
Nella giornata di avvio della terza edizione di UnArchive – Found footage Fest, i Direttori artistici Alina Marazzi e Marco Bertozzi hanno introdotto una masterclass speciale organizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia. Protagonista della giornata è stato Andrei Ujică, uno dei principali autori europei legati alla tecnica del found footage.
Nell’ambito del Festival, in programma a Roma in questi giorni fino al 1° giugno, il grande regista romeno ha presentato TWST – Things we said today (2024), ultimo lavoro della sua filmografia.
La masterclass è stata moderata dal giornalista e critico Emiliano Morreale il quale ha incentrato la conversazione sul tema fondamentale della provenienza delle immagini del film.
Andrei Ujică: “In questo mio lavoro, incentrato sul concerto dei Beatles a New York del ’65, non sono solo presenti immagini riguardanti la città; nella prima parte in bianco e nero ho preso in considerazione immagini di reportage del tempo di grossi emittenti televisive come ad esempio ABC e CBS; sono stato avvantaggiato perché quegli anni rappresentarono l’epoca d’oro del reportage televisivo, soprattutto per quanto riguarda la CBS (…) Il risultato è una sorta di reportage su tutti gli aspetti della vita newyorkese e il corrispondente CBS aveva anche un fantastico cameraman che ha realizzato tutte le riprese più belle”.
Morreale ha osservato la presenza di due forti elementi di novità nella filmografia di Ujică: uno relativo all’immagine e l’altro al suono, alle le voci – alla luce dei precedenti lavori del regista, privi di commento. E ha domandato all’autore come abbia cercato di mettere in rapporto la voce con le immagini.
Ujică: “Nel mio primo film l’unico suono erano le immagini stesse ed era stata una sfida: volevo che la storia si rappresentasse con le sue stesse immagini senza interventi esterni. In “TWST – Things we said today” ho voluto fare, invece, un discorso diverso. E infatti non è un documentario ma un film storico di finzione che tuttavia presente elementi storici in maniera veritiera (…) Il film è incentrato su due teenagers ed è la storia delle loro relazioni interpersonali e del loro rapporto con la città. Normalmente nei film di finzione ti rapporti con una ricostruzione della realtà piuttosto convenzionale; io ho voluto inserire invece una serie di immagini fantasmatiche che appaiono e scompaiono. Volevo dare l’impressione che le immagini fossero dei frammenti di diari. Solo le voci, nella nostra memoria, rimangono sempre uguali”.
Colpisce molto il lavoro sull’Intelligenza artificiale – ha notato infine Emiliano Morreale. Rianalizzando i suoi precedenti lavori, Ujică conferma di aver sempre rifiutato forme di “manipolazione”. In TWST – Things we said today ha scelto con la sua troupe di ricorrere all’intelligenza artificiale per completare alcuni oggetti e immagini mancanti.
Tra le osservazioni finali di Andrei Ujică: “Negli anni ’60 il futuro sembrava avere in serbo per noi un progetto culturale e politico; oggi questo populismo imperante sembra non avere niente di culturale da proporre. E per la verità, non ha neanche niente di democratico…”.
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