Cinema Trevi 22-30 ottobre. In programma le versioni restaurate dalla Cineteca Nazionale di "Avanti a lui tremava tutta Roma" di Gallone, "Roma città aperta" di Rossellini, "Siamo donne" di Visconti, "Roma" di Fellini.
La rassegna-omaggio ad Anna
Magnani del Centro Sperimentale di Cinematografia
- Cineteca Nazionale, in collaborazione con il
Festival del Film di Roma, parte dagli
anni '30, in cui la Magnani - formatasi in teatro,
in ruoli sia drammatici che comici, e negli spettacoli di rivista,
accanto a Totò - si contrappone subito,
anche in piccoli ruoli, allo stereotipo femminile biondo e
romantico delle commedie d'anteguerra (Noris, Miranda, Mercader,
Carmi): da Tempo massimo (1934), esordio cinematografico di
Mario Mattoli, a La principessa Tarakanova
(1938), cui lavora Mario Soldati.
Il programma attraversa poi gli anni '40 (tra il
'45 e il '48 la Magnani interpreta dodici film), anni in cui il suo
talento drammatico entra nella storia del cinema con Roma
città aperta di Rossellini (1945) -
presentato nella versione restaurata nel 2006 -, ma anche con Il
bandito di Lattuada (1948) e con la
straordinaria interpretazione in Avanti a lui tremava tutta
Roma di Gallone (1946), restaurato quest'anno
in collaborazione con Ripley's Film e la partecipazione del
Festival dei 2 Mondi di Spoleto; ancora nel '47 l'anima popolare e
il carisma della Magnani vengono consacrati da
Zampa ne L'onorevole Angelina.
Non potevano mancare i capolavori di
Bellissima di Visconti (1952), La
carrozza d'oro di Renoir (1952), il ritratto
viscontiano nell'episodio di Siamo donne (1953), Mamma Roma di
Pasolini (1962) e il riferimento a quest'ultimo in
Roma di Fellini (1972), anch'esso in copia
restaurata. In rassegna, poi, il poco visto Vulcano di
William Dieterle (1950), voluto dalla Magnani in
risposta a Stromboli di Rossellini.
mercoledì 22
ore 17.00
Tempo massimo (1934)
Regia: Mario Mattòli; soggetto e sceneggiatura. M.
Mattòli; fotografia: Carlo Montuori; musica: Vittorio
Mascheroni, Virgilio Ripa; montaggio: Giacomo Gentilomo;
interpreti: Vittorio De Sica, Milly, Camillo Pilotto, Enrico
Viarisio, Anna Magnani, Ermanno Roveri; origine: Italia;
produzione: Za-Bum; durata: 78'.
«Esordio di Mario Mattòli alla regia, dopo essere
stato attivo nella rivista e nella produzione cinematografica con
il marchio Zabum. Il film è una piacevole e movimentata,
commedia scritta dallo stesso regista, che tocca temi simili al
genere americano della "screwball commedy" che veniva lanciato
nello stesso anno, il 1934, in America con Accadde una notte di
Capra. Nello specifico, con la storia del giovane studioso (De
Sica) protetto dalla zia agata (Amelia Chellini) sulla cui vita
precipita (letteralmente) la valanga femminile Milly a
sconvolgergli le sicurezze e le abitudini, propone con
originalità e tempismo il tema della battaglia dei sessi.
L'uomo acculturato e imbranato e la donna sportiva è un
binomio classico della commedia americana che vedremo in Susanna di
Hawks (1937). Il film ha un gran ritmo, diverse trovate, un giusto
mix di ruoli, con il promesso sposo antipatico e molto vicino
all'uomo fascista (Ermanno Roveri), il maggiordomo di lui (Camillo
Pilotto) perfetto e umoristico, la dama di lei (una Anna Magnani al
debutto, intrigante e fascinosa), e l'uomo della dama protagonista
di un classico scambio di identità (un grande Enrico
Viarisio). Tempo Massimo è un esempio di commedia
sentimental surreale, una testimonianza di come il cinema dei primi
anni del sonoro fosse più libero e meno ingessato di quello
successivo dei telefoni bianchi. A quei tempi la Cines era
praticamente la sola casa di produzione del cinema italiano, mentre
la produzione stentava a raggiungere i 40 film l'anno. Ambientato a
Milano il film esprime anche una buona caratterizzazione regionale
con Giuseppe Barrella che "prestò la veemenza del suo
meneghino a una figurinetta d'autista" (Dino Falconi,
1935)» (Federico Passi).
ore 19.00
La principessa Tarakanova (1938)
Regia: Fëdor Ozep, Mario Soldati; soggetto: Ladislao Vajda,
André Lang; sceneggiatura: Evelina Levi, M. Soldati, Henri
Jeanson; fotografia: Curt Courant, Massimo Terzano, Renato Del
Frate; montaggio: Ferdinando Maria Poggioli; origine: Francia,
Italia; produzione: S.A.I. Film Internazionali, Chronos Films,
Néro Film; durata: 89'.
«A Venezia, dove ha la sua corte la principessa
Tarakanova - che vanta presunti diritti al trono di Russia -,
arriva il conte Orloff, emissario dell'imperatrice Caterina.
Dovrebbe catturarla, ma s'innamora di lei. La cornice schiaccia il
quadro: sfarzose scenografie, bella musica di Zandonai, grande
spettacolo in costume [...]. C'è A. Magnani che fa la
camerista e s'intravede Alberto Sordi al suo esordio. [...] Sullo
stesso argomento un film (1930) di Raymond Bernard. Il vero nome di
Ozep è Fjodor Otsep: fu uno dei pionieri del cinema
sovietico, trasferitosi poi nel 1928 in Germania; cacciato dai
nazisti si rifugiò in Francia dove diede il meglio di
sé finché la guerra lo costrinse a emigrare prima in
Canada, poi negli USA dove morì nel '49»
(Morandini).
ore 21.00
Teresa Venerdì (1941)
Regia: Vittorio De Sica; soggetto: Rudolf Török;
sceneggiatura: V. De Sica, Gherardo Gherardi, Margherita Maglione,
Franco Riganti; fotografia: Vincenzo Seratrice; musica: Renzo
Rossellini; montaggio: Mario Bonotti; interpreti: Adriana Benetti,
V. De Sica, Irasema Dilian, Anna Magnani, Virgilio Riento, Giuditta
Rissone; origine: Italia; produzione: A.C.I. (Alleanza
Cinematografica Italiana), Europa Film; durata: 92'.
«Medico rubacuori di successo e pieno di debiti, afflitto
da un'amante invadente e da una fidanzata sciocchina, incontra
un'orfanella che, liberatolo delle due noiose, conquista il suo
cuore e gli fa mettere giudizio. Ispirato a un romanzo di Rudolf
Török, si distingue per il garbo della costruzione
narrativa, l'esperta guida degli attori, la credibilità dei
personaggi. Basterebbe A. Magnani nel personaggio della
canzonettista Loletta Prima per raccomandarlo. Contribuirono alla
sceneggiatura C. Zavattini e Aldo De Benedetti senza firmare: l'uno
perché lavorò di nascosto, l'altro per motivi
razziali (ebreo). Altro titolo: Il gallo della Checca»
(Morandini).
giovedì 23
ore 16.30
La fortuna viene dal cielo (1942)
Regia: Akos Rathonyi; soggetto: A. Rathonyi; sceneggiatura: Sergio
Pugliese, Alessandro De Stefani [non accreditato]; fotografia:
Renato Del Frate; musica: Gino Filippini; montaggio: Otello
Colangeli; interpreti: Vera Carmi, Roberto Villa, Sandro Ruffini,
Anna Magnani, Franco Coop, Guglielmo Sinaz; origine: Italia;
produzione: S.A.C.C.I.; durata: 71'.
«La graziosa fidanzata di un avvocato viene derubata di
un prezioso gioiello regalatole da lui e quando costui viene a
sapere che le è stato sottratto in un cinema, si precipita a
sporgere denuncia senza sapere che il ladro ha abbandonato il
gioiello sul tavolino di un locale notturno dove è stato
trovato da una cantante che pensa le sia piovuto dal cielo. Da qui
tutta una serie di equivoci, bisticci, incomprensioni varie che
portano alla rottura del fidanzamento e al nascere di un nuovo
idillio» (Chiti/Lancia).
ore 18.00
Campo de' Fiori (1943)
Regia: Mario Bonnard; soggetto: Marino Girolami; sceneggiatura: M.
Bonnard, Aldo Fabrizi, Federico Fellini, Tullio Pinelli;
fotografia: Giuseppe La Torre; musica: Giulio Bonnard; montaggio:
Gino Talamo; interpreti: A. Fabrizi; Anna Magnani, Caterina
Boratto, Peppino De Filippo, Olga Solbelli, Cristiano Cristiani;
origine: Italia; produzione: Cines; durata: 95'.
«Il pescinvendolo Peppino (Fabrizi) s'innamora di
un'affascinante cliente (Boratto) e vorrebbe sposarla, anche se
scopre che è molto meno altolocata di quanto immagini e ha
un figlio (Cristiani) a balia, ma i suoi sogni non si
realizzeranno: deluso, ritornerà tra le braccia della
fruttarola (Magnani) che lavora al suo fianco al mercato di Campo
de' Fiori. Secondo film di Fabrizi e primo ruolo da popolana per la
Magnani, in una storia tutta girata a Cinecittà ma nella
quale si intravedono elementi pre-neorealisti (le dispute al
mercato, la scena con la Boratto in prigione, quelle dalla balia in
Abruzzo). E i toni della commedia sono abbastanza lontani dagli
schemi estetici dell'epoca, con accenni di critica sociale (i
"borghesi" che giocano d'azzardo) e qualche divertente notazione
sul maschio conquistatore (specie nel personaggio del parrucchiere
ganimede interpretato da De Filippo). Il soggetto di Marino
Girolami è adattato da Federico Fellini, Tullio Pinelli e
dallo stesso Fabrizi» (Mereghetti).
venerdì 24
ore 17.00
La vita è bella (1943)
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia; soggetto e sceneggiatura: C. L.
Bragaglia; fotografia: Rodolfo Lombardi; musica: Gino Filippini,
Giovanni D'Anzi; montaggio: Ines Donarelli; interpreti: Alberto
Rabagliati, Virgilio Riento, Anna Magnani, Maria Mercader,
Gualtiero Tumiati, Arturo Bragaglia; origine: Italia; produzione:
Fono Roma, Lux Film; durata: 81'.
«Un conte sul lastrico (Rabagliati) accetta di fare da
cavia per un siero misterioso, ma nei dieci giorni che lo separano
dall'esperimento l'amicizia con un vagabondo (Riento) e l'amore per
l'altera Nadina (Mercader) gli fanno tornare la voglia di vivere:
per fortuna il siero nasconderà una sorpresa. Scritta dallo
stesso Bragaglia (con la collaborazione non accreditata di Aldo De
Benedetti), è una svampita commedia degli equivoci, perfetta
per distrarre una nazione in guerra: Rabagliati non perde occasione
per sfoderare la sua ugola (oltre alla canzone che dà il
titolo al film, canta Per te... e accenna persino È
primavera) e la Magnani e Campanini si scatenano in una serie di
duetti comici (uno, irresistibile, su un'aria dell'Aida) da
antologia» (Mereghetti).
ore 19.00
L'ultima carrozzella (1943)
Regia: Mario Mattòli; soggetto: Aldo Fabrizi;
sceneggiatura: A. Fabrizi, Federico Fellini; fotografia: Tino
Santoni; musica: Mario Ruccione; montaggio: Fernando Tropea;
interpreti: Emilio Baldanello, Romolo Balzani, Giulio Battiferri,
Ciro Berardi, Nando Bruno, Gustavo Cacini; origine: Italia;
produzione: Artisti Associati, Continental Cine; durata: 89'.
Un vetturino romano tradizionalista è insofferente alla
concorrenza alle autovetture. Specialmente poi, quando la figlia
vuole sposare proprio un tassista! Ma un giorno però il
vetturino viene accusato del furto di un brillante e finisce in
tribunale. «L'ultima carrozzella, scritto e sceneggiato da
Fabrizi in collaborazione con Fellini, prefigura quel ruolo
centrale che il comico romano avrà nel neorealismo, da lui
interpretato come "cinema de noantri", racconto delle vicende della
povera gente in una Roma che vive ancora le emozioni e le storie
delle borgate. A differenza di Campo de' Fiori e di Avanti
c'è posto - due film pressoché contemporanei che
vedono Fabrizi protagonista e che sono stati spesso accomunati a
L'ultima carrozzella - l'opera mattoliniana è quasi
interamente realizzata fuori dagli studi (con un particolare
più volte sottolineato da Fabrizi: la palandrana da lui
indossata è la stessa di quando effettivamente faceva il
vetturino, fatto inimmaginabile nel cinema anche solo di qualche
tempo prima). Inoltre non è debitrice, come Avanti
c'è posto, di un testo teatrale preesistente»
(Della Casa).
ore 21.00
Abbasso la miseria! (1945)
Regia: Gennaro Righelli; soggetto: G. Righelli; sceneggiatura: G.
Righelli, Nicola fausto Neroni; fotografia: Rodolfo Lombardi;
musica: Umberto Mancini; montaggio: Duilio Lucarelli; interpreti:
Anna Magnani, Nino Besozzi, Virgilio Riento, Marisa Vernati, Vito
Chiari, Sandro Ruffini; origine: Italia; produzione: Domus Film,
Lux Film; durata: 82'.
«Il film italiano Abbasso la miseria! si presta a molte
considerazioni. Diretto da un vecchio lupo del nostro cinema, un
regista della vecchia guardia proveniente addirittura dal cinema
muto, Gennaro Righelli, interpretato da un attore di prosa, Nino
Besozzi, da un attore di rivista, Virgilio Riento, e dalla
straordinaria Anna Magnani, il film poteva essere giudicato in
partenza come qualcosa da non fidarcisi troppo, come roba di
ordinaria amministrazione. E invece si tratta di un film riuscito,
che ha il merito di muoversi sul concreto, di interessare, di
mordere su una materia viva. [...] In fondo, in Abbasso la
miseria!, quello che ha stupito piacevolmente sono state la
naturalezza degli attori, la verità delle situazioni e dei
casi. Tutti sanno che intelligente attrice sia Anna Magnani, per
poco che sappia sorvegliarsi, e qui è stata bravissima. Ma
pochi sapranno che Nino Besozzi può essere un buon attore di
cinema, dopo esserlo stato di teatro. Qui Besozzi è vero, ed
è riuscito a far dimenticare il funesto ricordo del Besozzi
comico-sentimentale di anni lontani» (Bianchi).
sabato 25
ore 17.00
Avanti a lui tremava tutta Roma (1946)
Regia: Carmine Gallone; soggetto: C. Gallone; sceneggiatura: C.
Gallone, G. Gherardi, Gaspare Cataldo; fotografia: Anchise Brizzi;
montaggio: Niccolò Lazzari; interpreti: Anna Magnani, Tito
Gobbi, Gino Sinimberghi, Hans Hinrich, Edda Albertini, Heinrich
Bode; origine: Italia; produzione: Excelsa Film; durata:
116'.
«Nella Roma del 1944, prima dell'arrivo degli Alleati, la
messinscena di Tosca di G. Puccini s'intreccia con una vicenda di
drammatica attualità: il tenore (G. Sinimberghi) che fa
Cavaradossi canta in stato di arresto per aver nascosto in casa un
paracadutista inglese. Al momento della fucilazione (vera) è
salvato da Floria Tosca (A. Magnani, doppiata dal canto di Renata
Tebaldi) e dai macchinisti del teatro. La sceneggiatura di G.
Gherardi e G. Cataldo fa un po' acqua, ma il robusto mestiere di C.
Gallone, re del cinema popolare dell'epoca, guida la storia sino
all'attesa lieta fine. 5° posto negli incassi della stagione
1946-47» (Morandini).
Versione restaurata da Cineteca Nazionale, Ripley's Film,
in collaborazione con Marzi Srl e Festival di Spoleto - Festival
dei 2 Mondi
ore 19.00
Il bandito (1946)
regia: Alberto Lattuada; soggetto: A. Lattuada; sceneggiatura:
Oreste Biancoli, Mino Caudana, Ettore M. Margadonna, Tullio
Pinelli, Piero Tellini; fotografia: Aldo Tonti; musica: Felice
Lattuada; montaggio: Mario Bonotti; interpreti: Anna Magnani,
Amedeo Nazzari, Carla Del Poggio, Carlo Campanini, Eliana Banducci,
Mino Doro; origine: Italia; produzione: Lux Film; durata:
84'.
«Le tragedie familiari e l'impossibile reinserimento
nella Torino postbellica spingono un reduce (Nazari) a entrare
nella malavita. Molto pessimista e ingiustamente sottovalutato, il
film coniuga sapientemente neorealismo e suggestioni noir di marca
Usa nella sceneggiatura [...]. Peculiare la scelta degli attori che
ribaltano coi loro personaggi l'immagine popolare che li ha resi
famosi: il brillante e avventuroso Nazzari è l'antieroe
disilluso, la "popolana" Magnani è addirittura il boss della
banda, e la virginea Carla Del Poggio fa la prostituta. Notevole la
fotografia di Aldo Tonti, in difficile equilibrio tra realismo ed
espressionismo» (Mereghetti).
ore 21.00
Roma città aperta (1945)
Regia: Roberto Rossellini; soggetto: Sergio Amidei, Alberto
Consiglio [non accreditato]; sceneggiatura: S. Amidei, Federico
Fellini, R. Rossellini e Carlo Celeste Negarville [non
accreditati]; fotografia: Ubaldo Arata; musica: Renzo Rossellini;
interpreti: Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Vito Annichiarico, Nando
Bruno, Harry Feist, Francesco Grandjacquet; origine: Italia;
produzione: Excelsa Film; durata: 104'.
«La proiezione del primo film italiano del Festival si
è risolta in un vero successo. Da questa Città aperta
di Rossellini si possono trarre preziosi insegnamenti. Primo, che i
nostri film debbono esprimere concetti semplici, illustrare la
nostra vita e liberarsi dalle smanie esibizionistiche della
precedente "rinascita". Secondo, che soltanto a questo patto i
nostri film potranno interessare fors'anche conquistare i pubblici
stranieri. Città aperta è un documentario romanzato,
e nella sua trama trovano ospitalità tutti quegli elementi
drammatici che sono ormai legati nel ricordo al periodo
dell'occupazione nazista di Roma: le razzie, le uccisioni, le
torture inflitte ai patrioti, la fame e l'attesa degli abitanti, il
sacrificio di molte anime nobili, la lotta clandestina. Una
sceneggiatura molto abile ha dato in efficace sommario la vita di
quei mesi, ricordando in uno dei protagonisti l'eroico Don Morosini
e nell'altro sommando le figure dei numerosi patrioti morti per
mano delle SS. La regia di Rossellini si tiene al sodo, evita le
divagazioni e punta sui fatti dei quali il film abbonda,
risolvendoli con una precisione e un'impassibilità che a noi
ricorda lo spirito che circola nelle pitture di un altro romano,
Antonio Donghi. Tutto qui è detto senza sforzo apparente e
senza grandi invenzioni. Rossellini si serve di case vere, di
uomini veri, di frasi vere: l'effetto è raggiunto
così con mezzi quotidiani, copiando la vita con la
puntigliosità di chi la vede soltanto nelle apparenze.
Rossellini si vieta di proposito ogni indagine lirica. Per lui due
e due fa quattro in ogni caso, mentre per noi qualche volta fa
cinque e perfino tre. Sergio Amidei, come soggettista e
sceneggiatore, l'ha assecondato benissimo, talvolta sonnecchiando
nei punti intrigati, ma sempre con drammatica veemenza e,
soprattutto, con umorismo. Il complesso degli attori ha funzionato
benissimo: alcuni, come la Magnani e il Fabrizi, erano nel film per
diritto naturale, combaciando la loro concezione dell'arte con
quella di Rossellini; altri come Pagliero, Feist, Grandjacquet, in
visita casuale ma non meno applaudita. Di due attrici, la Galletti
e la Michi, il pubblico ha ammirato i volti nuovi, espressivi e la
recitazione intensa ed efficace» (Flaiano). Nastri d'argento
per il miglior film e ad Anna Magnani. Grande successo
internazionale con una nomination all'Oscar della sceneggiatura.
Titolo inglese: Open City.
Versione restaurata nel 2006 dalla Cineteca
Nazionale
domenica 26
ore 17.00
L'onorevole Angelina (1947)
Regia: Luigi Zampa; soggetto e sceneggiatura: Piero Tellini, Suso
Cecchi D'Amico, L. Zampa; fotografia: Mario Craveri; musica: Enzo
Masetti; montaggio: Eraldo Da Roma; interpreti: Anna Magnani, Nando
Bruno, Ave Ninchi, Ernesto Almirante, Agnese Dubbini, Armando
Migliari; origine: Italia; produzione: Ora Film, Lux Film; durata:
93'.
«Moglie di un vicebrigadiere (N. Bruno) e madre di cinque
figli, Angelina (A. Magnani) guida le donne della borgata romana di
Pietralata all'assalto dei magazzini di pasta di un borsanerista e,
dopo l'alluvione, a occupare gli alloggi vuoti di uno speculatore
edilizio. Diventata famosa, è tentata dalla politica, ma,
ribellatasi alla forza pubblica, è arrestata. Esce dal
carcere vittoriosa, ma decide di tornare a fare la casalinga.
Scritta con Piero Tellini e Suso Cecchi D'Amico, è una
commedia sagace nel mescolare la gravità dei temi e la
comicità del trattamento - cronaca e spettacolo - pur con
scivolate nella retorica del patetico e una sottesa ideologia della
riconciliazione delle classi all'insegna dei valori familiari e dei
buoni sentimenti. Magnani strepitosa nelle "baccagliate", premiata
con il Nastro d'argento della migliore attrice del 1947-48. 4°
incasso tra i film italiani della stagione e successo
internazionale» (Morandini).
ore 19.00
Lo sconosciuto di San Marino (1948)
Regia: Michael Wazynski, Vittorio Cottafavi; soggetto: Cesare
Zavattini; sceneggiatura: Giulio Morelli, C. Zavattini, V.
Cottafavi; fotografia: Arturo Gallea; musica: Alessandro Cicognini,
Giuliano Conte; montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Anna
Magnani, Vittorio De Sica, Aurel M. Miloss, Antonio Gandusio,
Giuseppe Porelli, Irma Gramatica; origine: Italia; produzione: Film
Gamma; durata: 79'.
«Repubblica di San Marino poco prima la fine della
seconda guerra mondiale. Fra i tanti sfollati ve n'è uno che
ha perso la memoria e che si distingue per la sua bontà
d'animo aiutando gli oppressi e coloro che si trovano in
difficoltà. Ma durante una processione egli riacquista la
memoria e si ritrova quello che era: un ufficiale nazista
responsabile di azioni disumane. Dopo alcuni gesti inconsulti
dovuti alla sua disperazione, decide di porre fine ai suoi giorni
attraversando un campo minato» (Chiti/Poppi). Due grandi
attori a confronto: Vittorio De Sica e Anna Magnani.
ore 21.00
Assunta Spina (1948)
Regia: Mario Mattòli; soggetto: dalla commedia omonima di
Salvatore Di Giacomo; sceneggiatura e dialoghi: Eduardo De Filippo;
collaborazione alla sceneggiatura: Gino Caprioli; fotografia: Gabor
Pogany; musica: Renzo Rossellini; montaggio: Fernando Tropea;
interpreti: Anna Magnani, Eduardo De Filippo, Antonio Centa, Titina
De Filippo, Maria Donini, Margherita Pisano; origine: Italia;
produzione: Ora Film; durata: 79'.
«Dal dramma (1909) di S. Di Giacomo già filmato
nel 1915 e nel 1928. Mentre l'amato Michele è in carcere, la
fiera Assunta diventa l'amante di un cancelliere. All'uscita
Michele, pazzo di gelosia, uccide il rivale. Assunta si lascia
condannare al suo posto. È diretto così bene, e
ambientato in una Napoli squallida e violenta così
credibile, che alcuni critici ci videro lo zampino di Eduardo.
Nella parte che sullo schermo fu di Francesca Bertini e Rina De
Liguoro, la Magnani è superba» (Morandini).
lunedì 27
ore 17.00
Vulcano (1950)
Regia: William Dieterle; soggetto: Renzo Avanzo; sceneggiatura:
Piero Tellini, Mario Chiari, Victor Stoloff; fotografia: Arturoa
Gallea; musica: Enzo Masetti; montaggio: Giancarlo Cappelli;
interpreti: Anna Magnani, Rossano Brazzi, Geraldine Brooks, Eduardo
Ciannelli, Enzo Stajola, Rosina Fiorini Galli; origine: Italia;
produzione: Artisti Associati, Panaria Film; durata: 102'.
«Ex prostituta, Maddalena è rimpatriata dalla
Questura di Napoli a Vulcano (ME), sua isola natale, e viene
accolto dalla sorella. Per lei Maddalena si mette nei guai, la
libera da un palombaro losco, perde la vita nell'eruzione del
vulcano. È un film voluto da A. Magnani per contrastare
Stromboli, terra di Dio che R. Rossellini stava girando con Ingrid
Bergman [...]. Girato nell'isola di Salina. Belle riprese
subacquee. Scritto da Piero Tellini, Mario Chiari, Victor Stoloff.
Dialoghi tradotti in inglese dallo scrittore Erskine
Caldwell» (Morandini).
ore 19.00
Camicie rosse (Anita Garibaldi) (1952)
Regia: Goffredo Alessandrini; soggetto: Enzo Biagi, Renzo Renzi;
sceneggiatura: E. Biagi, R. Renzi, Mario Serandrei, Sandro Bolchi,
[non accreditati Suso Cecchi D'Amico, Nino Frank, Anna Magnani];
fotografia: Leonida Borboni, Mario Parapetti, Marco Scarpelli;
musica: Enzo Masetti; montaggio: M. Serandrei; interpreti: Raf
Vallone, Anna Magnani, Serge Reggiani, Carlo Ninchi, Michel
Auclair, Jacques Sernas; origine: Italia; produzione: P.G.F.;
durata: 100'.
«La vita e le imprese di Garibaldi dalla caduta della
Repubblica romana, nel 1819, alla fuga verso Venezia, alla morte di
Anita. Verso la fine delle riprese Alessandrini abbandonò il
set per motivi "sconosciuti", ma che andavano ricercati in
disaccordi con la produzione e con Anna Magnani (che era
coproduttrice del film). Proprio grazie alla Magnani, per terminare
il film, fu scelto l'esordiente Rosi [...]. Il film fu prodotto
dalla P.G.F. (Produzione Grandi Film) di Bologna (Alberto
Giovagnoli). Bolognesi erano Biagi e Renzi, il musicista Masetti e
gli attori Ninchi e Fantoni. Sottotitolo Anita
Garibaldi» (Chiti-Poppi).
ore 21.00
La carrozza d'oro (1952)
Regia: Jean Renoir; soggetto e sceneggiatura: J. Renoir, Renzo
Avanzo, Giulio Macchi, Jack Kirchland; fotografia: Claude Renoir;
montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Anna Magnani, Odoardo
Spadaro, Nadia Fiorelli, Georges Higgins, Duncan Lamont, Paul
Campbell; origine: Italia/Francia; produzione: Panaria, Hoche
Productions, (Francia); durata: 100'.
«La carrozza d'oro è uno dei film chiave di Jean
Renoir perché riprende i temi di molti altri, principalmente
quello della sincerità in amore e quello della vocazione
artistica; è un film costruito secondo il gioco delle
scatole cinesi che si incastrano le une nelle altre, un film sui
teatro nel teatro. C'è molta ingiustizia nell'accoglienza
riservata dal pubblico e dalla critica a La carrozza d'oro, che
è forse il capolavoro di Renoir. Si tratta, comunque, del
film più nobile e raffinato che sia mai stato girato. Vi si
trova tutta la spontaneità e l'inventiva del Renoir
d'anteguerra unite al rigore del Renoir americano. Qui tutto
è distinzione e gentilezza, grazia e freschezza. È un
film tutto di gesti e di comportamenti. Il teatro e la vita si
mescolano in un'azione sospesa tra il piano terra e il primo piano
di un palazzo come la commedia dell'arte oscilla tra il rispetto
della tradizione e l'improvvisazione. Anna Magnani è
l'ammirevole vedette di questo film elegante in cui il colore, il
ritmo, il montaggio sono all'altezza di un accompagnamento musicale
in cui Vivaldi fa la parte del leone. La carrozza d'oro è di
una bellezza assoluta, ma la sua bellezza sta tutta nel suo
profondo soggetto. Ho descritto l'altro capolavoro di Jean Renoir,
La règle du jeu, come una conversazione aperta, un film al
quale si è invitati a partecipare; le cose vanno
diversamente per La carrozza d'oro che è un lavoro chiuso,
finito, che bisogna guardare senza toccare, un film che ha trovato
la sua forma definitiva, un oggetto perfetto»
(Truffaut).
Copia proveniente dal Museo Nazionale del Cinema di
Torino
martedì 28
ore 17.00
Anna Magnani (ep. di Siamo donne, 1953)
Regia: Luchino Visconti; soggetto: Cesare Zavattini, Suso Cecchi
D'Amico; fotografia: Gabor Pogany; musica: Alessandro Cicognini;
montaggio: Mario Serandrei; interpreti: Anna Magnani; origine:
Italia; produzione: Titanus, Film Costellazione; durata: 22'.
«Più calore, vivacità e respiro nella
"confessione" di Anna Magnani: un ricordo di anni fa, una lite con
un autista da piazza finita addirittura in caserma. Luchino
Visconti, che ne è stato il regista, l'ha ambientata nella
Roma dei tempi in cui Anna Magnani cantava al Quattro Fontane e,
sostenuto dalla franca recitazione dell'attrice, ha dato
all'episodio tutto il sapore spigliato e umano della rievocazione
vissuta, del fatto vero. Introduce il film un prologo che ci espone
ansie e timori di due aspiranti attrici, Emma Danieli e Anna
Amendola, il giorno in cui vengono prescelte - e davvero a buon
diritto - dopo un laborioso concorso: disinvolto e immediato,
è diretto da Alfredo Guarini con l'intenzione di offrirci
una morale in limine di tutto il film: qui donne che vogliono
diventare attrici, là attrici che, o son rimaste donne o, se
lo hanno dimenticato, ne soffrono».
Versione restaurata dalla Cineteca Nazionale con il
contributo di Multithematiques-Cine Classic e con la partecipazione
di Unione Latina (Parigi)
a seguire
Bellissima (1951)
Regia: Luchino Visconti; soggetto: Cesare Zavattini; sceneggiatura:
Suso Cecchi D'Amico, Francesco Rosi, L. Visconti; fotografia: Piero
Portalupi, Paul Roland; musica: Franco Mannino; montaggio: Mario
Serandrei; interpreti: Anna Magnani, Walter Chiari, Tina Apicella,
Gastone Renzelli, Tecla Scarano, Lola Braccini; origine: Italia;
produzione: Film Bellissima; durata: 115'.
«Dopo il mirabile incontro con la "diva" Calamai [...]
Visconti scopre in Bellissima una Magnani inedita, che oltrepassa,
e di non poco, quella rosselliniana di Roma, città aperta.
Egli la spoglia dei suoi "vizi", del suo preoccupante gigionismo,
riscontrabile in particolar modo in opere come L'amore dello stesso
Rossellini e Vulcano di Dieterle [...]. Bellissima è film su
un personaggio proprio perché è storia di una crisi
(non delle consuete crisi più o meno da casi clinici); e
appunto perché storia di una crisi, e di una crisi risolta,
è anche film di ambiente» (Aristarco).
ore 20.00
Le Magot de Josefa (La pila della peppa, 1963)
Regia: Claude Autant-Lara; soggetto: da un romanzo di Catherine
Claude; sceneggiatura: Jean Auranche, Pierre Bost; fotografia:
Jacques Natteau; musica: René Cloërc; montaggio:
Madeleine Gug; interpreti: Bourvil [André Raimbourg], Anna
Magnani, Pierre Brasseur, Ramon Iglesias, Henri Virlojeux,
Christian Marin; origine: Francia/Italia; produzione: Productions
Raimbourg (Francia), S.O.P.A.C. (Francia), Star Press, Paris
(Francia), Arco Film; durata: 91'.
In un paese del Sud della Francia l'ostessa Peppa (Anna
Magnani) vanta una pila (gruzzolo), ereditata da uno zio gangster
d'America, che non esiste. Ha costruito questa menzogna per far
invidia al sindaco che in gioventù la mise incinta. La pila
della Peppa è una curiosa commedia rurale tratta da un
romanzo di Catherine Claude, sceneggiata dalla celebre coppia
Aurenche e Bost e diretta con mano sicura dal celebre regista
Claude Autant-Lara.
ore 21.40
Nella città l'inferno (1958)
Regia: Renato Castellani; soggetto: dal romanzo Roma, via delle
Mantellate di Isa Mari; sceneggiatura: Suso Cecchi D'Amico, R.
Castellani; fotografia: Leonida Borboni; musica: Roman Vlad;
montaggio: Jolanda Benvenuti; interpreti: Anna Magnani, Giulietta
Masina, Cristina Gajoni, Anita Durante, Milly [Monti], Marcella
Rovena; origine: Italia; produzione: Riama Film, Francinex; durata:
106'.
«Finalmente un titolo che dice quello che il film vuol
dire: sono molti, infatti, gli "inferni" nelle nostre città,
ma i peggiori, forse, sono proprio le prigioni, soprattutto certe
prigioni dove all'orrore della segregazione e della libertà
perduta si aggiunge l'afa in estate, il gelo in inverno,
l'esasperazione della promiscuità, dell'inerzia e, per i non
cattivi, il rischio di guastarsi a contatto con quanti della
bontà hanno perduto anche il ricordo. Guardate, così,
l'inferno di questa prigione femminile in cui il film di oggi ci
introduce per più di un'ora e mezza [...]; c'è di
tutto, in questa bolgia, la delinquente abituale, cinica e
violenta, la pazza omicida, la ladra, la truffatrice, l'innocente,
o quella che si dice tale, l'ingenua che è rimasta vittima
di un raggiro e che mette piede in quell'orrore per la prima volta.
Cosa accade, però? Che l'ingenua, sulle prime atterrita da
quell'ambiente in cui tutto le sembra ostile ed assurdo, finisce
per assuefarsi agli usi, alla mentalità e, soprattutto, ai
progetti di quelle che lì si considerano "di casa" e,
dimesso il proprio candore, saprà così bene imitare
le sue "maestre" che, appena fuori, si comporterà in modo
tale da ripresentarsi tra quelle sbarre di lì a non molto
[...]. Certo, durante tutto il film, si anela a un attimo di sosta,
a un momento di respiro [...] ma Castellani si è assunta
l'impresa di descrivere uno spicchio di inferno e bisogna dargli
atto di averlo fatto con felice, ispirata esattezza. Lo stesso si
dica per l'interpretazione violentemente realistica delle due
protagoniste: Anna Magnani, che è persino riuscita a
superare se stessa nel disegno aspro, sfrontato, ma tutto tragici
risentimenti e intimi strazi della detenuta cinica e
autoritaria» (Rondi).
mercoledì 29
ore 17.00
Risate di gioia (1960)
Regia: Mario Monicelli; soggetto: dai racconti Risate di gioia e
Ladri in chiesa di Alberto Moravia; sceneggiatura: Suso Cecchi
D'Amico, Age & Scarpelli, M. Monicelli; fotografia: Leonida
Barboni; musica: Lelio Luttazzi; montaggio: Adriana Novelli;
interpreti: Anna Magnani, Totò, Ben Gazzara, Fred Clark, Edy
Wessel, Mac Ronay; produzione: Silvio Clementelli per Titanus;
origine: Italia; durata: 106'.
«È uno dei film più belli e meno conosciuti
del grande padre del cinema italiano, [...] Mario Monicelli. Uscito
a Natale '60, racconta le avventure di una notte particolare,
quella dei 31 dicembre con un po' di dolce vita. Due soliti ignoti,
la Magnani e Totò - coppia di rivista, l'unico film girato
insieme - che si ritrovano e diventano complici di un malvivente di
periferia, Ben Gazzara. Andranno nei guai tutti ma la verve della
storia, il tempismo comico, l'allegria di due straordinari
temperamenti della commedia rendono il film unico, da riscoprire
anche per i riferimenti al cinema d'allora» (Porro).
ore 19.00
Mamma Roma (1962)
Regia: Pier Paolo Pasolini; soggetto e sceneggiatura: P.P.
Pasolini; collaborazione ai dialoghi: Sergio Citti; fotografia:
Tonino Delli Colli; montaggio: Nino Baragli; interpreti: Anna
Magnani, Franco Citti, Ettore Garofalo, Silvana Corsini, Luisa
Loiano, Paolo Volponi; origine: Italia; produzione: Arco Film;
durata: 106'
«Quando il suo protettore (Citti) si sposa, la prostituta
Mamma Roma (Magnani) decide di rifarsi una vita assieme al figlio
Ettore (Garofalo). [...] Il tema dell'incoscienza, o della diversa
coscienza, proletaria è il centro del secondo film di
Pasolini [...] dove il regista nobilita i suoi personaggi con
richiami alla pittura rinascimentale (il Cristo morto del
Mantegna), e tocca vertici di pathos senza versare una lacrima:
Mamma Roma rappresenta la femminilità dolente ma
indistruttibile, mentre Ettore, scettico e prematuramente deluso
dalla vita, è fratello ideale di Accattone, senza esserne
una scialba replica. Quella della Magnani [...] è una delle
sue migliori interpretazioni. Il debuttante Garofalo fu scoperto
dal regista mentre faceva il cameriere in una trattoria. Lo
scrittore Paolo Volponi è il prete»
(Mereghetti).
ore 21.00
Roma (1972)
Regia: Federico Fellini; soggetto e sceneggiatura: F. Fellini,
Bernardino Zapponi; fotografia: Giuseppe Rotunno; musica: Nino
Rota; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Peter Gonzales,
Fiona Florence [Luisa Alcini], Marne Maitland, Dante Cleri, Mimmo
Poli, Anna Magnani; origine: Italia/Francia; produzione: Ultra
Film, Les Productions Artistes Associées (Francia); durata:
119'.
«Prima d'ogni altra considerazione, credo si debba dire,
a proposito di questo film, che se non è il più bello
in assoluto (almeno, la cosa è opinabile) è di certo
il più "inevitabile" film di Fellini. Un film che, un giorno
o l'altro, egli doveva fare fatalmente, credo, così come 8 e
mezzo o La dolce vita (vale a dire due film sulla
impossibilità di raccontare, per immagini o per iscritto).
In effetti Roma è una sorta di compendio dei rapporti di
Fellini con l'"esterno", con il "resto" del mondo. Un mondo che
inizia a Rimini, si ferma per poco tempo a Firenze, e si rivela e
si conclude a Roma. Tutta la vita e la carriera di Fellini sono
legate, in modo schiacciante, alla sua scelta di approdare a Roma
poco più che adolescente, e di affrontarvi in modo vago (gli
piacevano i giornalisti dei film americani, con il cappello calcato
all'indietro e la risposta pronta) ma perentorio la vita da
adulto» (Claudio G. Fava).
Versione restaurata nel 2005 dalla Cineteca Nazionale con
il contributo della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e
Agricoltura di Roma, in collaborazione con la Titanus
giovedì 30
ore 17.00
Roma città aperta (replica)
ore 19.00
L'onorevole Angelina (replica)
ore 21.00
... correva l'anno di grazia 1870 (1971)
Regia: Alfredo Giannetti; soggetto e sceneggiatura: A. Giannetti;
collaborazione alla sceneggiatura: Bendicò, Giuseppe
Mangione; fotografia: Leonida Borboni; musica: Ennio Morricone;
montaggio: Renato Cinquini; interpreti: Anna Magnani, Marcello
Mastroianni, Mario Carotenuto, Osvaldo Ruggeri, Duilio Cruciani,
Aldo Cecconi; origine: Italia; produzione: Garden Cinematografica,
Excelsior 151, Rai Radiotelevisione Italiana; durata: 110'.
«È uno dei film televisivi scritti e diretti da
Giannetti appositamente per Anna Magnani. Il suo personaggio
è ancora una volta quello di una appassionata e coraggiosa
popolana, Teresa, il cui marito, Augusto, giace malato nelle
prigioni dello Stato pontificio, perché patriota oppositore
del potere temporale della Chiesa. Con la breccia di Porta Pia,
Roma torna italiana e i prigionieri politici vengono liberati:
Augusto è però già in fin di vita e muore tra
le braccia di Teresa che gli descrive commossa l'arrivo dei
piemontesi in città» (Farinotti).