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L’archivio di Bernardino Zapponi è ora consultabile presso la Biblioteca “Luigi Chiarini” del Centro Sperimentale di Cinematografia
Centro Sperimentale di Cinematografia
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17 Dicembre 2025

La Biblioteca annuncia la completa consultabilità dell’Archivio privato di Bernardino Zapponi e la pubblicazione del relativo inventario analitico, uno strumento che permette di ripercorrere in maniera organica, capillare e documentata la carriera di uno degli autori più originali e versatili del Novecento italiano.

Sceneggiatore, scrittore e giornalista, Zapponi è stato protagonista di una stagione irripetibile della cinematografia italiana. Tra le sue collaborazioni più celebri spicca Federico Fellini con cui scrisse l’episodio Toby Dammit per il film Tre passi nel delirio (1968), Block-notes di un regista (1969), Fellini-Satyricon (1969), I clowns (1970), Roma (1972), Il Casanova di Federico Fellini (1976) e La città delle donne (1980). Altrettanto significativa è la lunga collaborazione con Dino Risi, che attraversa tre decenni di cinema, dalla commedia all’italiana al dramma intimista, dal Vedo nudo del 1969 fino a Giovani e belli del 1996, per un totale di dodici film e numerose produzioni televisive. Questo corpus testimonia non solo la versatilità e l’instancabile attività di scrittura di Zapponi, ma anche una solida amicizia e una frequentazione quotidiana con i registi, che ne consolidarono il ruolo di collaboratore fidato e interlocutore creativo.

L’Archivio, trasferito alla Biblioteca nel 2023, è composto da 67 buste per un totale di 680 unità archivistiche e copre un arco cronologico che va dal 1935 al 2000. Vi si trovano manoscritti e dattiloscritti letterari, soggetti e sceneggiature per cinema e televisione, materiali relativi a film non realizzati, corrispondenza, fotografie, disegni e documentazione a stampa.

Il lavoro di riordino ha consentito di individuare dieci serie archivistiche (Scritti; Cinema; Radio; Televisione; Giornalismo; Teatro; Corrispondenza; Contratti; Documentazione fotografica; Documentazione a stampa), nel rispetto dei settori di attività artistica del produttore e delle tipologie documentarie, mantenendo un ordinamento che rispettasse la genesi delle carte e con l’obiettivo di garantire una consultazione agevole.

La serie Scritti raccoglie non solo la produzione letteraria edita e inedita di Zapponi, ma anche agende e quaderni in cui l’autore annotava spunti, idee, soggetti, sogni e accadimenti quotidiani. Dal dattiloscritto I cinesi e altri racconti, insieme alla corrispondenza con gli editori, è possibile ricostruire il percorso creativo ed editoriale che condusse alla pubblicazione della raccolta Gobal (1967), così come dalle agende e dai quaderni emergono le prime bozze di testi che sarebbero poi confluiti nelle sue sceneggiature.

La serie Cinema comprende materiali relativi a numerose opere filmiche realizzate. Tra i più significativi, Il Casanova di Federico Fellini (1976): oltre a una versione della sceneggiatura con annotazioni autografe del regista, sono emerse alcune carte sciolte manoscritte da Zapponi, datate 18 aprile 1974, che contengono aneddoti sulla preparazione del film, in particolare sulle incomprensioni tra i collaboratori. Materiali che, già da soli, costituiscono un potenziale racconto autonomo.

Altri esempi rilevanti sono La città delle donne (1980), che conserva il soggetto con annotazioni manoscritte di Fellini, gli appunti di Zapponi con disegni, la scaletta e la prima stesura della sceneggiatura; e Don Celeste, uscito come Dio li fa poi li accoppia (regia di Steno, 1982), che include la versione della sceneggiatura scritta con Enrico Vanzina il 5 aprile 1982, mentre la Biblioteca conserva la copia depositata nel maggio 1982.

La presenza dell’Archivio Zapponi presso la Biblioteca del CSC consente inoltre ricerche incrociate con le sceneggiature cinematografiche depositate per obbligo di legge, permettendo di integrare le sceneggiature mancanti nel fondo o le versioni alternative.

Di particolare valore sono i progetti cinematografici non realizzati, che offrono una prospettiva privilegiata sulla dimensione sommersa del cinema italiano: il quaderno manoscritto con disegni e il trattamento di Necronomicon (1978), sviluppato con Pupi Avati; la proposta per un film intitolato C’era una volta un taglialegna; gli appunti e la sceneggiatura di Armonia (1979), elaborata da un’idea di Vittorio Gassman del 1978; il soggetto Automaton, trasformato con Tinto Brass nel 1983 in un trattamento complesso con una postfazione esplicativa; la nuova edizione de Il sorpasso, intitolata Il giretto (1987), su soggetto di Dino Risi; e Il profumo dell’invisibile (1992), da un trattamento di Milo Manara.

La serie Televisione amplia ulteriormente il profilo di Zapponi. Tra i documenti conservati figurano la sceneggiatura della serie TV E la vita continua, ideata da Dino Risi, accompagnata dalla corrispondenza in cui Zapponi lamenta la sua esclusione dalla seconda serie prevista (Roma, 14 dicembre 1983); la sceneggiatura de La ciociara (regia di Dino Risi, 1989); e alcuni episodi de Il conto Montecristo di Ugo Gregoretti (1997). È inoltre presente il progetto non realizzato per uno sceneggiato in tre puntate dal titolo Henry Brulard, di Enzo Tortora e Bernardino Zapponi, con la supervisione di Leonardo Sciascia e ispirato alla Vie de Henry Brulard di Stendhal.

L’epistolario comprende circa 300 missive e documenta le collaborazioni professionali di Zapponi ma anche curiosità, confidenze e rapporti di amicizia.

Un aspetto poco noto dell’attività di giornalista di Zapponi riguarda il suo interesse per il fumetto. Nel fondo sono infatti conservati il menabò, le tavole originali, i bozzetti del logo, le scalette, la lista dialoghi e le prove di stampa dell’intero numero del periodico a fumetti «KID» (1973), un progetto mai pubblicato. Altre tracce della sua produzione parallela sono riconducibili alla passione per l’enigmistica e per le barzellette.

Il fondo Zapponi rappresenta una risorsa eccezionale per studiosi e appassionati, offrendo una prospettiva completa sulla produzione cinematografica, letteraria e giornalistica di un autore versatile e creativo. Conservare, inventariare e rendere accessibile questo archivio significa non solo preservare la memoria del cinema e dello spettacolo italiani, ma anche offrire strumenti di ricerca e ispirazione per le nuove generazioni.

Nota biografica

Bernardino Zapponi (Roma4 settembre 1927 – Roma11 febbraio 2000), sceneggiatore, scrittore e giornalista. Ha iniziato la sua carriera come giornalista, dapprima come cronista, per poi collaborare con riviste umoristiche come il famoso «Marc'Aurelio» insieme a Steno, Ruggero Maccari, Ettore Scola, Age e Scarpelli. Nel 1958 fondò la rivista «Il Delatore» e la diresse fino al 1965 anno della sua chiusura, trattando temi sociali di grande attualità con spirito satirico e provocatorio. Una passione per il giornalismo che coltiverà costantemente nel corso degli anni, collaborando con testate come «L'Espresso», «Panorama» e «Playboy».  Alla fine degli anni Quaranta cominciò a scrivere testi per la radio, per poi passare al cinema, alla televisione e al teatro di rivista. La sua produzione letteraria è altrettanto significativa. Tra i suoi libri più noti figurano i racconti, “Gobal” (Longanesi, 1967), “Trasformazioni” (il melangolo, 1990) e il racconto biografico “Il mio Fellini” (Marsilio, 1995). La carriera di Zapponi è caratterizzata da celebri sinergie con sceneggiatori e registi. Il suo primo film è stato È l'amor che mi rovina (1951), diretto da Mario Soldati e scritto insieme a Steno e Monicelli. Successivamente, come autore televisivo, lo troviamo accanto a Italo Terzoli e Guglielmo Zucconi in Controcanale (1960). Di poco successivi sono: L’amico del giaguaro (1961), Il naso finto (1963), La prova del nove (1965), scritti ancora in collaborazione con Terzoli, a cui seguirono diversi lavori per la tv fino agli anni 90. Dalla fine degli anni Sessanta, si dedicò principalmente al cinema, collaborò con Age e Scarpelli per due film collettivi: Le streghe (1968), nell'episodio Senso civico di Mauro Bolognini, e Capriccio all'italiana (1968), negli episodi La bambinaia di Mario Monicelli e Perché? di Bolognini. Tra i suoi più memorabili sodalizi artistici troviamo quello con Federico Fellini che hanno dato vita a capolavori come: l’episodio Toby Dammit, tratto dal racconto "Non scommettere la testa con il diavolo"  di Edgar Allan Poe per il film Tre passi nel delirio (1968); Fellini Satyricon (1969), che unisce il grottesco al senso di morte; i documentari per la tv Block-notes di un regista (1969) e I clowns (1970), quest’ultimo un'amara metafora dell'umanità; il film a episodi Roma (1972); il film in costume Il Casanova di Federico Fellini (1976), che gli valse una nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale; e il viaggio onirico del protagonista  nel film La città delle donne (1980). Con Dino Risi Zapponi esplorò le molteplici sfumature della commedia all'italiana, spaziando da toni leggeri e ironici a riflessioni più amare e profonde sulla società e sull'animo umano. Tra le sceneggiature scritte in collaborazione con Risi e con altri autori, si annoverano: il film a episodi Vedo nudo (1969); la commedia agrodolce I telefoni bianchi (1976), il thriller psicologico tratto dal romanzo di Giovanni Arpino Anima persa (1977); Caro papà (1979), scritto anche con Marco Risi; Il fantasma d’amore (1981); Sesso e volentieri (1982), scritto  anche con Enrico Vanzina, Tolgo il disturbo (1990), scritto anche con Enrico Oldoini e Giovani e belli (1996), scritto anche con Cristiana Farina.

Scrisse inoltre con Ruggero Maccari e Risi La moglie del prete (1970) e Mordi e fuggi (1973), entrambi diretti da Risi. Sempre con Maccari, I nuovi mostri (1977), un film a episodi diretto da Mario Monicelli, Ettore Scola e Risi, scritto anche in collaborazione con Age e Scarpelli; Polvere di stelle (1973) di Alberto Sordi; e L'ingorgo (1979) di Luigi Comencini. Altre collaborazioni di spicco comprendono, Dario Argento in Profondo rosso (1975), un classico del thriller-horror, perché amava molto il genere[1], Mauro Bolognini in Per le antiche scale (1975), Luciano Salce in L’anatra all’arancia (1975), Mario Monicelli in Il marchese del Grillo (1981), Peter Del Monte in Piso pisello (1981), Luigi Magni in State buoni se potete (1983), e con Tinto Brass nei film erotici Paprika (1990) e Così fan tutte (1992), dimostrando una straordinaria capacità di adattarsi a generi e stili narrativi diversi.


[1] Commedia all’italiana. Parlano i protagonisti, a cura di Pietro Pintus, op. cit, p. 230.

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