diventa operativo il nuovo statuto redatto da Nicola De Pirro e Giuseppe Sala, che assegna al Centro Sperimentale di Cinematografia una funzione attiva nell’ambito della ricerca e dell’editoria, oltre alle funzioni di formazione e di conservazione del patrimonio filmico nazionale.
Tra i docenti di questi anni, oltre a quelli già ricordati: Paola Borboni, Andrea Camilleri, Veniero Colasanti, Luigi Comencini, Orazio Costa, Edmo Fenoglio, Nanni Loy, Virgilio Marchi, Luciano Mondolfo, Antonio Pietrangeli.
Il 68′ e Roberto Rossellini
Nel 1968 Roberto Rossellini viene nominato commissario straordinario del Centro Sperimentale di Cinematografia, e ricopre tale carica con l’idea di mettere in moto ricerche interdisciplinari sull’insieme dei mezzi di comunicazione di massa, con un occhio di riguardo per la televisione; inoltre si propone di ripensare radicalmente i normali corsi. A quelli tecnici si affiancano infatti corsi di psicologia, storia, economia e sociologia, in un nuovo ordinamento che non prevede più la parcellizzazione dei diversi mestieri del cinema, ma mira alla formazione di “cineasti globali”.
I movimenti studenteschi e le contestazioni intellettuali del 1968-1972 mettono in crisi molte istituzioni cinematografiche italiane come il festival di Venezia e provocano gravi difficoltà all’esperimento Rossellini. Nel 1974 il Ministero del Turismo e dello Spettacolo toglie l’incarico a Rossellini.
Tra gli allievi di questi anni ricordiamo, tra gli altri, Carlo Verdone e Peter Del Monte, e, tra i docenti, Ennio Guarnieri, Carlo Lizzani, Vittorio Storaro, Valerio Zurlini.
Dagli anni Ottanta al XXI secolo
Nel 1981, mentre si svolge presso la Cineteca Nazionale il 37° congresso della Fédération Internationale des Archives du Film (FIAF), si torna alla distinzione dei corsi per orientamento professionale: regia, ripresa cinematografica (cioè fotografia cinematografica), scenografia e costume, organizzazione della produzione. Il Consiglio d’Amministrazione viene ricomposto nel 1982: ne fanno parte quindici esponenti di organismi pubblici e privati.
Vengono nominati Giovanni Grazzini alla presidenza ed Ernesto G. Laura alla direzione. Il primo bando di concorso della nuova gestione esce nel 1983 e prevede 50 posti suddivisi in 35 italiani e 15 stranieri. Viene ripristinato in via sperimentale il corso di recitazione . Il Centro Sperimentale di Cinematografia raggiunge un accordo con l’Unione Produttori per l’inserimento dei suoi diplomati in seno all’attività produttiva.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia prende un posto centrale nel contesto internazionale, assumendo per otto anni la presidenza del Groupement Européen des Ecoles de Cinéma et de Télévision (GEECT) e – dal 2000 – quella del Centre International de Liaison des Ecoles de Cinéma et de Télévision (CILECT).
Il CSC si diversifica ed espande sul territorio nazionale: viene potenziato l’insegnamento dedicato al cinema d’Animazione con una sede della Scuola a Torino; a Ivrea viene istituito l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa; a Milano, nella Sede Lombardia, vengono creati i corsi di Cinematografia d’Impresa: Documentario e Pubblicità, e Creazione e Produzione Fiction, oltre al Centro di Ricerca e al Laboratorio di Cinematografia Digitale. Nel 2008 viene istituita a Palermo la Sede Sicilia e, nel 2011, la sede de L’Aquila per la formazione di film-makers specializzati nel campo del reportage storico e d’attualità.
Il Centro Sperimentale di Cinematografia consolida in questo periodo i rapporti con RAI Cinema e con Medusa Film per la coproduzione dei film di diploma degli allievi della Scuola Nazionale di Cinema realizzati dalla CSC Production (società in essere fino al 2022).
Tra i docenti di questi anni: Age, Gianni Amelio, Piero Berengo Gardin, Gianni Bisiach, Vincenzo Cerami, Alessandro D’Alatri, Luigi De Laurentiis, Piera Degli Esposti, Giuseppe De Santis, Franco Di Giacomo, Carlo Di Palma, Giulio Gianini, Alfredo Giannetti, Giuseppe Lanci, Roberto Perpignani, Ugo Pirro, Domenico Procacci, Giuseppe Rotunno, Furio Scarpelli, Piero Tosi, Ingrid Thulin, Monica Vitti, Italo Zingarelli.
Innumerevoli sono gli artisti e i professionisti del cinema formati dal CSC.
Nel 2012 viene nominato presidente Stefano Rulli, sceneggiatore e regista italiano. Alla fine del 2016 gli succede il giornalista e organizzatore culturale Felice Laudadio. Nel maggio del 2017 viene nominata Conservatore della Cineteca Nazionale Daniela Currò, a cui succede Paolo Cherchi Usai, proveniente dalla George Eastman House, una delle più prestigiose cineteche americane, e nel 2021 viene nominato lo storico e critico del cinema Alberto Anile. Alla guida della Scuola Nazionale di Cinema viene confermata Caterina d’Amico, alla quale, nel 2019, succede Adriano De Santis.
Nel 2018 si aggiunge all’offerta didattica della Scuola Nazionale di Cinema la prima sede all’estero, a Valencia e, nel 2019 il Corso di Conservazione e Management del patrimonio audiovisivo, prima collocato in Puglia, a Lecce, e poi presso la sede di Roma.
Nel 2018 viene attivato presso la sede di Roma il corso di Visual Effects – Supervisor & Producer con direttori artistici: Renato Pezzella e Daniele Tomassetti . La direzione didattica delle sedi regionali è affidata a Maurizio Nichetti a Milano, Costanza Quatriglio a Palermo, Daniele Segre a L’Aquila e a Chiara Magri, nel 2022, quella della sede di Torino.
Nel 2021 viene nominata presidente la produttrice Marta Donzelli.