Il 2 dicembre gli allievi del CSC hanno incontrato lo scrittore Alessandro Piperno in Aula magna, in una conversazione moderata dallo sceneggiatore e scrittore Filippo Bologna. L’incontro è stato arricchito dalle letture degli allievi Chiara Bono e Davide Gaibotti, che hanno letto estratti da Virginia Woolf, Vladimir Nabokov, Thomas Bernhard e Marcel Proust.
Al centro dell’intervento di Piperno, il vizio di scrivere, tema fulcro del suo ultimo libro Ogni maledetta mattina. Lo scrittore ha definito la scrittura un’attività faticosa e solitaria, spesso priva di gratificazioni immediate. Una condizione che porta dunque a interrogarsi sul motivo profondo che spinge a scrivere. A questa domanda Piperno ha fatto rispondere alcuni tra i maggiori autori del Novecento:
Philip Larkin, per il quale si scrive “per dovere, perché è importante farlo";
Vladimir Nabokov, che scriveva per il "piacere di comporre enigmi con soluzioni eleganti” senza fini morali o sociali.
Virginia Woolf, che nei suoi Diari si riconosceva fragile, assetata di piccoli elogi, rivelando quanto ambizione e vanità possano essere forti moventi creativi.
Piperno ha richiamato anche Thomas Bernhard, che in A colpi d’ascia trasforma odio e collera in materia narrativa, e Philip Roth che dichiarava di pensare ai propri detrattori mentre scriveva.
Un altro movente evocato è quello della responsabilità civile, incarnato pienamente dalla figura di Émile Zola, disposto a sacrificare salute e libertà con il suo "J’accuse". Lo scrittore ha poi sottolineato quanto, nella sua esperienza, prevalga soprattutto il movente del piacere, un piacere che rimanda alla dimensione ludica dell’infanzia e che, se autentico, riesce a raggiungere anche il lettore. Infine, ha ricordato il movente della comprensione e della conoscenza, incarnato da autori come Dante, Tolstoj e soprattutto da Marcel Proust. À la recherche du temps perdu rappresenta la ricerca del senso ultimo della propria vita e della propria opera.
Piperno ha concluso affermando che «la scrittura, come l’Intelligenza Artificiale, estende il campo d’azione dell’individuo». Davide Gaibotti ha letto un brano tratto da A colpi d'ascia di Thomas Bernhard e da À la recherche du temps perdu di Marcel Proust. Chiara Bono ha letto un brano tratto dai Diari di Virginia Woolf e dal Pnin di Nabokov.

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